Antonio Petrosino: “La musica è libertà” | Intervista

Quella di Antonio Petrosino è una storia da cui si potrebbe trarre un film.

Ragazzo di provincia, lavoratore, innamorato della vita e di sua moglie, a cui dedica il nuovo singolo Tutte le favole del mondo. La dichiarazione di un amore non più agli albori, ma proprio per questo più forte e maturo che mai.

 

Questa verità, questo legame alla vita e alle sfide che ci pone davanti è il tratto distintivo del nostro cantautore salernitano. Si sente che negli anni ha ascoltato tanto cantautorato italiano, ma non solo. Il suo lavoro è un costante punto d’incontro di generi più disparati, dal reggae alle ballad anni 90. Una tenerezza innata abbinata ad un anima a tratti rock, mondo a cui dice di essere indissolubilmente legato.

Umiltà e passione per la musica lo hanno portato fin qui, dopo aver più volte perso le speranze, e ci auguriamo che lo portino sempre più lontano.

 

Intervistando Antonio Petrosino

Chi è Antonio Petrosino? Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Antonio Petrosino è un ragazzo di 37 anni della provincia di Salerno, che scopre la musica solo a 14 anni, Un amico mi dà una chitarra e mi fa: impara questa. La canzone è Reeko dei Nofx: non il classico giro di Do, insomma. Erano gli anni 90 e il punk rock californiano stava esplodendo.
Cresciamo ascoltando il rock, il metal, i Guns ‘n Roses, i Metallica. Durante i primi anni delle superiori ho una “parentesi pianobar” ma dentro di me continua a bruciare un’anima rock. Presto scopro anche i cantautori: Guccini, De Andre, Battisti. Metto su una band rock con un amico e, dietro suggerimento di mia sorella, inizio a cantare in italiano. Compongo e mi esibisco per anni, ma senza particolare successo, quindi smetto definitivamente, con l’autostima sotto zero.
Nel luglio del 2018 ricomincio a cantare e suonare con un amico nei fine settimana per puro svago, e qualcosa inizia a smuoversi dentro me. Nell’aprile 2019, dopo anni che non scrivevo nulla, comincio a lavorare ad una nuova canzone: Estate da incorniciare. La pubblico a fine agosto, e da lì salta fuori l’idea dell’EP.
Seguono notti insonni a scrivere testi, a provare i pezzi e a creare gli arrangiamenti. Oggi siamo all’alba dell’uscita di Tutte le favole del mondo e dell’EP Anejo20, e ancora non ci credo.

“Tutte le favole del mondo” è il tuo nuovo singolo e parla di un amore non più agli inizi, un amore complice che ha superato numerose sfide. La voce che sentiamo è quella di tua moglie?

La voce non è quella di mia moglie, ma di una bravissima cantante di nome Berenice. Sì, “Tutte le favole del mondo” è dedicata a mia moglie, prima supporter dei miei lavori. Una domenica pomeriggio, mentre andavo al bar che gestiamo io e lei, mi è venuta il mente la frase “Tutte le favole del mondo sono il nostro riassunto”, pensando alla nostra storia d’amore. Ho scritto il testo il giorno stesso, tra un cliente e l’altro e una volta a casa ho preso la chitarra per farla ascoltare subito a mia moglie, che l’ha adorata.

 

“Tutte le favole del mondo sono il nostro riassunto”, canti ad un certo punto. C’è una favola che rappresenti più delle altre la storia tua e di tua moglie?

Una favola in particolare? Ora che ci penso, forse proprio quella che cito ad un certo punto, la favola di Fiona e Shrek: sgraziati, sconclusionati, ma uniti da amore vero e rispetto reciproco.

Dietro l’arrangiamento ci sei solo tu o hai collaborato con altri musicisti?

Musica e testi sono tutta farina del mio sacco. Gli arrangiamenti sono invece frutto della mente di un ragazzino di 61 anni con una grande passione per la musica: Massimo Bonuccelli, detto anche Max Muller.
È stato illuminante lavorare con lui: in parte ha stravolto il mio lavoro, in parte ci siamo capiti al volo.

Sia in “Estate da incorniciare” che in “Tutte le favole del mondo” si percepisce l’influenza del Neomelodico italiano. C’è un cantautore a cui ti senti particolarmente legato?

La melodia è la base su cui costruire, per come la vedo io. È da lì che parto di solito. Le melodie “semplici” ma geniali di Battisti, Venditti e altri mi hanno molto influenzato. Nella stesura dei testi mi sento a metà strada tra Jovanotti e De Andrè.
Quando canto seguo l’istinto, in Tutte le favole del mondo sono super melodico, ma in altre seguo più il rock, il blues e il ritmo latino. Porto sicuramente nel cuore anche la musica di Pino Daniele, Lucio dalla e Rino Gaetano.

Il tuo prossimo EP sarà un lavoro eterogeneo, dai diversi stili musicali. Di quali stili parli? Tratterà sempre il tema dell’Amore?

Sì, questo EP sarà incentrato sull’amore, sull’amicizia e sui i rapporti familiari in generale. Per ma la musica è libertà, cantare “fuori dal coro”, magari anche stonando. Quando prendo in braccio la chitarra non seguo regole precise. Sento di avere una vena latina molto sviluppata, infatti componevo canzoni reggeaton già 15-20 anni fa. Nell’EP si andrà da ritmi ossessivi a brani pop e rock, alle ballad in pieno stile anni 90, all’R&B. Consiglio di ascoltarlo a cuor leggero e a mente spalancata.

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