Underdose | Intervista Indie Italia Mag

Gli Underdose non sono esattamente una band emergente o alle prime armi. La band lombarda è un gruppo attivo nel panorama musicale italiano da circa otto anni (vincitori nel 2011 della rassegna “Rock targato Italia”) e il loro ultimo lavoro è il manifesto di una maturità musicale raggiunta nel corso di questo tempo e frutto dell’esperienza che in passatoli ha portati a calcare palchi importanti.

Gli Underdose sono Sergio Guida alla voce, Andrea Cribioli alla chitarra, Tony Patruno al basso, Stefano Colombo alla batteria e Paolo Bottini alle tastiere e ai campionamenti.

Nel loro secondo disco in studio, gli Underdose hanno fatto fruttare questa raggiunta maturità e lo hanno fatto raccontando di sentimenti contrastanti ed in antitesi tra di loro come odio e amore. Proponendo un pop/rock dal sound molto contaminato che ricalca il classic rock degli anni’80 e ’90 e contemporaneamente strizza l’occhio a sonorità decisamente più elettroniche. Il risultato è un disco dal sound originale e personalizzato.

Nove tracce, suonate e registrate bene, che prendono per mano l’ascoltatore trascinandolo in un viaggio fatto di sensazioni ed immagini forti, a volte positive e a volte negative, che anche grazie alla capacità interpretativa del cantante, trascinano l’ascoltatore in un viaggio tra i più importanti e profondi sentimenti umani per farci pace o, quantomeno, cercare di capirli.

Dal 15 Giugno dello scorso anno il primo singolo del nuovo disco degli Underdose “Il resto non conta” è disponibile su tutte le piattaforme digitali, preannunciando in questo modo l’uscita del disco che è stata accompagnata dal rilascio del secondo singolo “Lasciamoci presto”, di cui è disponibile anche il video. Il disco è stato pubblicato da “Areasonica Records” ed è disponibile dal 31 Gennaio scorso.

INTERVISTANDO GLI UNDERDOSE

Ciao Ragazzi. Voi siete una band attiva ormai da molti anni, quanto ed in cosa vi sentite diversi rispetto agli esordi?

Sicuramente la fase di scrittura dei pezzi è cambiata notevolmente.Ognuno nella band è riuscito a impressionare nella canzone una parte di se stesso,una parte della propria musicalità senza calpestare i piedi a nessuno. Ormai riusciamo ad orientarci tutti insieme senza usare la bussola

Da poco è uscito il vostro ultimo disco, “Odiami”. Il leitmotiv che unisce il disco sembra essere una forte necessità di tirar fuori sentimenti importanti quali amore e, appunto odio. Il processo creativo che ha portato a questo risultato è stato tormentato tanto quanto le storie e i sentimenti di cui parlate nel disco?

Per alcuni pezzi si. Ad esempio per Nocivo .Il ritornello è stato stravolto per ben tre volte prima di arrivare a quello definitivo.  È stato comunque un disco bellissimo da comporre. Sono stati mesi incredibili.

Vi siete avvalsi di qualche collaborazione durante le fasi di arrangiamento, registrazione o missaggio?

Per quanto riguarda gli arrangiamenti ci ha aiutato in alcuni brani Biagio Sturiale. Non è facile per una band mettere a fuoco  il proprio brano. Biagio ha fatto questo per noi. Spesso ci indicava il riff o il passaggio che meritava di essere esaltato e cosa a suo parere non lo meritava. È stato un arbitro . Un critico super partes.

Abbiamo registrato e mixato al Real Sound di Milano. Ettore e Roberto sono stati fantastici e hanno saputo valorizzare al massimo il nostro disco.

Il vostro sound è pieno di contaminazioni, dal rock anni ’90 ad alcune influenze elettroniche. Come siete arrivati a questa sintesi di sonorità?

Eravamo tutti vergini negli anni ’90 e i primi amori non si scordano mai quindi quelle sonorità per forza di cosa le abbiamo dentro e anche inconsciamente vengono fuori.

Paolo alle tastiere è l’ago della bilancia tra il rock e l’elettronica. Come dicevo prima ognuno è stato libero di esprimersi senza tuttavia ostacolare nessuno.

Di conseguenza ne è venuto fuori un sound contaminato e allo stesso tempo equilibrato.

Quali sono gli artisti di riferimento che ritenete siano stati importanti per il vostro percorso musicale?

Sinceramente nessuno. Credo piuttosto sia stata l’amore per la musica il nostro comune denominatore.

Non abbiamo mai avuto poster in cameretta per intenderci. Non siamo mai stati combattuti tra gli Stone e i Beatles ma semplicemente li abbiamo ascoltati entrambi.

Nel video di “Lasciamoci presto” viene raccontata una storia di una coppia che fra momenti di quotidiana felicità e momenti di crisi alla fine, in un modo o nell’altro, sembra ritrovarsi. Come è nata l’idea di questo video? Chi lo ha curato?

Abbiamo voluto creare una storia moderna mettendo al centro della storia il ruolo che ha oggi la donna. La carriera lavorativa e la famiglia e le problematiche che spesso comporta questo connubio se non è accettato dentro e fuori le mura di casa.

È stato curato da un gruppo di ragazzi giovanissimi ma incredibilmente talentuosi. Il video è  stato diretto da Manuel Bottini aiutato alla regia da Sabrina Grosso e alla camera da Matteo Bollati.

E’ previsto un tour promozionale per il disco? Avremo modo di vedervi suonare dal vivo?

Certo la dimensione live è la parte più divertente quindi ci troverete al New Ideal di Magenta il 15 marzo e all’Arci Bellezza di Milano il 19 aprile.

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