La scena musicale romana è sempre stata prolifica. Dal rap, al punk, fino ad arrivare ai giorni nostri con artisti come Franco126 e Carl Brave. I generi musicali li ha attraversati tutti.
In questa cornice di mutamento si inquadra Redh, all’anagrafe Matteo Pasqualone, classe 1994, che si presenta al pubblico con il suo primo EP: Torneremo.
6 brani, poco meno di venti minuti. “Torneremo” è un disco itpop che riprende sonorità proprie del genere come sintetizzatori di sottofondo accompagnati da una batteria leggera e da suoni catchy che nel caso di Redh fanno da tappeto sonoro a liriche che raccontano di malinconia, ricordi e speranze.
Esempio lampante ne è “Claudia”: strofe brevi, quasi recitate, una batteria e un sottofondo elettronico frizzante, che si sposa bene con la stagione estiva appena iniziata. Un brano che non stonerebbe come sottofondo in un bar in riva al mare durante un aperitivo.
Il testo ne è però la diretta antitesi: Claudia è una ragazza romantica, una sognatrice. L’opposto di Redh, coi piedi per terra, quasi cinico nel suo modo di fare.
Claudia vuole che i suoi sentimenti siano ricambiati, mentre l’autore la rifiuta. “Claudia spera sempre di amare…se stai male la colpa è solo mia” recita il testo. “Imparerai ad odiare” recita una della strofe finali.
Il tono cambia drasticamente con la quarta traccia: “Ci credi” una power ballad struggente. Niente più sintetizzatori, se non di leggerissimo sottofondo, la chitarra la fa da padrone. Un cambio deciso dai tre pezzi precedenti, più intimo e struggente.
Le liriche sono tutte immediate, dirette, senza fronzoli. Niente metafore, niente giri di parole, comunicano in maniera diretta il messaggio all’ascoltatore.
Le musiche mantengono gli stessi toni: una buona base elettronica, mai troppo predominante, che si sposa bene con la chitarra, che è la protagonista in “Ci credi”, un buono stacco di tono dagli altri pezzi.
“Torneremo” è un solido disco pop, una entrata decisa nel mondo della musica da parte del cantautore.
Se per “voce della tua generazione” intendi che scrivo delle cose che vivo allora sì. Scrivere è una cosa che mi fa stare bene e mi aiuta in certi momenti. Spero che la mia musica possa fare lo stesso con chi l’ascolta.
Allora primo su tutti metterei sicuramente Vasco con il quale sono cresciuto, ma anche Rino Gaetano e Lucio Battisti. A livello internazionale forse un gruppo che ascolto spesso sono gli Oasis.
Roma è sicuramente una città bellissima e una splendida musa quindi si inevitabilmente influenza i miei testi e la mia musica.
Un po’ per caso in realtà. All’inizio con le mie canzoni io non volevo farci nulla, ma poi sono stato convinto, è arrivato bdr e tutto il resto. Tutto è avvenuto in maniera molto naturale. questo è la mia primissima esperienza e sono abbastanza soddisfatto
L’idea è nata dal regista Valerio Desirò che conosceva Luca e gli ha fatto ascoltare il pezzo. A lui il brano è piacuto e ha deciso di collaborare. È stato fico vederlo all’opera e collaborare con lui, è veramente una grande persona.
È stato inaspettato, anche perché in realtà non eravamo neanche troppo sicuri di fare uscire il pezzo, ma poi è andata bene. A livello di sensazioni in realtà non sapevo neanche bene come funziona Spotify e credo di non aver capito subito quanto fosse “importante” la cosa.
Questa è una domanda che non mi sono mai posto. Io scrivo da quando sono molto piccolo e lo faccio perché è una cosa che mi fa stare bene, come dicevo prima. E penso che continuerò a farlo indipendente da come andrà e da quello che farò nella vita.
Una mia amica veramente molto brava: Martina Latini (@ar.tina_ su ig). Vi consiglio di andare a vedere la sua pagina.
Non me lo ricordo più…
Forse in questo momento è proprio Torneremo. sono in quella fase li di bilanciamento di responsabilità, ma non lo accetto.
Non mi piace troppo descrivere in maniera troppo specifica le storie delle mie canzoni, non so se si è notato. Secondo me perdono un po’ il loro gusto. Comunque in generale parla di quel momento della relazione in cui ti rendi conto di tutte quelle cose che non vanno bene e ti accorgi che non ti va più di continuare il rapporto.
Molto bene, il live è la parte che preferisco di questo “mestiere”. Una cosa che mi ricordo particolarmente è ad un live mentre cantavo Claudia (solitamente si fa molto casino si balla e ci si spinge), nella parte strumentale alle fine della canzone sono sceso dal palco per ballare e fare casino con tutti, ma sono stato travolto e sono cascato a terra. Fortunatamente mi sono rialzato e tutto è continuato (anzi credo che molto gente neanche se ne sia accorta). Un altro può essere quando il chitarrista Byron si è spaccato la testa saltando troppo in alto (suonavamo sotto un gazebo). C’era molto sangue sul palco, però dopo una breve pausa abbiamo continuato. Ah, Byron ha continuato e finito il live siamo andati in ospedale e gli hanno messo 3 punti in testa… che rockstar!
Ho qualche data è in ballo, ma niente di definitivo… vedremo! Intanto sto lavorando all’album.
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