Oggi vi presentiamo in anteprima il nuovo video ufficiale dei CLACS, Testo Leggero.
Il gruppo palermitano torna in una nuova formazione con questo pezzo che si colloca tra le sonorità tipiche dell’indie rock e la tradizione cantautorale italiana.
Il nome scelto dalla band è una onomatopea, che descrive un rumore acido che risuona come un allarme.
Scrivere un inedito senza scadere nella banalità sicuramente ogni giorno diventa sempre più difficile, ma i CLACS riesco nell’intento ti criticare e rendere divertente la normalità nella quale noi tutti siamo immersi. Una ventata d’energia fresca che sfugge alla gravità e ci trasporta nell’ascolto.
Essenzialmente, siamo quattro ragazzi di paese che hanno deciso di spostarsi in città per svariati motivi, tra cui quello di fare musica. A dirla tutta (avete presente il traffico di Palermo?) siamo ancora in cerca di parcheggio.
L’idea alla base del video è molto semplice. È una sorta di riflessione solitaria sui canoni e la normalità, una normalità prodotta in serie. I personaggi che appaiono nel video vogliono esserne una rappresentazione che, proprio come per noi il concetto di normalità, esistono soltanto sul piano immaginativo. Questo ci serviva in qualche modo per articolare il rapporto che abbiamo con la normalità, che oscilla tra il senso di inadeguatezza e la noia/disinteresse.
È ciò che da senso alla nostra ricerca musicale, così come ai nostri percorsi individuali. Non è un concetto astratto ma una costellazione di cose, luoghi, azioni. La leggerezza per essere tale deve concretizzarsi in qualcosa, che sia per esempio suonare una canzone, e nel momento in cui ciò avviene acquisisce una sua massa, un peso specifico, che deve poi fare i conti con la gravità.
Citare Lercio è un must e a questo punto: “Raduno di depressi degenera in un concerto dei Radiohead”. Ma c’è di più, a quel raduno c’eravamo anche noi ed è stato l’esatto momento in cui abbiamo deciso di suonare insieme!
È un po’ difficile rispondere a questa domanda perché per noi rock prima ancora che un genere è un’attitudine dalla quale non possiamo prescindere. La nostra musica nasce sempre spontaneamente, come espressione libera, senza mai partire dall’idea di appartenere ad un genere. Questo poi convive con l’attenzione verso tematiche più esistenziali, quelle che ci stanno più a cuore e su cui siamo soliti confrontarci. Quindi beh, possiamo dire che queste due anime convivono perfettamente e il disco sarà un po’ la ricerca di un corpo che le ospiti entrambe.
Dal parcheggio non sembra affatto male!
Scherzi a parte, Palermo al momento sta vivendo una bellissima riqualificazione culturale. E’ una realtà in continua espansione. Musicalmente parlando negli ultimi due/tre anni abbiamo assistito alla nascita di svariati artisti emergenti e, parallelamente, al consolidarsi delle carriere di chi è riuscito a farsi strada partendo proprio da qui. L’unica cosa che ci spiace di Palermo (discorso valido per tutta la Sicilia) è che risenta di alcune limitazioni (geografiche, infrastrutturali) per le quali molti degli artisti emergenti che vorremmo sentire dal vivo difficilmente fanno tappa qui.
Mai dire mai, sicuramente. D’altra parte però diffidiamo dall’idea che il talento possa essere facilmente essere ricondotto a dei canoni e sulla base di questi misurato. La musica per noi è prima di tutto uno strumento di espressione personale. Abbiamo molta strada davanti e sentiamo la necessità di crescere e migliorarci, ma vogliamo farlo partendo da noi stessi. L’attuale format dei talent, in tal senso, si discosta di molto dalle nostre esigenze artistiche e personali.
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