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Diecicento35 | Intervista Indie Italia Mag

10135 è il codice di avviamento postale di Mirafiori sud, una zona periferica a sud di Torino. Città nella quale dal 2009 sono in attività, per l’appunto, i Dicecento35.

Nel 2012 pubblicano un primo Ep, “Alba” calcando nel contempo i palchi di vari contest e manifestazioni musicali importanti.

Nel 2016, dopo quattro anni dall’uscita dell’Ep, viene pubblicato “Il piano B” il primo disco in studio dei Diecicento35, interamente autoprodotto.

Il disco, dalle interessanti sonorità pop-rock, conta 11 brani e riceve parecchi consensi dagli addetti ai lavori. Un disco che affronta tematiche e sentimenti importanti. Ci racconta di cambiamenti e scelte di vita con un sottofondo di spensieratezza post-adolescenziale.

“Il piano B” li porta ad esibirsi in vari importanti palchi, tra cui quello del “Roxy Bar” di Red Ronnie, durante la storica ultima puntata del programma.

Inoltre per la presentazione del primo singolo di “Il piano B” sono ospiti di Fiorello nella sua trasmissione televisiva “Edicola Fiore”.

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Il successo ottenuto con “Il piano B” li porta ad aprire concerti di band del calibro dei Thegiornalisti e Litfiba.

Ora a distanza di tre anni dal loro primo lavoro, i Diecicento35 sono tornati con due singoli che anticipano l’uscita del loro secondo disco: “Secondo me”.

I due singoli, “La fine del mondo” uscito il 29 gennaio, e “Come me”, sembrano confermare quanto di buono sentito nel loro primo lavoro.

I Diecicento35 in questi ultimi due singoli presentano un sound che vira decisamente verso un pop più classico, lasciando poco spazio a melodie più graffianti tipiche del rock.

Nonostante questo, i due brani sono arrangiati e registrati bene. Ne è la riprova la bella sezione di fiati presenti in “Come me”, che danno un tocco di freschezza al pezzo e lo rendono ancor più orecchiabile.

La splendida voce di Carola Rovito è ancor più protagonista della musica dei Diecicento35 ed i testi delle due canzoni sembrano rispecchiare una maggiore maturità e consapevolezza raggiunta.

Il loro nuovo brano dal titolo “Come me” è appena uscito e non abbiamo perso l’occasione di porre delle domande alla band!

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INTERVISTANDO I DIECICENTO35

Salve! State per pubblicare il vostro secondo disco in studio. Qual è stato il percorso, personale ed artistico, che vi ha portato da “Il piano B” al prossimo disco in uscita?

Ciao a voi! “Il piano B” è stato il nostro album d’esordio, dopo anni di canzoni, concorsi e concerti, nel 2016 abbiamo deciso di fare un disco in cui abbiamo raccolto le canzoni per noi più significative che portavamo in giro all’epoca.

Ci siamo riusciti e abbiamo assaggiato molte situazioni interessanti (Edicola Fiore, MTV, Roxy Bar, abbiamo suonato allo stadio prima della Partita del Cuore) per dar voce a quello che era il nostro PIANO B dalla vita quotidiana. Tra il 2017 e il 2018 abbiamo ascoltato, masticato, scomposto, capito e immagazzinato tantissima musica accrescendo la nostra consapevolezza nello scrivere canzoni.

“Come me” è un brano che sembra parlare della fatica che fa la generazione degli anni ’90, a crescere definitivamente. Che argomenti affronterete nel nuovo disco, c’è un “fil rouge” che lega i brani presenti nel vostro ultimo lavoro?

L’album si chiamerà “SECONDO ME” e sono 10 canzoni che affrontano tematiche ambientate in più situazioni  con punti di vista differenti, perché in questo album non esiste un qualcosa di giusto o sbagliato, esiste solo come tu vuoi vedere la cosa.

“Come me” è il punto di vista di chi come noi sta crescendo, si ritrova davanti a delle responsabilità cercando di trovarsi un posto nel mondo.

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“La fine del mondo” e “Come me” rispetto ai brani di “Il piano B” sembrano tendere un po’ di più verso un pop dalle sonorità elettroniche. Quali differenze di sound  dobbiamo aspettarci rispetto al vostro primo disco?

Beh, “Il piano B” è un disco completamente analogico nessun sintetizzatore, pianoforte o varie diavolerie sono state maltrattate per arrangiare i brani.

In questo album invece si! Siamo degli amanti delle chitarre distorte e dei “finaloni” da 15 minuti. Ma in questo ultimo disco abbiamo voluto mettere da parte tutti i vari virtuosismi per concentrarci esclusivamente su quel che era meglio fare per far emergere le canzoni.

Durante tutte la fasi di produzione del nuovo disco, vi siete avvalsi di qualche collaborazione in particolare?

Abbiamo un piccolo studio a Mirafiori, lì abbiamo scritto, composto, cancellato e messo in ordine tutte le idee che avevamo. Una volta registrati tutti i provini siamo passati nelle mani di Andrea Fusini che ha prodotto, mixato e masterizzato questo lavoro.

Torino è una città che negli ultimi anni ha saputo proporre artisti che hanno trovato un importante spazio nel mercato musicale nostrano. Penso a Willie Peyote, Cosmo e gli Eugenio in via di gioia. Quanto la vostra città condiziona (o ispira) i vostri lavori?

Beh, noi amiamo la nostra città! Torino è molto attiva e c’è un fermento musicale notevole, Torino è magica. Abbiamo assaporato questa sensazione di trovarci al centro con “Il piano B”, suonando nei migliori locali che questa città potesse offrirci, è complicato trovare la stessa situazione quando vai fuori e  ti conoscono in pochi. La vera soddisfazione arriverà quando riusciremo ad esportarci in giro per tutto lo stivale.

Tra i nomi che hai citato passano tre generi diversi, noi potremmo occuparne un quarto ancora diverso.

Questo sembra essere un periodo d’oro per il nuovo cantautorato italiano. Quasi ogni giorno vengono proposti nuovi artisti che vanno ad inserirsi in quel movimento che viene definito (a volte in maniera impropria) “indie“.

Se da una parte questo offre maggiori opportunità di emergere, dall’altra si corre il rischio che l’ascolto diventi “usa e getta” e che un artista finisca presto nel dimenticatoio. Su cosa avete puntato per far si che il vostro nuovo lavoro possa lasciare un segno profondo nell’ascoltatore?

Beh il mercato della musica è uno di quelli più concorrenziali, con tutta la musica che esce ogni settimana è difficile farsi notare facilmente. In questo disco abbiamo voluto scrivere delle canzoni che potessero far immedesimare in esse chi le ascolta. Le canzoni che funzionano di più sono proprio quelle che ti accompagnano durante la giornata come colonna sonora, vogliamo arrivare nelle case, nelle autoradio e in televisione per gridare a tutti il nostro “SECONDO ME”.

Quali sono i vostri ascolti quotidiani, avete dei punti riferimento (italiani o internazionali) che apprezzate particolarmente?

Una band è fatta da più teste.. chi ascolta più la musica indie pop di adesso da Calcutta ai Canova, chi il vero cantautorato italiano da Lucio Battisti a Brunori Sas, e chi tutte le poppettate americane .. ci confrontiamo quotidianamente su tutto quello che esce e condividiamo costantemente le nostre playlist di Spotify.

Il video di “La fine del mondo” mostra dei panorami mozzafiato, dove è stato girato? Di chi è l’idea, chi lo ha curato?

Abbiamo avuto molta fortuna! Era fine novembre, la notte prima di girare aveva nevicato tantissimo in montagna ma il giorno dopo un sole caldissimo ha iniziato a sciogliere la neve sugli alberi che cadendo ha creato l’effetto usato nel video. Il video è stato girato a Sauze D’oulx da Davide Merlo e Matteo Teti, che tra l’altro hanno anche realizzato il videoclip di “COME ME”.

Avete già in cantiere un tour promozionale in vista della prossima uscita del disco?

Il disco deve ancora uscire e a breve faremo uscire tutte le date dei nostri concerti, adesso che siamo appena partiti la voglia di fermarsi è lontanissima! Ci piacerebbe suonare in tutte le realtà d’Italia, portare la nostra musica a più orecchie possibili è il nostro obiettivo.

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