Paolo Leone: Non rincorro mode per arrivare “Fino a qui”
Il cantautore siracusano Paolo Leone ha da poco pubblicato il suo secondo singolo: “Tu non ci sei più”.
Edito dalla Triade Records di cui è socio fondatore insieme ad Oreste Muratori, il brano conferma le sonorità già proposte da Paolo Leone nel suo precedente singolo: “Fino a qui”.
Paolo Leone non presta molta attenzione alle logiche di mercato e cerca di proporre un prodotto diretto ed onesto, senza troppe sovrastrutture compositive e senza rincorrere quelle che sono le mode musicali del momento.
“Tu non ci sei più” è una canzone che parla di un legame emotivo spezzato in maniera improvvisa e traumatica. Questa tematica può essere interpretata da ogni ascoltatore in maniera personale. Un lutto improvviso, una storia d’amore finita male o un’amicizia perduta. La canzone può modellarsi a molte fattispecie legate alla fine improvvisa di un legame.
Paolo Leone ha deciso di interpretare questo legame emotivo interrotto nella maniera forse più profonda e toccante. Come si può vedere nel video-clip del brano (uscito in contemporanea alla pubblicazione del singolo) il musicista siciliano racconta una storia dove la dimensione del lutto è la chiave di lettura con la quale viene interpretata la rottura improvvisa di un rapporto interpersonale.
L’idea del video nasce dal confronto tra Paolo Leone e il regista Danilo Agati e vede come attore protagonista l’attore siracusano Daniele Pennuto che offre una toccante interpretazione per tutti i tre minuti e cinquanta secondi di canzone.
La Triade Records, di cui Paolo Leone è socio fondatore, continua il suo lavoro di proposta di nuovi cantautori e si sta pian piano guadagnando un posto tra le realtà discografiche indipendenti più interessanti del momento.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Paolo Leone per conoscere meglio lui e la sua musica.
Intervistando Paolo Leone
Ciao Paolo! Qual è il tuo background da musicista?
Sono un musicista prevalentemente autodidatta, crescendo mi sono dapprima avvicinato al canto.
Successivamente ho iniziato a strimpellare la chitarra, poi finita la scuola ho frequentato un’accademia di musical a Roma per completare la mia formazione artistica.
I due singoli che hai pubblicato andranno a far parte di un disco?
Sinceramente non avevo pensato ad un disco ma ultimamente sto lavorando ad un paio di tracce quindi penso proprio di chiudere questo lavoro entro il 2019 con l’uscita del disco.
“Tu non ci sei più” parla di un “legame emotivo spezzato improvvisamente”. Quanto c’è di autobiografico e quanto hai preso in prestito dalla realtà circostante?
“Tu non ci sei più” è proprio il racconto di una realtà circostante, capita a tutti di perdere qualcuno improvvisamente e sarà proprio per questo che magari è facile che ognuno associ il brano ad una vicenda personale.
Ti occupi tu stesso da solo di tutti gli arrangiamenti dei tuoi pezzi o collabori con altri musicisti?
Per quanto riguarda gli arrangiamenti me ne occupo personalmente e lo faccio anche per altre produzioni di artisti che fanno parte dell’etichetta Triade Records di cui sono socio fondatore.
Cerco di avere una particolare cura dei suoni soprattutto per quanto riguarda le chitarre, quelle non devono mai mancare, senza tralasciare però l’utilizzo di nuove tecnologie e di sonorità un po’ più moderne. In questo caso vengo aiutato dal mio amico e collaboratore Oreste Muratori.
La tua musica si inserisce in un mercato musicale che propone novità quasi quotidiane. Cosa pensi possa avere la tua musica per far si che possa lasciare un segno e distinguersi?
Non penso e forse non mi preoccupo nemmeno del fatto di ricercare qualcosa che possa lasciare un segno o distinguersi dal resto. Non è nelle mie priorità. Detta così sembra quasi “menefreghismo”, in realtà è semplicemente un fatto di logica del mercato che non per forza tendo a seguire e forse sta proprio lì il tentativo di distinguermi.
Ci sono in questo panorama italiano degli artisti che apprezzi particolarmente? E Più in generale quali sono i tuoi ascolti?
Come accennavo prima non seguo molto le mode della nuova musica e mi sento ancorato al vecchio modo di fare musica quindi non ho dei riferimenti o degli ascolti “attuali”. Ascolto prevalentemente musica rock, i grandi classici del rock soprattutto, tra tutti i Red Hot Chili Peppers .
In Italia invece ascolto un po’ di tutto in questi casi il mio gruppo di riferimento sono Le Vibrazioni che tra tutti sono quelli che incarnano di più lo spirito rock che mi caratterizza.
Il video di “Non ci sei più”, seguendo la storia di un signore di mezza età in lutto, trasmette un grande senso di malinconia. Di chi è stata l’idea di dare questo taglio al video?
L’idea del video è nata dal confronto con il regista Danilo Agati.
La canzone come detto in precedenza si prestava a diverse situazioni e a diverse chiavi di lettura. Ci sembrava banale soffermarci sulla classica fine di una storia d’amore. Era una cosa vista e rivista. Li nasce l’idea che la perdita fosse qualcosa di molto più profondo, qualcosa di più di un semplice addio.
Avremo modo di vederti live prossimamente?
Si, sto lavorando per mettere su un live per portare in giro la mia musica con la mia band. Molto presto ci sarà un piccolo tour in giro per i locali non appena sarà pronto il disco.
Ascolta Paolo Leone nella playlist Spotify di Indie Italia Mag
La puoi ascoltare anche sul Tubo!
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