Come Te: “Il mio ego tra diversità ed omologazione” | Intervista

Come Te, musicista e producer bolognese, è quasi incomprensibile quando canta. Ma questo è del tutto in linea con la sua identità di ragazzo fuori dai soliti stereotipi e dalla massa in generale.

Lo so, tutto questo suona terribilmente indie, ma Come Te mixa generi diversi in un modo tutto suo: nei suoi brani si percepisce tanto la solitudine di un ragazzo chiuso in cameretta quanto quella di un astronauta nello spazio.

Due singoli e un EP, che uscirà l’estate prossima. Quante storie fai, il suo ultimo singolo, un ragazzo introverso e perso nel proprio mondo racconta quello dei social, così assurdo e pieno di cliché. Ed è proprio di cliché, giochi di parole, metafore, provocazione e leggero sarcasmo che si serve Come Te per far trasparire la precarietà della vita dell’artista e degli umani in generale. Un’elettronica che ricorda l’ultimo album di una certa coppia munita di casco, che fa pensare ad un robot con dei sentimenti più che ad un esercito di cloni pronto ad attaccare.

Il tutto condito da una cornice vagamente rétro, che dà quel tocco di malinconia che regala senso e profondità. Dopo il primo ascolto di entrambi i singoli ti rendi conto che è proprio questa indecifrabilità del testo, questa difficoltà a comprendere ciò che dice che ti porta ad ascoltarlo più volte, entrando piano piano nel suo universo parallelo, dove l’uso sapiente dell’ironia impedisce alla malinconia di divenire tristezza vera e propria.

Intervistando Come Te

Come Te. Chi è “Te”?

“Te” è il punto di incontro tra me stesso e gli altri. Da un lato ciò che mi accomuna e dall’altro ciò che mi differenzia. Rappresenta la lotta del mio ego tra la diversità e l’omologazione.

Viene prima il cantante o prima il producer?

Vengo da un progetto elettronico, tuttora attivo, in cui mi sono perso per anni stando dietro ad ogni minimo dettaglio della musica, dando priorità al mio lato perfezionista.

Come Te è invece la mia parte più istintiva, più reale e più sporca. Un progetto in cui non c’è una gerarchia tra cantante e producer, ma è tutto relegato alla casualità nel momento della composizione. Nei pezzi si possono trovare infatti sbavature, stonature o momenti musicali che in altre occasioni mi avrebbero provocato horror vacui.

Insomma, una relazione più intima, sincera e imperfetta tra me e la mia nuova musica.

Che rapporto hai con i social?

È il classico rapporto di amore e odio.

Amore perché i social sono sicuramente tra le vetrine più importanti per ogni artista.

Odio perché non accetto che il destino dello stesso artista spesso debba dipendere da essi e non dalla musica stessa. Quindi li uso, ma con cautela per evitare di “intossicare” me e miei followers.

Da dove parti nella realizzazione di un progetto?

Non seguo un metodo preciso. A volte parto dal testo, a volte da un pattern ritmico, da una melodia o può capitare che mi ritrovi al piano ad improvvisare qualcosa che poi diventa una composizione. Avviene tutto in maniera spontanea e naturale, e soprattutto senza schemi precostituiti.

Quante storie fai è il tuo secondo singolo. Puoi dirci qualcosa in merito?

Ispirato dalla grande quantità di storie che invadono i social, racconta quanto sia ormai labile la vita dell’artista, e lo fa attraverso l’utilizzo di giochi di parole e cliché. Musica tra elettronica e indie-pop, arricchita da motivi accattivanti dal sapore vintage.

In questi giorni è nata l’idea di invitare i miei followers (che spero crescano sempre di più) ad inviarmi le loro storie più significative e racchiuderle all’interno di una iper-storia da cui trarre il mio primo videoclip. Ne approfitto partendo proprio da questa intervista: chiunque abbia voglia di condividere con me questo gioco può taggarmi all’interno della propria storia e aspettare di ritrovarsi all’interno di un video assurdo.

Ci anticipi l’EP che uscirà il prossimo anno?

Attualmente ho altri quattro singoli in uscita programmata da gennaio a maggio. All’interno ci sarà un mix di musica pop e dance e testi che viaggiano tra l’ironia e la provocazione, tra il malinconico e l’onirico.

Sto valutando di inserire delle featuring con altri musicisti e cantanti e arrivare in estate con un Ep da presentare in giro per l’Italia. Tutti i pezzi sono infatti pensati anche in ottica di futuri live che, oltre a far cantare, dovrebbero puntare molto sull’aspetto dance floor.

ASCOLTA COME TE NELLA PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAG