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Gli Scile ci presentano UGUALI IDENTICI | Intervista

Dopo vari progetti musicali portati avanti negli ultimi anni, dal 2017 il trio originario di Matera composto da Davide Morina, Nicola Di Taranto e Piero Lo Senno decide di dare una identità definitiva al loro percorso artistico dando vita agli Scile.

“Hai vinto” è il primo E.P. degli Scile. Pubblicato a maggio per l’etichetta Ourtime è un lavoro che propone un sound elettro-pop moderno, che allo stesso tempo strizza l’occhio in maniera nostalgica a sonorità decisamente più anni’80.

Il primo singolo estratto dall’E.P. è “Uguali identici” di cui è stato pubblicato anche il video-clip.

“Uguali identici” è un brano che racconta di un amore difficile ma che non è impossibile se si continua a lottare. Tutte le tracce dell’E.P. presentano delle liriche che mirano ad essere intime, dove l’ascoltatore possa ritrovarsi ed avere la sensazione di confidarsi con un amico che, empaticamente, capisce ciò che si sta provando.

Il video di “Uguali identici“, ambientato tutto in una sala giochi, racconta la storia di un ragazzo che rincorre amori immaginari ed impossibili che finiscono in fretta come finisce in fretta una partita ad un video-game e si legge “game over” sullo schermo. Allo stesso tempo però, nonostante le continue illusioni, viene lasciato spazio ad un finale aperto dove, forse, l’amore non è poi così impossibile.

La ricerca dell’emozione, della riflessione, cercare di andare oltre la superficie per cogliere il senso più profondo delle cose. Questo è l’obiettivo degli Scile che con la loro musica si propongono di ritornare ad un senso più stretto dell’arte, quella slegata dalle logiche di mercato e dei profitti, ma che ha come unico e solo scopo quello di toccare l’emotività dei suoi fruitori.

Da un’ispirazione giunta dall’arte deriva anche il nome della band: Scile infatti non è nient’altro che una semplificazione di “Schiele”, pittore e scultore austriaco del primo ‘900 noto per l’intensità espressiva dei suoi lavori, l’introspezione psicologica e la comunicazione del disagio interiore. Temi che sembrano ritrovarsi nella musica della band di Matera.

Abbiamo contattato gli Scile per fargli qualche domanda su di loro e sul loro primo lavoro in studio.

INTERVISTANDO GLI SCILE

Ciao Ragazzi! Siete dei musicisti che calcano i palchi da parecchi anni e dopo un lungo percorso siete arrivati al progetto Scile. In quanto ed in cosa vi sentite diversi rispetto agli esordi?

Siamo sicuramente maturati, il concetto di comunicazione è decisamente mutato, forse prima volevamo solamente prenderci la libertà di dire la nostra, oggi probabilmente il nostro messaggio è più artistico ed intimo.

Come mai la scelta definitiva del nome è ricaduta su Scile?

Davide (frontman) : Egon Schiele è l’artista che preferisco; le sue opere hanno segnato il cambiamento riguardo soprattutto allo stereotipo di donna.

Credo che Schiele abbia cambiato molto del mio essere ed influenzato enormemente la mia arte, tanto da tatuarmi una sua opera sul braccio. Abbiamo dedicato il nome della band a lui semplificandolo così come si pronuncia.

Da poco avete pubblicato il vostro primo E.P. che va ad inserirsi in un mercato musicale in cui escono novità quasi quotidiane. In che cosa pensate possiate differenziarvi per lasciare un segno?

Non pensiamo tanto a questo, ci interessa fare musica. La differenza forse oggi è proprio questa.

Il sound del vostro E.P. risulta molto coerente in tutte le tracce. Come siete arrivati alla definizione di queste sonorità che viaggiano tra il pop e l’elettronica?

È stato Piero (tastierista ed effettista) a coinvolgerci in queste sonorità elettroniche, veniamo dal rock ma ci siamo altrettanto innamorati del connubio creato in studio.

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Quali sono i vostri riferimenti nel panorama attuale italiano? Cosa ascoltate tra di voi?

In realtà non ascoltiamo molta musica italiana, ma possiamo dirti che se pensiamo a qualche artista che ha potuto contaminare un po la nostra musica sicuramente potremmo citarti, Luca Carboni, Lucio Dalla, Samuele Bersani, Antonello Venditti. I nostri ascolti sono vastissimi da John Coltrane a più attuali Thirty seconds to mars, Incubus, Royksop, Muse.

Il video di “Uguali Identici” è davvero particolare. Ambientato tutto in una vecchia sala giochi e con un finale “aperto”. Dove è nata l’idea di dargli questo taglio?

Spiegammo il significato più introspettivo della canzone al nostro regista Gianluca della Monica dicendogli che un’amore “difficile” non vuol dire “impossibile“. Ecco perché è stata lasciata questa apertura.

Tutto può succedere e magari sarebbe anche bello che lo spettatore dia la sua interpretazione così da poter dire “questo video è anche mio“.

Quest’estate suonerete dal vivo per promuovere il vostro E.P.?

È previsto un tour autunnale ma non è esclusa qualche uscita estiva anche in virtù del lancio di “Non fumo più” secondo singolo estratto.

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