Tarantino: come brilla questa Aurora | Intervista
“Aurora” è il secondo singolo di Francesco Tarantino che dopo “Una vita al VAR”, ritorna confermando le abilità liriche dimostrate all’esordio.
Seppur con delle sonorità profondamente diverse rispetto al brano d’esordio, “Aurora” è un pezzo che arriva immediatamente all’orecchio di chi ascolta.
Il brano presenta un sound prettamente elettronico, che si distanzia dalle atmosfere acustiche di “Una vita al VAR”, con un testo che anche questa volta mette in risalto le qualità di scrittore di Tarantino, il quale con parole che regalano immagini mai banali ci racconta la sua concezione dell’amore.
Un amore puro, sincero, quasi innocente. Un amore che non deve mai perdere la capacità di apprezzare “le piccole cose” che quotidianamente alimentano un legame emotivo significativo.
Nel videoclip (scritto e diretto da Duilio Scalici) questa concezione dell’amore viene rappresentata dalle vicende di due innamorati che si proiettano in una realtà parallela in cui tornano bambini. Una realtà dove possono vivere la loro storia d’amore con la spensieratezza e l’innocenza che solo un bambino può avere. Perchè se si perde la capacità di ritrovare dentro se stessi il proprio lato “fanciullesco” allora si perde anche la capacità di vivere l’amore nella sua totalità e pienezza.
Con questo secondo singolo Tarantino si conferma una delle novità più interessanti di tutto il panorama emergente. Attualmente sta preparando alcune date live e contemporaneamente sta lavorando alle pre-produzioni dei prossimi brani. Prima della pubblicazione del disco, che avverrà probabilmente nel corso del prossimo anno, in autunno è prevista l’uscita del terzo singolo.
Abbiamo contattato il cantautore siciliano per parlare con lui del suo nuovo singolo e più in generale di come sta progredendo il suo percorso artistico.
INTERVISTANDO TARANTINO
Ciao Francesco! Il tuo primo singolo “Una vita al VAR” è stato molto apprezzato in questi mesi.
Come debutto non mi aspettavo nulla, ma devo dire che mi hanno travolto di affetto in tanti.
In questi mesi cosa è cambiato, se è cambiato qualcosa, nella vita del cantautore Tarantino? Come sta progredendo il tuo percorso?
La vita non è cambiata, è cambiato il modo di rapportarmi a questo lavoro sicuramente cercando di scrivere sempre senza paletti e soprattutto scrivere solo quando mi viene naturalmente senza forzature.
Sto lavorando alla pre-produzione dei brani che faranno parte dell’album non so ancora quando potrà uscire. Inoltre un solo singolo è un piccolo punto di partenza, vedere su spotify il secondo mi da un senso di continuità a cui non ero abituato.
La progressione del percorso è davvero una bella incognita, la cosa più importante adesso oltre le pre-produzioni e iniziare con dei live.
Hai già dei live in programma?
Si dovrei suonare il 29 e 30 ma sto aspettando di riprendermi da delle cure per capire se posso confermarle.
Da pochissimo hai pubblicato “Aurora”. Le sonorità del brano sono decisamente più elettroniche rispetto a quelle che hai proposto in “Una vita al VAR”. Da dove nasce questa scelta di sound?
Diciamo che non scelgo mai a priori. Inizio con dei provini chitarra e voce, poi con Donato di Trapani e Fabio Rizzo di Indigo ci mettiamo a suonare e pensare insieme come fossimo degli amici al box.
Sono aperto a sonorità sempre diverse e non sarebbe strano per me se bel disco ci sarà un brano con strumenti più etnici come il “didgeridoo”. Una cosa che mi sono sempre promesso e di suonare e comporre liberamente, senza limiti per formare un pacchetto convenzionale.
Per quanto riguarda le sonorità più elettroniche tempo fa suonavo elettro-pop-rock con i Fuori Forma. Da lì iniziai ad innamorarmi dei synth e a capire come poterli usare a dovere per dare un apporto sempre nuovo si brani. Senza essere invadenti lasciando respiro al testo e alla melodia vocale.
Il video-clip di “Aurora” è molto bello. la rappresentazione di una amore innocente come quello di due bambini. Da dove nasce questa idea?
Il videoclip di “Aurora” è stato scritto e diretto da Duilio Scalici, il quale ha perfettamente colto il senso profondo del brano e, di conseguenza, la mia visione dell’amore.
Nel video si racconta di una coppia di innamorati che gioca con una sfera di cristallo, un oggetto che diventa catalizzatore del loro amore, traslandoli in un mondo parallelo caratterizzato dall’innocenza, dalla sincerità e dalla giocosità dell’infanzia.
Se si perdessero questi sentimenti, il fuoco interiore che alimenta ognuno di noi sarebbe leso, poiché “sono le piccole cose” a costruire un amore solido, riscoprirsi bambini per guardarsi ogni giorno con emozione e stupore, correre liberi su una riva tenendosi per mano ritrovando la spontaneità di due bambini che giocano.
E quanto è presente questo lato “innocente” che crescendo, inevitabilmente, è destinato a diminuire se non a scomparire del tutto?
È molto presente, uno dei punti cardine del video.
Crescendo aumentano le responsabilità le cose da fare la vita cambia anche troppo velocemente a volte, ma come in amore bisogna tentare quanto meno di lasciar scorrere sempre una parte innocente che a volte salva. Come quando guardi negli occhi un bambino: non c’è malizia, non c’è odio.
Trasportare tutto in amore e provare a vivere la relazione quasi come dei bambini.
Oltre ai live che progetti hai? Pubblicherai altro a breve?
No, momentaneamente lavorerò ai brani da inserire sul disco.
Probabilmente ad ottobre uscirà il terzo singolo.
Per quanto riguarda il disco hai già in mente un periodo orientativo di uscita?
Non ancora. Voglio prepararlo per bene. Ma credo nel 2020.
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