THEMORBELLI: La mia caccia a Moby Dick | Intervista

THEMORBELLI, maiuscolo e tutto attaccato, è senza dubbio un personaggio molto interessante. In questa intervista emerge la sua cultura, il suo amore per il cinema, filosofeggiando sull’amore e sugli altri temi che ormai spesso tirati in mezzo con una certa banalità.

Lui, che nel 2010 ha prodotto un album nel quale si definiva New Normal mentre adesso si descrive come lo sconosciuto più famoso del web, ha addolcito il suo stile di scrittura senza però perdere la sincerità e la spontaneità dentro le sue canzoni.

Il nuovo disco, appena uscito e disponibile solo in formato cd, è un viaggio verso la riscoperta dei sentimenti. Scritto di getto in tre mesi, ogni canzone parla di un giorno o di una notte precisa. Queste emozioni hanno permesso a THEMORBELLI di lanciare, quasi scherzosamente, una sfida alla scena indie italiana.

THEMORBELLI

INTERVISTANDO THEMORBELLI

Chi è THEMORBELLI ?

Ciao, è uno che ha come prerogativa quella di vivere per l’arte e quella semplice attitudine all’entusiasmo che, etimologicamente, in greco antico, significa “avere Dio dentro di sé,” dove per Dio si intende la follia della felicità.

L’eudaimonia, cioè il seguire il demone buono, non tradire la propria natura e soprattutto non nascondere mai la propria essenza, affrontando le paure della vita, maneggiando con cura i sentimenti che, oramai, abbiamo capito essere l’unica verità concessaci.

Faccio musica e mi occupo di arte contemporanea in tutte le sue forme da quando ho 16 anni e ora, alle soglie dei 40, credo di aver trovato le parole per raccontare il mio modo di vedere il mondo.

Con che aggettivi spiegheresti l’indie rap?

Sobrietà, equilibrio e sincerità. Ho fatto del rap crudo per anni, riuscendo a parlare seriamente di quello che per me era importante, sono sempre stato attratto dalla letteratura, in particolar modo, da quella americana degli anni 70 e 80 e con il rap sono riuscito a trovare un giusto compromesso tra sintesi, significato e significante.

Oggi, inteso come periodo storico, ho aperto quella porta rimasta chiusa per anni e ho intrapreso un viaggio dantesco nel mio più profondo intimo, pensando che fosse naturale e terapeutico svuotare tutti i compartimenti nascosti. Il nuovo disco infatti sfiora sonorità più dolci e melodiche e anche il linguaggio è stato ripulito per descrivere questa faccenda dell’amore che per me rappresentava un mistero. Una caccia a Moby Dick che sapevo di dover intraprendere, ma che per una serie di casualità continuavo a posticipare.

Io ci vengo però non mi affeziono a nessuno descrive un mood alla Nanni Moretti?

Quando sento parlare di Moretti penso a un’intervista fatta a Monicelli; gli si chiedeva cosa pensasse appunto di Nanni e lui rispose:  “È un bravo figliolo, ma quando guardo un suo lavoro, mi viene da dire: Nanni, spostati fammi vedere il film.”

No, non credo sia questo il mood. Il titolo è lo stesso del mio romanzo che è uscito a Marzo di quest’anno e funziona come difesa e descrizione di una certa tendenza contemporanea a snobbare appunto i sentimenti. Come scriveva Stefano Benni, siamo una massa di spauriti comici guerrieri, abbiamo paura di vivere e di lasciarci andare e io per anni sono stato quel tipo di soldato. Nel romanzo ha una valenza narcisistica mentre nella canzone è un modo per ribaltare una situazione che a oggi mi sta talmente tanto a cuore da farmi scrivere un’intero disco in merito.

Mi sono raccontato invertendo i poli, tutto quello che dico nel testo è quello che in realtà mi è capitato. Ho provato a vedere le cose dall’altra parte per allenarmi a un’equilibrio relazionale più consono alla serenità. Devo dire che sputare fuori tutto così liberamente ha generato l’effetto guaritore che citavo all’inizio.

Quindi per rispondere alla domanda con un’affermazione dirò che il mood del brano si ispira alla maturità dei sentimenti e se vogliamo associarlo a un regista potremmo citare Michel Gondry ( Eternal Sunshine of the Spotless Mind ) che tra l’altro ho usato come video per Lacuna Inc. una canzone del disco già uscita su youtube.

Hai una passione per il bianco e nero e i film d’autore?

Certo, altrimenti non avrei argomenti per le conversazioni.  Non seguo il calcio e non ho la TV in casa. Poi ho studiato Storia del Cinema a Torino e penso seriamente che un film così come il resto debba insegnarci sempre qualcosa, per migliorare la nostra esistenza, per aiutarci a capire sempre di più l’universo sociale.

Tra l’altro tra poco è Natale e non credo di aver tempo per un sentimento.” Cosa vorresti trovare sotto l’albero?

Quello che ho appena scoperto, tenerezza e consapevolezza, il senso della semplicità, rinascita dell’anima. Arte e Amore, cazzo ho davvero scritto così? Mettersi a nudo a  Dicembre: non fa per niente freddo, lo consiglio a tutti.

A chi è dedicata Noi senza scarpe?

A una persona che credevo non esistesse e poi un giorno mi è comparsa davanti in un ristorante Giappo.

Noi senza scarpe THEMORBELLI

Torniamo al discorso romanzo: di cosa parla?

Copio e incollo quello che hanno scritto nelle recensioni.

“La provincia è una bestia che ingoia anime indaffarate nell’aperitivo. Lo sa bene il protagonista, che si ritrova a fare un volo dall’Aurelia a bordo di una Fulvia 1300 del ’76. Ma al posto della fine troverà un nuovo inizio, fatto di feste esagerate, auto d’epoca e cocker spaniel che pendono dal soffitto. Ogni sonno, però, ha un risveglio, una rinascita che lo farà crescere tutto d’un tratto e lo allontanerà dalla dolce vita dei professionisti dell’ozio.”

Dalla quarta di copertina:

“Un ventinovenne di provincia ha paura che la realtà abbia la meglio sulle sue ambizioni personali e professionali. Decide così di farla finita, gettandosi da una scogliera insieme ai suoi genitori a bordo di una Fulvia 1300 del ’76. Il luogo prescelto è la stessa curva sul mare de Il sorpasso. Ma le cose non andranno come si aspettava. Un paese delle meraviglie contemporaneo. un sonno e un risveglio.”

PS: Lo si trova on line ovunque.

ASCOLTA THEMORBELLI NELLA PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAG