Agnello

Agnello | Intervista Indie Italia Mag

Tutto questo penare non può che condurmi a Casa Tua, il posto più sicuro del mondo.

Gli Agnello, band palermitana che ci ha convinto per sound e liriche sin dai primi singoli: Casa Tua (che abbiamo inserito nella playlist Spotify di Indie Italia Mag), Marta, Tutto Questo Penare e Sulla Sdraio ft Nicolò Carnesi; tornano con il loro primo Ep dal titolo “Il Minotauro“; da oggi disponibile su tutte le piattaforme digitali. Il nuovo progetto del gruppo del capoluogo siciliano è impreziosito da un inedito che dà il titolo all’album accompagnato da un videoclip che è un trionfo di estetica e atmosfere old fashioned.

La band abbina una scrittura di stampo cantautorale e perfettamente a fuoco sulle tematiche dei brani, alle sonorità retrò della musica italiana, passando per il surf e l’immaginario anni ’60. Le ottime capacità da paroliere di Manfredi Agnello, vengono arricchite dalla padronanza musicale che tutti membri della band dimostrano in ogni canzone; un suono così “classico” e curato porta, per assurdo, una ventata di freschezza nell’universo delle produzioni musicali della nostra penisola.

Gli Agnello sono: Manfredi Agnello (Voce e Chitarra), Andrea Chetrens (Batteria), Francesco Cardullo (basso), Daniele Caviglia (Chitarra Lead) e Vincenzo Salerno (Pianoforte).

INTERVISTANDO GLI AGNELLO

Ciao ragazzi! Domanda a bruciapelo: se aveste non più di 10 secondi, come descrivereste gli Agnello?

Agnello è una creatura docile dalla scrittura lucida e dalle sonorità retrò, in bilico fra gli anni ’60 della canzone italiana e la musica surf-rock.

Ok, abbiamo iniziato col botto, ma adesso parlatemi un attimo del vostro mondo, della vostra “vita reale” e di come questa influenzi la scrittura dei vostri brani.

Dentro la nostra musica c’è tanto di Agnello, ci sono tanti pezzi di noi. Ogni tanto c’è un po’ di magia ma la nostra musica non prescinde dalla “vita reale”: da quello che viviamo o semplicemente leggiamo e ci incanta, nel bene e nel male. Se poi ci chiedi cosa facciamo: Manfredi vive di guardie mediche, Andrea e Vincenzo insegnano strumento e hanno un’infinità di progetti musicali uno più carino dell’altro. Daniele fa l’illustratore e Francesco si è sposato questo sabato. Insieme siamo gli Agnello e le canzoni nascono se ne sentiamo il bisogno.

 

E’ uscito il vostro EP d’esordio “Il Minotauro”, che raccoglie quattro singoli già editi, più l’omonimo inedito. Fate parte della splendida famiglia di Garrincha Dischi: quali sono le vostre aspettative?

Diventare ricchi sfondati, così ricchi da prelevare l’etichetta e deciderne il destino, Matteo Romagnoli ci chiederà un prestito. Si scherza Matteo tranquillo…l’aspettativa più bella, allo stato attuale, sarebbe quella di poter portare le nostre canzoni in giro, città dopo città, festival dopo festival. Per il resto è già bello così, incontrare persone che sentendoci si emozionano, che privilegio. Siamo felici del team messo sù: Garrincha, Pop Nostro (Checco de Lo Stato Sociale) Indigo, Undo Video Lab, Sfera Cubica e ancora, siamo una famiglia che saprà fare belle cose insieme.

“Il Minotauro”, si ispira al racconto di Durrenmatt, in cui l’animale mitologico viene smontato della sua stessa essenza e ricostruito, fino ad arrivare al concetto di solitudine umana nella ricerca della verità. E’ questa la vostra visione dell’amore e della vita, più in generale?

Il racconto del Minotauro di Durrenmant ci ha commossi tutti. Egli è solo e senza un linguaggio, non è dio, né uomo né animale, bensì solo Minotauro, rinchiuso in un labirinto che esiste per proteggere gli esseri umani dall’essere e l’essere dagli esseri umani. Tutti lo vedono come una bestia deforme, un mostro, quando lui vorrebbe solo amore, compagnia, comprensione. Non è semplice restargli indifferenti, noi ci siamo cascati.

Leggendo il testo di “Casa Tua” sembra quasi essere l’anticipazione de “Il Minotauro”, in cui la dicotomia tra volere e potere alla fine crea una tenera malinconica solitudine. Ma è poi così tenera?

Domanda che scotta. Una delle fortune di Casa Tua è forse quella di potere sembrare un brano “tenero”, in realtà non lo è. Cosa c’è di tenero nella corrosione di un cuore che cede di continuo al desiderio? E’ tempo di iniziare a chiedersi perchè finiamo con il ferire le persone che amiamo, bisogna scegliere, da una parte prendere dall’altra rinunciare. C’è poco di tenero, quelli come noi stanno soli perchè vogliono stare soli, certe volte la solitudine è un voto.

Questo contrasto di sentimenti mi ricorda il Nicolò Carnesi di “Bellissima Noia”. Proprio con Carnesi avete deciso di fare un feat. per “Sulla Sdraio”. Come è nata l’idea di un brano insieme?

Il rapporto con Nicolò nasce tanti anni fa nei locali di Palermo e per le sue strade. Lui esordiva ed io era là ad ascoltarlo, concerto dopo concerto ci siamo conosciuti. Mi inviava su msn le demo di quelle che sarebbero state le canzoni del suo primo album. Le nostre mamme sono nostre rispettive fan. È stato bello sentirlo in occasione di una nostra produzione, organizzare il duetto e trovarlo disponibile. Grazie ancora Nicolò!

La cosa che più mi piace, ascoltando in anteprima il vostro EP, è sentire canzoni palesemente scritte ed arrangiate “dal vivo”, senza una costruzione a tavolino. Si sente la forza della band e l’empatia dei musicisti ed è una sensazione che difficilmente al giorno d’oggi traspare sui dischi. Non vi sentite un po’ una mosca bianca?

Siamo uno di quei gruppi che prova la mattina, ci chiudiamo in sala e cominciamo a lavorare agli scheletri musicali che ho costruito a casa. Non ho un modo di scrivere le canzoni, questo spesso mi lascia immobile per lunghi periodi ma credo mi faccia bene, mi permette di cambiare e non ripetermi. Di mosche bianche ce ne sono parecchie, ci stanno in giro tante persone dalle grandi capacità, purtroppo molte si nascondono.

Dopo l’uscita dell’EP “Il Minotauro” potremo vedere gli Agnello dal vivo in giro per l’Italia?

Abbiamo iniziato a strutturare un tour a livello nazionale con le nostre forze. Partiremo dalla Sicilia, dove stiamo già suonando tanto e toccheremo le città principali ma restiamo in attesa di una figura che ci aiuti. Suonare davanti ad un pubblico sconosciuto è un tipo di terrore gradevole, non vediamo l’ora.

Ascolta gli Agnello nella playlist ufficiale di Indie Italia Mag su Spotify