Lorenzo Sommella: Anno funesto, anno bisesto | Intervista

Lorenzo Sommella: Anno funesto, anno bisesto | Intervista

Virus vaffanculo!

Lorenzo Sommella ha voluto esorcizzare questa pandemia facendo qualcosa che non aveva mai avuto il coraggio di fare. Sognava di scrivere canzoni e debuttare come artista, ma ha sempre trovato una scusa. La quarantena, invece di deprimerlo è riuscito a stimolarlo, così il 29 Maggio è uscito il suo brano Anno Bisesto.

Il giovane, classe 2001, lasciando libero spazio alla creatività, mischia ironia  e rabbia sfogandosi contro il Covid.

Come dice il proverbio tanto caro a nostri nonni il 2020 è un anno bisestile, quindi funesto, ma chissà magari in futuro Lorenzo Sommella lo ringrazierà per avergli dato l’occasione di  diventare un grande artista.

INTERVISTANDO LORENZO SOMMELLA

Ti definisci uno scanzonato lazzaro di quartiere. Ci spieghi questo concetto?

Essere “Lazzaro”/”Scanzonato” sono due parole/concetti che descrivono il mio carattere o modo di essere. Cerco sempre di essere giocoso di divertirmi con poco e anche nelle cose serie, magari stressanti, trovando il modo di viverle a cuor leggero. Oltretutto sono un po’ il classico fannullone con la faccia da impunito quindi l’aggettivo del lazzaro me lo merito tutto.

Lorenzo Sommella

 

2020 Anno funesto anno bisesto?

Esatto, i detti dei nonni sono più infallibili di ogni teoria scientifica, il senso del titolo sta proprio in questo concetto.

Come mai hai scelto di debuttare in questo periodo difficile per la musica?

In casa negli scorsi mesi c’era da impazzire, non sono un tipo che guarda tanta televisione o passa parecchio tempo al pc o al telefono, (sarà perché non ho Netflix) era da tempo che volevo debuttare come “artista”, ma fino ad allora rimandavo di continuo il mio debutto, con l’arrivo della quarantena mi sono sentito senza scuse, non potevo rimandare ancora e allora ho deciso lanciarmi di getto senza pensare troppo a quanto questo periodo non sia ottimale per fare musica.

Lorenzo Sommella

L’ironia è una caratteristiche di voi toscani e questa canzone nasce con l’obiettivo di voler sdrammatizzare una situazione difficile?

Nasce con molti obiettivi. Uno dei maggiori l’hai centrato in pieno, ovvero sdrammatizzare una situazione complicata dove si passa dal divertente al cattivo gusto con poco. La prima volta che ho pensato alla concezione di questa canzone è stata quando mi sono accorto che tutti nell’esporsi con la propria e legittimissima opinione cercano sempre un colpevole, responsabile della faccenda, per il mio punto di vista nessuno è colpevole e nessuno è innocente per la propagazione di questa brutta bestia, siamo solo accomunati dalla stessa sfiga, quindi come nella canzone non rimane che inveire al cielo.

Qual è il concept dietro alla copertina che hai scelto per rappresentare Anno Bisesto?

La copertina raffigura Scandicci, la mia città,ed in particolare da uno sguardo alla sua maschera d’acciaio e a Piazza della Resistenza, il concept che abbiamo ideato io e la mia collaboratrice Azzurra gioca proprio su questa parola, la “Resistenza”, ovvero la resistenza che la musica deve mantenere anche in questo periodo scuro.

Ma è vero che ora siamo diventati tutti più buoni?

La pandemia ha cercato di cambiarci e penso che momentaneamente ci sia riuscita,sicuramente alcune mentalità cambieranno, ma francamente penso che rimarremo simili a come eravamo prima, nel bene e nel male.

Chi o cosa, oltre al virus, si meriterebbe un bel “vaffa”?

Credo che un primo “vaffa” me lo meriterei io, siccome ne ho detti troppi nel testo. Per come la vedo comunque un bel “vaffa” c’è lo meritiamo tutti ogni tanto,penso pure però che non basterebbe un album per accontentare tutti.

Come sarà l’estate?

Non mi voglio esporre eh, ma penso che sarà la più calda degli ultimi trent’anni.

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