Cimini: dialogo con un’Anima Impazzita | Intervista
Di Ludovica Lazzarini
31 anni, calabrese, cresciuto artisticamente a Bologna: sì, stiamo parlando proprio di Cimini. Dopo due anni di ritiro dalla scena musicale, nel 2018 è tornato a far parlare di sè con l’album “Ancora Meglio”, prodotto da Garrincha Dischi, con il supporto di Carota de Lo Stato Sociale e Nicola “Hyppo” Roda.
Ma se siamo qui a parlare di lui è anche grazie al caro Dario Brunori che nel periodo di difficoltà in cui Cimini aveva deciso di abbandonare la musica, lo ha spronato a scrivere canzoni (e gliene siamo grati).
Cimini si è sempre fatto notare per campagne promozionali piuttosto innovative: ad esempio l’uscita de “La legge di Murphy” era stata anticipata dalla diffusione virale del motto “La legge di Murphy è più forte di me”, comparso sui profili social anche di noti artisti e che aveva fatto discutere a lungo sull’identità del misterioso cantautore che si celava dietro questo slogan; oppure ricordiamo che il videoclip di “Una casa sulla luna” era stato diffuso mediante le sole storie instagram.
L’ultimo suo lavoro è il singolo “Anime Impazzite”accompagnato da un doppio videoclip girato da Duilio Scalici tra Palermo e Venezia.
INTERVISTANDO CIMINI
Ciao Federico! Innanzitutto raccontaci come è nata “Anime Impazzite” e delle motivazioni che ti hanno portato a scriverla!
Anime impazzite è nata sui viali a Bologna mentre andavo a fare la spesa, in macchina. Parla di quanto siamo canonici e abitudinari nella nostra quotidianità, e spesso questo porta solo guai a noi stessi e all’ambiente.
Il videoclip è stato realizzato e pubblicato in due versioni ufficiali: una girata a Burano e una a Palermo. Perché la scelta è ricaduta proprio su queste due città? Cosa rappresentano per te?
Mi sono innamorato di Palermo, della Vucciria e di tutte le persone che rendono sana quella città, famosa per colpa di una minoranza di persone che la rende insana. Burano è strabella ed è in linea con la canzone: avrei girato a Venezia in realtà, ma in centro è vietato fare riprese. Più in generale volevo unire l’Italia da nord a sud, per capire che noi siamo opposti ma uguali.
Nella canzone ci sono riferimenti all’attualità ovvero al problema ambientale: c’è l’intento di sensibilizzare e smuovere le coscienze dei tuoi ascoltatori? Ritieni sia davvero possibile fare la differenza?
Credo che ognuno debba fare il suo, io non cambierò mai il mondo con le mie canzoni e, sinceramente, qualche carta per terra nella mia vita l’ho pure buttata. Però penso che siamo arrivati al limite e il periodo che stiamo vivendo mi fa davvero paura sotto molti aspetti, quindi cerco di dire la mia almeno come sfogo personale.
Il tema dell’inquinamento si interseca con quello della quotidianità che spesso è soffocante proprio come le polveri sottili. Qual è la tua soluzione per non lasciarsi soffocare dalla vita di tutti i giorni?
Non so dare soluzioni, ne a me stesso ne agli altri. Però boh, bisogna trovare un modo per essere felici.
Questo brano è stato candidato per Sanremo giovani 2019. Come hai vissuto quest’esperienza?
Sanremo per me è un gioco oltre che un’occasione per aprirsi ad un pubblico più ampio. Io scrivo canzoni e in quella occasione ho deciso di mettermi in gioco, non penso che succederà nuovamente ma posso dirvi che Baglioni è molto alto dal vivo.
“Anime impazzite” chiude il ciclo di “Ancora Meglio”, iniziato nel 2017 con “La Legge di Murphy”. Perché hai scelto di concluderlo proprio con questa canzone?
Non mi piacciono i finali malinconici, quindi volevo chiudere questo percorso in maniera allegra. Certo Anime Impazzite è una canzone anche amara (come tutte le mie canzoni del resto, lo ammetto), però mi sembravano i giusti titoli di coda di un ciclo per me incredibile, iniziato con zero velleità e zero aspettative.
È appena iniziato il tuo tour che ti vedrà anche sul palco dello Sherwood Festival: dopo cosa vorresti fare? Hai già qualche progetto?
Mi piacerebbe scrivere un disco che parli di qualcosa.
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