Tarantino | Intervista Indie Italia Mag
A cura di Marco Loop
Da un paio d’anni, nei maggiori campionati europei di calcio è stato inserito un sistema video che offre assistenza agli arbitri nelle decisioni degli episodi più controversi. Questo sistema è denominato V.A.R.
Francesco Tarantino, palermitano, classe 1985, chitarrista con esperienza decennale e profondo amante del cantautorato nostrano, prende in prestito questa nuova tecnologia rendendola tema e metafora del suo primo singolo, chiamato per l’appunto “Una vita al Var” – Brano che dal 5 marzo è disponibile sulle maggiori piattaforme streaming.
Tarantino propone sonorità pop che sono proprie del cantautorato italiano e il suo primo singolo è una riflessione su come ognuno di noi analizzi minuziosamente (come appunto a volte succede al V.A.R. durante una partita di calcio) ogni singolo errore compiuto durante il percorso di vita così da poterlo valutare, giudicare e contestare. Così come succede ogni lunedì al bar quando si commenta la giornata calcistica appena terminata.
Il tutto scorre tra sonorità leggere anche se, grazie alle parole, riesce a regalare delle immagini con un inevitabile retrogusto nostalgico, come una birra bevuta sotto le lenzuola mentre il mondo va a puttane o come l’immagine della nostra Nazionale di calcio che non si qualifica per i mondiali.
Abbiamo scambiato qualche parola con il cantautore siciliano per conoscere meglio lui e la sua musica.
INTERVISTANDO TARANTINO
Ciao Francesco e complimenti per il tuo primo singolo. Qual è stato il tuo background da musicista?
Ciao e grazie.
Ho suonato come chitarrista negli All Memories Gone, band punk-rock palermitana pubblicando un EP nel 2009. In seguito ho esplorato il rock elettronico con i Fuori Forma. Nel 2018 ho iniziato un percorso da solista riscoprendo il fascino del cantautorato italiano che ho molto amato in adolescenza e che mi fece accostare definitivamente al mondo della musica.
E come sei arrivato ad “Una vita al Var”?
Mi ha sempre divertito il bar il lunedì mattina, i commenti post giornata di campionato non hanno prezzo… Allo stesso tempo è pur sempre lunedì, nome che già da solo potrebbe essere il titolo di un film horror. Poi ho pensato a quante critiche piovono sempre sui calciatori, anche i più forti del mondo, e quante persone nel momento del bisogno ci sono davvero.
Gli errori che commettiamo durante il percorso della nostra vita spesso vengono messi a processo (come la moviola) ed ingranditi sino all’esasperazione; in un momento storico pieno di cambiamenti e tante incertezze è stato come ritrovarsi dentro una bolla e tutto attorno il silenzio. L’Italia che non è riuscita a qualificarsi per il mondiale (non succedeva dagli anni ’50) è stata la batosta finale che mi ha portato a giocare ironicamente su ciò che ci circonda e come viviamo.
Molto interessante. Le tue sonorità si rifanno ad un pop cantautorale che negli ultimi anni ha avuto un grande rilancio. Quali sono i tuoi riferimenti musicali, cosa ascolti nella tua quotidianità?
Si le mie sonorità sono assolutamente pop-cantautorali perché alla fine sono nato con quello.
Sin da piccolo ho iniziato ad ascoltare quello e credo mi sia rimasto proprio dentro. Anche approcciandomi allo strumento della chitarra elettrica, nel tempo è cresciuta questa passione in maniera quasi inconsapevole. Poi è esploso tutto nella prima stesura di qualche brano, ho iniziato a divertirmi tra scrittura del testo e musica, che era una cosa che non avevo mai fatto. E’ stato un esperimento divertente, senza grandi pretese.
Per quanto riguarda i miei riferimenti musicali sicuramente posso nominare Venditti, Baglioni, Bennato, Fabio Concato. Ad ogni modo, tutto ciò che è musica italiana è passata per le mie orecchie. Anche musica un po’ più datata come alcuni gruppi progressive quali Il Banco del Mutuo Soccorso e P.F.M.
Mi piace tantissimo anche il cantautorato moderno, per esempio ascolto ed ammiro tanto due artisti palermitani che sono Nicolò Carnesi ed Antonio Di Martino, per i quali io vado veramente matto. Mi rivedo molto nei loro testi anche perché come età siamo sicuramente più vicini.
Comunque i riferimenti cambiano in base ai momenti della mia vita, non ho sempre riferimenti musicali statici, soprattutto per quanto riguarda la musica internazionale.
Al singolo appena uscito seguirà un disco?
Sicuramente è quello a cui punto. Io ho già altri brani. Diciamo che momentaneamente farò uscire uno o altri due singoli sperando di attirare l’attenzione di una etichetta che possa fare al caso mio per poter arrangiare insieme il brano e creare una struttura che io senta mia.
Spero di poterlo veramente fare questo disco, penso che con o senza etichetta prima o poi lo farò comunque uscire.
Per quanto riguarda i live?
Faremo sicuramente qualche esibizione a Palermo nelle prossime settimane. Ho già preso accordi con alcuni organizzatori di festival e serate così da poter finalmente suonare i miei brani live.
Nella stesura e nell’arrangiamento di “Una vita al Var” ti sei avvalso di qualche collaborazione o è auto-prodotto in toto?
Per quanto riguarda la stesura scrivo solo io. Nella registrazione, nell’arrangiamento e nella composizione del pianoforte e del basso ho collaborato con Fabio Rizzo e Donato Di Trapani, con il contributo di Ferdinando Piccoli alla batteria; anche se fondamentalmente il brano è stato scritto tutto da me.
Sono andato a registrare da loro perchè sapevo che sarebbe stato facile che ci prendessimo. Ed è stato così, il brano è stato registrato in pochissimo giorni, c’è stato un affiatamento totale con loro in studio. Hanno capito subito quello che volevo e che mi girava nella testa dato che il brano era solo chitarra acustica e voce, quindi molto basilare. Il pezzo comunque filava benissimo e l’arrangiamento è risultato semplice.
Chi si è occupato della realizzazione del videoclip del singolo?
Il soggetto, la regia ed il montaggio sono opera di Duillio Scalici.
Grazie mille ed in bocca al lupo per il tuo percorso.
Grazie a voi!
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