Scuse Inutili: I nostri difetti non stanno in silenzio | Intervista
Siamo fragili, ci rompiamo alla prima caduta, senza arrenderci ma convinti che sia finita.
Così si apre Difetti, brano presente nell’ album Come pensi di scappare, del gruppo Scuse Inutili.
Luca Panoni, Marco Freschi e Davide Boschi hanno messo su questa band nel 2018 in provincia d’Arezzo, iniziando a produrre brani italiani spaziando dall’hard rock fino a sonorità più melodiche e delicate.
Dopo diversi singoli pubblicati sulle varie piattaforme streaming e alcuni video su YouTube, il 27 Marzo hanno pubblicato il loro primo album Come pensi di scappare.
Una fuga rabbiosa oltre che da se stessi dalle avversità della vita. La musica diventa quel coraggio che permette di farsi forza.
Per fare questo è Ovvio muovere i Muscoli ormai in sciopero, dopo aver capito i propri Difetti, evitando di rimanere in Silenzio. Bruciare come Paglia i pensieri negativi, che prendono a Morsi anche il Palato, muovendo Polvere e Sabbia dentro al cuore. Tutte queste Voci, urlate forte davanti al pubblico sono catartiche e i problemi rimangono così solo una Parentesi.
INTERVISTANDO SCUSE INUTILI
Scuse Inutili è il nome del vostro progetto. Quali sono quelle che vi hanno fatto nascere?
Contrariamente a quanto uno possa immaginare sentendo questo nome, la sua origine è un po’ bizzarra. Dopo circa due mesi di attività ci siamo iscritti ad un contest per band emergenti organizzato nella nostra provincia ed ovviamente, per poter partecipare, il nostro progetto aveva bisogno di un nome. Diciamo che prima di quell’occasione non ci eravamo ancora posti questo tipo di problema e, presi dalla fretta del momento, abbiamo deciso di cercare nei testi dei pezzi che avevamo scritto fino a quel momento una frase o delle parole che potessimo assumere “momentaneamente” come nome del progetto. Il brano che più ci è sembrato adatto a questo scopo è stato Silenzio, la prima canzone in assoluto che abbiamo scritto e, come potete ben vedere, alla fin fine non è stata una cosa provvisoria.
Il titolo del vostro album Come pensi di scappare si riferisce all’amore o c’è dell’altro?
Come pensi di scappare si riferisce al rapporto che abbiamo con noi stessi, l’accettazione e il confronto con le proprie sensazioni. È un viaggio attraverso lo spettro delle emozioni e della propria identità, scavando a fondo attraverso reazioni e scontri, a volte propositivi e con forti prese di posizione come in Muscoli in cui Sono stanco di aspettare i comodi del sole, voglio che tramonti adesso solo per me, a volte “presi male” e disillusi come in Voci in cui Ho paura che le voci che sento non abbiano più niente da dirmi.
Ci sono momenti in cui è impossibile fare Silenzio?
Sì, innumerevoli. Dalle quotidiane situazioni in cui hai il bisogno di esprimere il tuo pensiero, ai momenti in cui tutto ti rema contro e vorresti solo urlare. Quelli che noi preferiamo sono quando ci troviamo circondati di persone e, tutti insieme, siamo spinti a cantare la stessa canzone, con tutta l’aria che abbiamo nei polmoni, fino a perdere la voce. Speriamo che ai nostri concerti sia impossibile fare Silenzio.
Avete avuto Voci che vi hanno ispirato?
Le nostre ispirazioni sono molteplici, sia dal punto di vista musicale che nella vita di tutti i giorni. Facciamo riferimento ad artisti internazionali come Biffy Clyro, Red Hot Chili Peppers, Foo Fighters, gente che vive il palco come un ring urlandoti addosso tutta la grinta e la rabbia possibile, ed artisti italiani che si sono fatti spazio dalla scena undergound ai grandi palchi a suon di gavetta come Verdena, Ministri, Fast Animals and Slow Kids. Un’altra fonte di ispirazione enorme per noi sono tutti gli artisti che stimiamo e con cui finora abbiamo condiviso parte del nostro percorso, come MAREE, La Gabbia e Atlante.
Quali sono i vostri migliori Difetti?
Siamo tutti e tre estremamente testardi, non ci fermeremo mai davanti a niente. Useremo la nostra musica per portare a termine questo scopo.
Che logica c’è dietro Morsi?
Morsi racconta della delusione che si prova nel non raggiungere i risultati preposti, della sensazione di aver tradito i propri obiettivi. Questo viene trasmesso attraverso immagini molto forti ed assurde come: Mi fanno male i denti, io me li stacco a morsi. Oppure Mi sciolgo lentamente anche se si congela all’interno di uno fiume di parole che si “rilassa” nel ritornello nel quale si cerca la riconciliazione con se stessi. È una richiesta di perdono rivolta alle proprie aspettative, con la promessa di non mollare.
Viviamo in una società dove tutto si brucia troppo in fretta?
Senza dubbio il mondo di oggi è frenetico. Sempre di corsa alla ricerca di qualcosa di sempre più nuovo, pronto a scansare il “vecchio”. È come se, in un certo senso, lo stare fermi anche solo per un attimo, dia l’impressione di perdere tempo, di accumulare uno svantaggio, anziché essere un momento per riprendere fiato o per apprezzare a pieno quelle cose che ci fanno stare bene con noi stessi.
Come volete salutare chi non crede più al rock?
Il rock è morto è una frase che sentiamo oramai da più di venti anni, ma vogliamo far notare a tutti quelli che seguono questa idea che al mondo ci sono milioni di giovani con una chitarra in mano.
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