Young Decade: Che ne so di come andrà

Young Decade, Fabio Cassola all’anagrafe, nasce a Milano nel 1995. Si avvicina alla musica fin da piccolo grazie alla passione del padre e del nonno per i più svariati generi, dal rock di Elvis alla musica italiana di Renato Zero e Max Pezzali.

Nel 2018, dopo alcune canzoni caricate quasi per gioco su YouTube, pubblica il suo primo video Sogno a cui seguono Atterraggio e altri singoli. La caratteristica fondamentale della sua musica, il suo obiettivo, che viene quasi naturale quando scrive, è quello di trasmettere emozioni in maniera musicale e orecchiabile.

È importante specificare che  l’essere leggero non è sinonimo di banalità, anzi chi ha detto che a questo non si possa aggiungere l’intento di comunicare qualcosa? La voglia di trasmettere qualcosa a chi ascolta.

Nel 2019 nasce la collaborazione con MIDIcal, nome d’arte di Alberto Davio,  giovane produttore e dj poliedrico, che culmina con la pubblicazione dell’ Ep Che ne so, anticipato con il video su YouTube che ha il nome della title track.

 

 

INTERVISTANDO YOUNG DECADE

Chi è Davvero Young Decade?

Young Decade è la mia parte più istintiva e genuina, nel bene e nel male.

Quanta verità metti nei tuoi testi, o meglio dentro la tua wave come piace definirla a te?

Questa domanda si ricollega direttamente alla prima. Nei miei testi c’è il 100% della verità, che poi non è la vera verità (assoluta) ma la mia verità, quello che vivo a livello emotivo. Metto nelle mie canzoni tutto quello che nella vita frenetica di tutti i giorni rimane un po’ nascosto, tutto quello che sta sotto la punta dell’iceberg. Credo sia un po’ così per tutti gli artisti o per chi ha una forte parte emotiva sentire il bisogno di esprimerla, io lo faccio con i testi. La musica è in grado di tirare fuori tutto quello che ho dentro. Dopo che scrivo o che incido una canzone provo infatti una sensazione di leggerezza, è come togliersi un peso per me.

Com’è la nata la collaborazione con MIDIcal e l’Ep Che ne so?

Avrei tante cose da dire, ma preferisco lasciare la parola a MIDIcal e raccontarvi il suo punto di vista.

Io e Young Decade ci siamo conosciuti 4/5 anni fa uscendo in compagnia. Ma l’idea dell’EP è nata questa primavera, tra un esame e l’altro ci siamo beccati per mettere giù qualche idea e reccare i brani. L’obiettivo principale era quello di produrre dei brani orecchiabili, pop e allo stesso tempo caratterizzati da testi che ripercorrono un po’ i problemi del post adolescenza, le situazioni ostiche e il generale senso di non soddisfazione personale.
Il risultato è un EP variegato, che accontenta un po’ tutti i gusti, passando da tracce più pop/ estive ad altre tracce introspettive e più profonde.

Il tuo primo pezzo si chiama Sogno. Oggi quali sono i tuoi desideri?

Sogni ne ho tanti.. ma il mio desiderio più grande e stare bene con me stesso ed essere sereno, aka campare di musica. Quindi ascoltatevi ste canzoni e fatemi fare i soldi ahaha.

Hai ricaricato le Batterie quest’estate?

Si abbastanza, merito sempre della mia ragazza, la canzone è dedicata a lei infatti. Anche se nell’unica vacanza che ho fatto, a Barcellona, mi sono scaricato.

Sei mai riuscito a fare qualcosa che pensavi fosse Impossibile?

Credo trovare il coraggio di mettermi in gioco e pubblicare musica, per un certo periodo della mia vita ho pensato che non avrei mai trovato il coraggio di farlo soprattutto per paura del giudizio degli altri. Mi sa che mi sbagliavo.

Nei tuoi testi emerge il tuo amore per il calcio. A chi è dedicata Campioni?

Campioni è dedicata a tutti quegli amici con cui si sono persi un po’ i rapporti, vuoi per qualche incomprensione o per i tanti impegni che ci tengono più lontani rispetto ai tempi passati. È un brano che racconta la mia adolescenza, in particolare le estati che passavo in campagna con la mia compagnia, sono bellissimi ricordi a cui ho voluto dare onore e valore con questo pezzo.

Il rap negli ultimi anni sta cambiando molto. La trap è esplosa, Achille Lauro si è scoperto  Rock e Young Decade dove si posiziona in questo scenario?

Sono ancora all’inizio del mio percorso quindi catalogarmi in un genere solo o in un mood solo lo troverei limitante. Diciamo che mi sto scoprendo ogni giorno e mi piace molto sperimentare. Mi piacerebbe arrivare a un pubblico ampio, senza distinzione di età perché credo che molte cose di cui parlo nei miei testi le vivono tutti, dagli adolescenti agli adulti. Forse il genere più variegato da questo punto di vista è il pop no?

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