Cherubba | Intervista Indie Italia Mag

Un personaggio animato dalle sembianze umane. È Cherubba, il cantautore creato da un anonimo fumettista e musicista italiano. Cherubba, che nel suo progetto unisce la musica indie pop al disegno, dopo aver pubblicato nell’estate del 2018 il suo album d’esordio “Il fantastico mondo del fantastico mondo Del” e pubblicato quest’anno il suo EP “Stornelly”.

INTERVISTANDO CHERUBBA

Ciao Cherubba. Come ti è venuta l’idea di dare vita a un alter ego?

Volevo distinguermi dal solito cantautore indipendente che scimmiotta i soliti cantautori indipendenti e dare al pubblico un progetto abbastanza inusuale, arricchito anche da disegni e fumetti.

Sei un cantautore animato. Come mai non hai scelto di essere un trapper, o un rapper?

A volte mi prendono dei momenti di crisi d’identità, e in mezz’ora scrivo e produco un pezzo trappone super cattivo come quelli che vanno adesso. Poi però ritorno in me e cancello tutto.

Ascoltando la tua musica, la prima cosa che mi viene in mente è “Pop X”. Ti piacciono? Chi sono i tuoi punti di riferimento nel panorama dell’IT Pop?

I Pop X mi hanno dato lo spunto per la voce “Autotunata”, un elemento che per il genere che sto facendo non poteva mancare. Ovviamente fanno parte degli artisti che mi hanno influenzato, fra cui metterei anche Calcutta e i Thegiornalisti.

 “Mi sushiti interesse se mi parli in giapponese” apre il tuo brano Sushi. Utilizzi le parole in modo molto interessante. Scrivi di getto, raccontando quello che ti passa per la testa, o sei più “meditativo” nella composizione dei brani?

Molte delle mie canzoni partono da una battuta o da un gioco di parole che mi capita di sentire. “Mi sushiti interesse” è uscita fuori durante un pranzo al giapponese con i miei amici. Ringrazio il mio amico Danilo per il gioco di parole. Grazie Danilo!

Il tuo nuovo EP “Stornelly” mi sembra il perfetto “manifesto dei millenials”. Pensi che potresti essere il “portabandiera” di una nuova generazione di cantautori?

Ho scritto praticamente di molte situazione e aspetti della mia vita. Se le persone si riconoscono in certi versi mi fa solo che piacere.

“Scrivo quello che vivo” canti nel tuo brano “Fumo ma non aspiro”.  Da quale aneddoto nasce questo brano?

Guardando il Film di Woody Allen “Manhattan”. Una delle sue prima battute è “Fumo ma non aspiro. Perché aspirare fa venire il cancro”. L’ho trovata geniale.

Lavori da solo alla produzione dei tuoi brani?

Il mio primo album è totalmente autoprodotto nella mia cameretta. Per il nuovo EP mi sono fatto aiutare dal mio amico e produttore Riccardo Toni.

Il video di Erba Light è un omaggio a  “Paura e Delirio a Las Vegas”, film cult di Terry Gilliam con Johnny Depp. Prendi ispirazione da quali altre forme d’arte, oltre al cinema, per comporre la tua musica?

Il più delle volte dai libri che leggo, ma spesso anche una battuta chiave di un film può generare nella mia testa un’intera canzone.

Il tuo EP è uscito da poco, ma hai già in cantiere altri progetti? Dei live, per esempio?

Penso che ora mi concentrerò su piccoli live nella zona di San Lorenzo e Pigneto. Credo che da quelle parti sia apprezzata di più la musica che faccio.

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