Antonio Frisino: Canzoni o fotogrammi? | Intervista
Siamo capaci di trasformare in musica e parole ogni frame del film della nostra vita, diventando contemporaneamente registi ed attori?
Forse qualcuno meglio di altri: Antonio Frisino con il suo secondo album, per l’etichetta bolognese Garrincha Dischi, dal titolo Italian Touch ha fatto strike!
Compaesano del famoso attore Rodolfo Valentino, Antonio si avvicina alla scena indipendente salentina durante gli anni dell’università. L’incontro con il produttore Antonio Filippelli lo consacra nel panorama indie italiano con il suo primo album Tropico dei Romantici.
La musica lo accompagna sin da ragazzino, cimentandosi nel suonare la chitarra e anche la tromba (esperimento, però, fallito!). L’interesse per la scultura e la scenografia rende Frisino un artista eclettico in cui le canzoni sono concepite come delle opere d’arte: il videoclip di Geranio (terzo brano dell’album) è, per esempio, un vero e proprio cortometraggio. Ha partecipato, infatti, al festival internazionale di cinema a tematica musicale See You Sound di Torino.
Mettetevi comodi, premete play: il film sta per iniziare!
INTERVISTANDO FRISINO
Italian Touch è il viaggio nella quotidianità di un qualunque italiano fatto di corse in metro, di giornate al mare, di treni persi, di storie a distanza?
Italian touch ha più chiavi di lettura: e’ riferito all’essenza di noi italiani, diversi per cultura e per sensibilità dagli altri popoli, ma così irrimediabilmente corrotti e corruttibili, sia nelle azioni che nelle emozioni.
Un paio di Vans sono davvero il regalo perfetto per legare qualcuno al nostro filo infinito?
Quel pezzo, col senno di poi credo di averlo scritto per mio fratello Marcello mentre attraversava un periodo di down. Tra una chiacchierata e l’altra su WhatsApp, mi mando’ una foto delle sue Vans distrutte, ed io da bravo fratello maggiore invece di regalargli delle scarpe nuove scrissi una canzone. Una dichiarazione d’amore che dice, nonostante la lontananza, che ci siamo sempre.
Credi che l’innamoramento consideri a priori il poter essere delusi perché ci si innamora per piangere oppure il pianto potrebbe essere di altra natura?
Credo che la delusione sia alla base di ogni rapporto: se non c’è non può esserci la fase di risalita che invece è la spinta in positivo e fa vivere meglio una relazione. Nelle fasi dell’innamoramento questa altalena è continua e permette a due persone che stanno insieme di scoprirsi di più l’uno con l’altro.
Un posto di Roma, città musa dell’album, in cui porteresti una persona a te cara? Magari San Vitale 58!
San Vitale 58 è un civico di Bologna! Devo molto a questa città che mi ha adottato per un bel periodo e che ho amato come ho potuto. Al 58 ho avuto la fortuna di incrociare persone a cui voglio bene. Se invece dovessi portare una persona da qualche parte a Roma, la porterei in un mercato di rione o al parco della Caffarella.
Geranio è un gattino figlio di un amore che va oltre ogni pregiudizio, come si intuisce dalla storia raccontata nel video. Amare tanto implica sempre il non lasciarsi andare?
Geranio è una scusa per tenersi uniti e trovare nuova linfa in una relazione. Aver amato tanto qualcuno ed avendo subito delle delusioni ti fa andare sempre con un freno sulle emozioni, almeno all’inizio. Nel video abbiamo scollato il testo della canzone, estremizzando il concetto del mettersi nei panni dell’altro. Il regista poi ha portato a questo concetto la sua visione cinematografica, realizzando un vero e proprio cortometraggio.
Termini, Piazza Vescovio: la capitale è il fulcro dell’album. Ma il Mare è quello della Puglia, degli abbracci della famiglia?
Quando scrissi questo disco (all’incirca due anni fa) vivevo di più una Roma notturna e bohème: i luoghi sono fatti dalle persone che li vivono. Il mare lo vedo come un rifugio primordiale e un modo di essere: se c’è l’hai te lo porti dietro sempre. In questo caso si, è quello della Puglia, e la canzone nasce da un incontro meraviglioso.
Quasi tutte le tracce hanno in comune un’impostazione quasi cinematografica. Da dove nasce questa scelta?
Come ti dicevo è un disco che ho scritto tempo fa. All’epoca avevo un approccio alla scrittura più immediato, ricco di immagini il cui fil rouge era il movimento continuo, fatto di viaggi, incontri, letti, musica e treni vissuti alla velocità delle scene di un film.
Era in programma un tour di concerti con l’uscita del nuovo album? Ci saranno nel prossimo futuro, pandemia permettendo?
Questa situazione irreale che stiamo vivendo ha fatto emergere ancora di più le tante discrasie presenti nel nostro paese. L’auspicio sincero è che, dove possibile, le istituzioni provino a ridisegnare ex novo il settore musicale, con aiuti reali e concessioni di prestiti che sono prassi negli altri paesi. Ciò aiuterebbe non solo a ripartire con i live, ma anche a farlo con una spinta diversa e quando arriverà quel momento, noi ci faremo trovare pronti.
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