Arianna Poli è una cantautrice ventenne cresciuta tra le infinite distese di nebbia del ferrarese. Il suo amore per la musica si palesa fin da piccola, portandola prima ad esibirsi ai concerti di Natale a scuola, poi ad arrangiare cover che puntualmente caricava su Youtube; il padre ha sempre detto ad Arianna che probabilmente avrebbe fatto l’attrice, ma la strada che la giovane ormai aveva deciso di intraprendere era evidentemente un’altra.
Dopo l’esperienza con una band di alternative-rock, nel Luglio 2017 Arianna decide di “mettersi in proprio”, cominciando a suonare le sue canzoni, scritte durante le infinite ore di matematica al liceo, nella forma intima chitarra e voce.
Nel 2018, grazie anche all’aiuto di Samuele “Samboela” Grandi, produttore e fonico al Sonika Studio di Ferrara, Arianna incide il suo primo EP “Ruggine”, composto da sei canzoni, dall’atmosfera intima ma non per questo poco incisiva anzi; proprio la capacità lirica di Arianna Poli, sottolineata anche dal sapiente gioco di pause e dinamiche diverse, conferisce all’EP un carattere del tutto particolare, incredibilmente identitario, per essere un esordio.
Al momento Arianna Poli sta portando i suoi brani in giro per l’Italia durante il tour promozionale di “Ruggine”, che l’ha vista suonare sui palchi dei migliori live club italiani, aprendo anche i concerti di artisti del calibro di Giorgio Poi, Gomma ed Any Other.
Se devo essere sincera è stata una scelta quasi casuale. All’inizio il brano era molto lineare, senza grosse differenze tra strofa e ritornello. Poi, durante l’arrangiamento, ci siamo accorti che forse per rendere l’idea di “rabbia” con cui in realtà avevo scritto il pezzo, serviva qualcosa di più, non so, cattivo.
Beh, non sono sicura di riuscire a definire una mia canzone come una “perla”, però ultimamente ho rivalutato In questi casi si dice buona fortuna, devo dire che mi piace proprio. Anche se, sotto sotto, quella che mi gasa di più è sicuramente Interludio.
Questa è una domanda super difficile! Quando ho scritto questo disco ascoltavo tantissime cose diverse, per dirne alcune: Verdena, La Rappresentante di Lista, le primi Luci della Centrale Elettrica.
Il 99% dei casi parto da un semplice chitarra e voce; mi viene molto naturale. Qualche volta ho trovato ispirazione nel suono di un pianoforte, ma alla fine non l’ho mai propriamente utilizzato come strumento principale in un brano.
È vero! Adoravo quel gruppo, ci divertivamo moltissimo a suonare in quel modo. Ora però mi sento più “me stessa” accompagnandomi da sola, riesco a crearmi la mia dimensione e la mia intimità solo con la chitarra e devo dire che mi piace, mi ci trovo bene. Poi magari in futuro si vedrà.
Così su due piedi? Stella Donnelly. La adoro. È una cantautrice australiana incredibile, la seguo da poco più di un anno e impazzisco per la sua spontaneità creativa.
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