Noi siamo l’antimafia.
Negli ultimi giorni, le intercettazioni relative alle attività intimidatorie condotte da Pino Maniaci, caporedattore dell’emittente siciliana Telejato, hanno generato un profondo senso di delusione e di amarezza nelle coscienze di tutti coloro che lo consideravano come uno degli ultimi baluardi dell’antimafia, quella credibile, quella sincera.
Maniaci ha usato un nobilissimo scopo come quello della lotta alla mafia, per assicurarsi i favori di chi crede veramente nella giustizia e nella battaglia contro la crudeltà e la meschinità dell’uomo. Ha ottenuto il prestigio e la stima di persone che credevano fermamente nei suoi stessi principi, per poi voltargli le spalle e trasformarsi proprio in uno di quelli contro cui lottiamo ogni giorno.
Parlando della questione con amici, mi ha colpito una metafora utilizzata da un’amica che descrive Pino Maniaci come “un pavone che ostenta una coda bellissima ma che in realtà non è nient’altro che un pollo da allevamento reperibile in ogni supermercato”. Oggi più che mai mi verrebbe da dire che sarebbe molto più facile pensare per se stessi trascurando gli interessi, i problemi della società o delle singole persone che ci circondano. Se un simbolo come Pino Maniaci è arrivato a tanto, perché io dovrei sporcarmi le mani?
La verità è che dovremmo imparare a considerare ad attribuire un’importanza maggiore alle azioni che noi stessi compiamo quotidianamente, ispirando chi ci sta intorno e contribuendo allo sviluppo di una società migliore. Non dobbiamo guardare un uomo ed ambire a diventare come lui, piuttosto dovremmo essere in grado di guardarci allo specchio e di riuscire a dire: sono fiero di me!
E’ per questo che oggi più di ieri, sono convinto che nella giusta misura, la bontà, la filantropia, la lealtà, sono ciò che distinguono l’Uomo dal generico essere umano codardo, bugiardo ed egoista; anche se alcuni considerano questi principi come segni di debolezza e vigliaccheria.
Continuerò per la mia strada, non aspetterò che le cose cambino, ma mi batterò affinchè sia io a poterle cambiare.