Umberto Ti. : Serve aprire l’anima per capire i cantautori | Intervista
Umberto Ti. ad un anno di distanza dall’album Alaska (qui una nostra vecchia intervista) torna con un Ep fatto di cinque canzoni dal titolo Non credo basterà per la New Model Label sotto la direzione artistica di Giuliano Dottori.
L’Ep si distingue fin da subito da sonorità più acustiche, molto mediterranee, che si mescolano con strumenti come il bouzouki e da chitarre elettriche afro funky.
Umberto Ti. porta avanti il suo cantautorato italiano senza aver paura di sperimentare, i testi dialogano con il sax, con parti di clarinetto, con flauti. Le batterie si mescolano con percussioni dalle ritmiche arabeggianti.
È un viaggio caldo, fatto di colori e da atmosfere suggestive, immersi nella natura tra l’Africa e posti alla fine del mondo, ma anche all’interno delle nostre famiglie e di come gestiamo i rapporti sociali.
INTERVISTANDO UMBERTO TI.
Come mai hai scelto di sostituire il tuo cognome con Ti.?
Ciao a tutto lo staff di Indie Italia Magazine!
Il Ti. è una semplice un’ abbreviazione del mio cognome Tramonte. Non volevo eliminarlo del tutto quindi ho pensato a questo.
Che ricerche hai fatto per trovare queste sonorità?
Le sonorità che ho usato per il mio nuovo Ep Non credo basterà partono da un disco che per me è fonte di ispirazione che è Crêuza de mä di Fabrizio de André. Quei suoni di strumenti etnici diversi, quelle percussioni mi hanno sempre affascinato. Così ho deciso di inserire il bouzouki suonato da Giuliano Dottori che ha prodotto e arrangiato quest’ultimo lavoro.
Anche il sax e i fiati come il flauto traverso, suonati da Moreno Falciani, sono strumenti che ho fortemente voluto e desiderato.
Le sonorità sono frutto anche dei miei viaggi, ogni suono o anche rumore che sento per me sono fonti di ispirazione.
Alaska è un disco che sa di mancanze, mentre questo nuovo album come lo definiresti?
Non credo basterà invece è composto da cinque racconti nati scollegati tra di loro ma che una volta scritti mi resi conto avevano qualcosa che li legava tra loro, per esempio la figura dell’ albero, che poi ho scelto per la copertina e per il video, fino ad arrivare a Resina che è proprio la resina che esce dagli albero che poi si trasforma in una relazione sentimentale.
Non credo basterà lo definirei un viaggio, che va da Marrakech fino ad arrivare ad un palazzo di qualche provincia desolata (La fine del Mondo).
Il brano Non credo basterà che stato d’animo vuole descrivere?
Non credo basterà parla di una storia d’ amore tossica che si sviluppa in una Marrakech misteriosa.
Sotto l’effetto di Assenzio veniamo così trascinati tra le vie della città fino a raggiungere il deserto.
La canzone vuole descrivere uno stato d’animo inebriato, il personaggio rincorre una chimera dai mille volti, una donna, una nuova terra, un sogno da inseguire.
Cos’è Resina?
Resina l’ ho scritta proprio immaginando una goccia di resina che usciva da un pino di un bosco.
La montagna con i suoi boschi mi ha sempre affascinato, poi questa Resina si trasforma in una relazione, in sentimenti che si intrecciano appunto come radici di un’albero.
Questo paese è vecchio, maledetto. Nel 2050 in che Italia vivranno i nostri Figli?
Questo paese è vecchio, maledetto è un verso che ho scritto ispirato da un paesino qui vicino a dove abito che per ovvie ragioni non posso svelare il nome. Questo paese ha la fama di avere storie velate di tristezza.
Da qui sono partito a scrivere questi versi per raccontare la storia di figli in balia di genitori che forse finiranno la loro relazione.
Che poi il significato del ritornello si possa ritrovare in questo panorama italiano che stiamo attraversando forse è vero.
Ma sono ottimista e penso e spero che i miei, come tutti gli altri figli potranno crescere in un mondo migliore.
È difficile capire i cantautori?
I cantautori sono persone come tutte le altre, che esprimono le loro emozioni attraverso delle canzoni, qualcuno in maniera più ermetica, qualcuno in maniera più scanzonata.
Per capirli fino in fondo bisogna solo ascoltarli con anima aperta.
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