Mish Mash Festival 2019: il fortino inespugnabile della musica italiana
“Questo è il posto più bello in cui abbiamo suonato fino ad oggi”. L’artista che ha pronunciato questa frase si stava esibendo sul palco di San Siro, del Circo Massimo o dell’Arena di Verona? No. Chi ha pronunciato queste parole stava suonando sul main stage del Mish Mash Festival, nella bellissima cornice del castello di Milazzo.
Il festival si apre l’11 agosto, con il welcome day, serata gratuita durante la quale si esibiscono Basiliscus P, Bangover Crew e Aspra Dimora Klan. Questi tre gruppi portano sul palco sonorità diverse, che soddisfanno i gusti di ogni tipo di avventore presente alla “data zero” del festival. Inoltre, questo primo appuntamento gratuito non è solo un’occasione per ascoltare della buona musica, ma anche per visitare il castello, godersi un aperitivo al tramonto e visitare il MuMa, il museo del Mare di Milazzo.
Se tutto questo non vi avesse ancora convinto e incuriosito, il festival ha scelto di essere totalmente privo di plastica, e tra bottigliette biodegradabili e installazioni a tema, gli organizzatori sono sicuramente riusciti a sensibilizzare il pubblico su uno dei temi più caldi del nostro secolo.
E ormai notte fonda quando si chiude il sipario sul welcome day e si spengo le luci del castello.
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Il 12 agosto si entra davvero nel vivo del festival. Il ritardo nell’apertura delle porte vale tutta l’attesa e il caldo. Tra birre ghiacciate e fronti madide di sudore il pubblico, accorso numero per questa prima serata, entrato nel castello si gode uno degli spettacoli più suggestivi che la costa ha da offrire: un tramonto meraviglioso su Capo Milazzo, uno dei luoghi simbolo della città.
Tra un aperitivo, offerto da Totù, a prodotti tipici di ogni tipo, realizzati da Sofia Bakery, gli animi si scaldano e l’area del sottopalco inizia a riempirsi. I primi a salire sul main stage sono i rovere (scritto rigorosamente in minuscolo), band bolognese capitanata dall’eclettico Nelson. Se dovessero chiedermi su quali band avevo più aspettative, risponderei sicuramente su di loro. E se a questa prima domanda dovessero aggiungere “ma le tue aspettative sono state attese?”, la risposta sarebbe “indubbiamente sì”. I rovere sono senza dubbio tra le band rivelazione di questo ultimo anno. Suonano tutto il loro album d’esordio, “disponibile anche in mogano”, intrattenendo in maniera impeccabile il pubblico.
“Vi facciamo sentire la bozza di una canzone, come se la facessimo sentire ad un amico”. È così che i rovere regalano al pubblico un brano inedito davvero molto intenso, che noi di Indie Italia Mag speriamo possiate sentire tutti molto presto.
Il concerto si conclude e si entra nel vivo del festival con la band di punta di questa prima serata: i Pinguini Tattici Nucleari. La band non può che aprire lo spettacolo con una delle canzoni più amate dal pubblico: Tetris, brano che ha caratterizzato la fine della mia estate 2018 e un viaggio di ritorno di quasi 24 ore dalla Sicilia per raggiungere, purtroppo, dopo solo 10 giorni di vacanza, la mia tanto odiata (e amata) Milano.
La cittadella fortificata esplode. I Pinguini alternano brani storici a pezzi del loro ultimo album, “Fuori dall’Hype”, ormai consacrato tra gli album più belli di questo 2019. Tra battute e intermezzi, il tempo sembra scorrere alla velocità della luce. La band saluta calorosamente il suo pubblico con uno dei brani più amati, oserei dire, di sempre: Irene.
Un piccolo fun fact per voi, cari lettori di Indie Italia Mag: finito il concerto, in attesa che venga smontata la strumentazione, per lasciare spazio all’artista successivo, Pippo Sowlo, i rovere si mischiano al pubblico. Inutile descrivervi la quantità di ragazzi, di qualunque età, che fermano i membri della band per chiedere un selfie.
Elena, l’amica carissima che ha deciso (di sua spontanea volontà) mi fa notare le scarpe di Nelson: un paio di Vans. Nulla di strano, direte voi, ma la scarpe del frontman dei rovere non solo delle comunissime Vans. Sono nere, totalmente ricoperte di brillantini. Ed è così, che tra un selfie e l’altro, ci avviciniamo, e nel modo più naturale del mondo esclamiamo la seguente domanda: “Ciao Nelson, potremmo fare una foto alle tue scarpe?”. Se ci leggi, caro Nelson, spero ti ricorderai di noi. Noi ci ricorderemo sempre di te, di questa prima serata di festival e delle tue scarpe scintillanti.
Dopo questa piccola digressione, torniamo a noi. La gente comincia ad abbandonare il castello di Milazzo. Viene da chiedersi perché, visto che il prossimo artista è probabilmente tra i più divertenti e irriverenti di questo 2019. Quando Pippo Sowlo sale sul palco coloro che sono rimasti sembra non stessero aspettando altro. Tra i ragazzi con la maglietta del merch con scritto “guardie” e le poche ragazze, tra cui noi, vestite come se dovessimo fare una passeggiata in riva al mare, l’artista romano coinvolge il suo fedelissimo pubblico con i suoi brani più famosi, da Condorello a Sirvia.
Tutti cantano e si divertono. Chi è rimasto ha, giustamente, lasciato a casa moralismi e pregiudizi e segue l’irriverente spettacolo di uno degli artisti più discussi e controversi di quest’anno. Pippo è sboccato e schietto. È “l’artista di cui non abbiamo bisogno ma che ci meritiamo”.
Quando Pippo conclude il suo spettacolo, tra video assurdi e meme, è il turno dell’ultimo artista della serata: SPLENDORE. Il suo set è splendente, come lui. La degna conclusione di questa prima serata di Mish Mash Festival. È tardi. Si torna a casa, per dormire un po’ e prepararsi alla seconda serata di festival.
Sono da poco passate le 19 quando arriviamo al castello. Il day 2 è ufficialmente iniziato. Una peculiarità della quarta edizione del Mish Mash è il variegato parterre di artisti. Non solo musica indie, come hanno dimostrato nella prima serata, invitando Pippo Sowlo, ma anche Hip Hop, come dimostra l’artista di punta di questa seconda serata di festival: Nitro.
Qualcuno potrebbe dire: ma dopo due giorni di festival non ti sei stancata di tramonti, aperitivi e birra? La risposta è no. La Sicilia regala ogni giorno un tramonto diverso, l’aperitivo con gli amici, anche mangiando tutte le sere caponata e arancini, ti rende incredibilmente felice e la birra, beh, come ci si può stancare della birra?
Ed è così che si entra nel vivo della seconda serata del Mish Mash. I primi a esibirsi sul palco sono i Tropea, che invadono il main stage con le loro sonorità anni ’80. Dopo aver messo tutti d’accordo con il loro spettacolo, il gruppo lascia il posto agli Eugenio In Via di Gioia. Tra teatralità e musica, risoluzioni di cubi di Rubik, chiodi fissi e ricerche dell’Altrove, la band regala un meraviglioso momento al pubblico, facendo salire sul palco dei fan, che cantano e ballano insieme a loro. Senza dubbio gli Eugenii hanno scaldato per bene il palco per Nitro, atteso dal pubblico come il giorno di Natale.
Nitro è una furia buona. Tra i rapper più promettenti e talentuosi della scena italiana, canta 24 brani senza mai fermarsi. La sua voce quasi non si sente, perché il pubblico del castello canta tutte le sue canzoni. Una sintonia perfetta, un concerto che rimarrà sicuramente nel cuore di tutti i suoi fan. Un altro chiaro segnale che portare sul palco, nella stessa serata, artisti provenienti da diversi generi musicali, è la carta per il successo.
Nitro conclude il suo concerto e lascia il posto a Lorenzo BTW, tra i dj e producer più interessanti del panorama nostrano. Un set pazzesco, che incanta la cittadella e fa ballare tutti, anche i più scettici, anche quelli che “il rap è il mio unico credo, tutto il resto è noia”.
Siamo così arrivati all’ultimo giorno. Gli organizzatori hanno fatto, come si suol dire, “le cose a modino”. Infatti, l’ultima serata si chiude con un super gruppo e una delle artiste più amate d’Italia. Sto parlando di I Hate My Village e Nada. Da una parte, sonorità oniriche, provenienti da terre lontane, dall’altra la voce meravigliosa di un’artista matura e consapevole, che ha scritto la storia della musica italiana.
Due concerti incredibili, unici, non solo perché questa è l’unica data siciliana per gli IHMY e Nada, ma perché quando ricapiterà di vedere tutti questi artisti in una cornice incredibile come quella del castello di Milazzo?
Il pubblico è estasiato, incantato, e chi più ne ha più ne metta. Vorremmo che questa serata non finisse mai. Sembra di essere in un sogno. E invece ci dobbiamo svegliare, buttare i nostri bicchieri biodegradabili vuoti e percorrere per l’ultima volta la strada che ci porterà fuori dal castello, sognando Mish Mash Festival 2020.
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