Giulia + Michele = Nextop | Intervista
I Nextop sono un duo rock/pop elettronico formato da Giulia Tosin, voce, e Michele Salvemini, batteria e tastiere.
È notizia di qualche giorno fa che la coppia parteciperà a Sanremo Rock 2020.
Dopo la pubblicazione dei primi brani racchiusi in Volume 1, tra i quali citiamo Asyntote e A Colorful Wave Of Sandess, i Nextop stanno girando l’Italia, partecipando a vari contest e lavorando ad un nuovo album.
Nella loro musica si fonda l’energia del rock con le sonorità più elettroniche, che creano un atmosfera a tratti onirica nella quale l’amore si modella rafforzandosi o esplodendo fragorosamente a seconda del contesto. La scelta della lingua inglese permette una maggior internazionalizzazione del progetto che sta riscuotendo successo anche fuori dai confini nazionali.
INTERVISTANDO I NEXTOP
Ci presentate questo progetto chiamato Nextop?
I Nextop nascono dall’incontro mio, Michele, con Gabriel, vecchio membro del progetto. All’inizio il nostro target era molto diverso: suonavamo principalmente nelle discoteche e miravamo a far divertire un pubblico giovane. Abbiamo inciso un primo album, autoprodotto, principalmente improntato sull’elettronica. Poi ho conosciuto Giulia e le cose sono cambiate.
Io cercavo qualcuno con cui avviare un nuovo progetto, concentrato meno sul far divertire e più sul far riflettere, e lei cercava delle persone con le quali poter incidere inediti. E così, sono nati i “nuovi” Nextop! Con Gabriel abbiamo poi preso strade diverse, adesso possiamo dire di essere a tutti gli effetti un duo.
Come si sono conosciuti Giulia e Michele?
Giulia e Michele si sono incontrati in un ospedale, sembra una battuta, invece è la realtà. Il papà di Giulia e “nonno Lucio” amico di famiglia, nella stessa stanza, si parla di tutto ed anche di musica.Michele fa musica, Giulia vorrebbe cantare da solista e così sono nati i Nextop conoscete ora!
Come definireste il vostro stile? A chi vi siete ispirati?
Il nostro stile è difficile da spiegare hahaha. Facciamo fatica a contenerci dentro un genere musicale. Possiamo dire che il nostro sound oscilla tra un rock e un pop elettronico.
Sicuramente ci sono state delle band che ci hanno ispirato come i Twenty One Pilots, Editors e Depeche Mode, di cui abbiamo anche fattola cover di Enjoy The Silence!
Giulia: Indubbiamente i contest sono per noi un’esperienza molto formativa, prima di tutto perché ci permettono di confrontarci con il mondo dei live, cosa a nostro parere di fondamentale importanza per un musicista, soprattutto se è alle prime armi come noi. In secondo luogo perché ci consentono di interfacciarci con tanti giovani artisti diversi, ognuno con il proprio modo di creare, di suonare e di vivere la musica.
Michele: Le emozioni sul palco sono indescrivibili, ma anche quelle appena prima di salire. Giulia ed io siamo due emotivi e facciamo fatica a gestire l’ansia precedente ai concerti ma ci aiutiamo sempre!Ma quando sali sul palco e hai tutti gli occhi verso di te, basta partire e scoppia il tutto, sembra di avere i fuochi d’artificio nello stomaco.
Che storia racconta A Colorful Wave Of Sandess?
A Colorful Wave Of Sadness illustra il rapporto con una persona affetta da una patologia celebrale degenerativa che si porta via la parte più bella della vita, i ricordi.
È una canzone davvero molto importante per noi.
Asymptote nasce da una passione per la matematica o da una delusione d’amore?
Asymptote, è sicuramente una storia d’amore fra due persone che si cercano si avvicinano, ma non riescono mai ad essere uniti. Questa canzone è stata scritta da Michele che ha frequentato il liceo scientifico con un grave deficit matematico, ma mentre la prof parlava di asintoti. Ci sembrava il riassunto perfetto della canzone. Forse quella è l’unica lezione di mate in cui Michele non ha dormito.
La scelta del titolo Volume 1 preannuncia una trilogia? In ambito cinematografico qual è la vostra preferita?
Lo scopriremo solo vivendo! Abbiamo molte idee in cantiere per il 2020, tenetevi forte!
Giulia: Io adoro particolarmente la trilogia di libri di Millenium.
Michele: Personalmente una delle mie trilogie preferite è l’originale di Spider-Man diretta da Sam Raimi, ci sono cresciuto con quei film praticamente.
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