Francesco Aubry: Amore a metà strada tra incanto e l’inferno | Intervista

Il testo non riguarda un momento attuale della mia vita ma è un tema universale che prima o poi coinvolge chiunque e mi piaceva l’idea di confrontarmi con l’argomento a modo mio. Rappresenta un ritorno alla melodia rispetto al precedente singolo (Tornare a sognare – qui l’intervista dove presenta il brano), ha una struttura più pop anche se come al solito ho farcito di sonorità inusuali almeno per le produzioni mainstream, per un mix di ricerca e necessità.

Così Francesco Aubry presenta il suo nuovo singolo, Tra l’incanto e l’inferno, uscito il 19 Giugno.

L’amore viene descritto come un viaggio fuori da ogni dimensione che può portare verso la felicità o trascinare giù nella disperazione più totale. È un percorso a tratti metafisico, che prima o poi tutti gli esseri umani sono costretti a fare.

Come Dante che scende all’inferno per cercare Beatrice, Francesco Aubry esplora i sentimenti per liberarsi dalle sofferenze e uscirne così purificato.

INTERVISTANDO FRANCESCO AUBRY

In amore sei angelo o demone?

Al di là di ciò che posso dirti io, chi mi conosce sostiene che sono una grandissima testa di cazzo in merito. Quindi immagino che il mio parere non valga.

Secondo te cosa ci aspetta dopo la morte?

È uno di quei temi esistenziali su cui mi interrogo spesso. Scarto tutte le credenze delle religioni sul concetto di aldilà come luogo tangibile ultraterreno. Tutto il resto (coscienza che vive in altre dimensioni, reincarnazione o il nulla assoluto) restano ipotesi a cui non posso dare risposta. Il pensiero che dopo non ci sia nulla e la nostra coscienza cesserà di esistere esattamente come prima di nascere è quello predominante in questo momento, anche se non mi piace.

 

Tra incanto è l’inferno che messaggio vuole lasciare nel cuore di chi lo ascolta?

Ho scelto di descrivere forse il lato più vero dell’amore, che non è quasi mai quello dell’innamoramento reciproco dove tutto procede liscio come in una favola per sempre. Quasi sempre i rapporti hanno questo duplice aspetto di attrazione e contrasto che prima o poi si palesa e credo sia insito nella nostra natura. Penso che siano esperienze che tutti viviamo e ci si possa riconoscere in qualche modo nel testo.

Ti piacerebbe andare nello spazio?

Moltissimo ma ho il problema della paura dei viaggi in aereo, figuriamoci a bordo di un veicolo spaziale! Sicuramente mi piacerebbe vivere al di là del mio tempo per vedere tutti i progressi e le scoperte che faremo o i luoghi in cui riusciremo ad arrivare magari incontrando forme di vita diverse dalla nostra.

Durante la quarantena il mondo digitale ha sostituito quello reale: opportunità o pericolo?

Opportunità in ambito musicale purché non si tratti appunto di un tentativo di “sostituire” le dinamiche di un vero concerto che non sono in alcun modo replicabili. Se invece deve rappresentare un modo alternativo per esprimersi oltre ai veri live non vedo perché no.

Allargando il discorso non cambia il senso: possedere strumenti che agevolano lo scambio di informazioni o di merci deve essere un plus in determinate circostanze ma non dovrebbe mai sostituire del tutto il contatto diretto che conserva alcune peculiarità non imitabili in digitale.

Come mai stanno tornando di moda gli anni ‘80?

Considero quel decennio come embrionale per il mondo di oggi, tutte le generazioni dai 35 anni in su hanno nel proprio dna i cambiamenti partiti in quegli anni che continuano a svilupparsi. Riguardo al riferimento musicale, per come la vedo io, hanno rappresentato l’ultimo periodo di vera innovazione. In linea di massima non vado d’accordo con le tendenze musicali di oggi, e se nel mio piccolo devo scegliere dei riferimenti preferisco ripartire da lì e cercare di apportare qualcosa di originale.

È difficile sognare?

Il testo di Tornare a sognare è incentrato sul senso di tornare a pensare (e sognare) con la propria testa, liberi da condizionamenti da cui siamo costantemente bombardati soprattutto online. A mio modo di vedere non è semplice liberarsi del tutto da questi fattori: anche chi oggi crede di avere un pensiero libero e alternativo cade spesso nella disinformazione delle fake news e abbiamo recentemente visto un’impennata di complottisti da Covid, che parlano di vaccini dannosi, 5g, scie chimiche, dispositivi per il tracciamento etc… Queste persone non si accorgono di essere loro per primi manovrati da chi ha interesse a creare una destabilizzazione sociale e politica con teoremi assolutamente privi di fondamento scientifico o di fonti verificate.

Le canzoni sono luoghi dove si nascondono ricordi o  ne creano di nuovi?

Domanda Marzulliana!

Per me le canzoni sono un prodotto dell’inconscio, in cui convivono ricordi, speranze e i pensieri che solitamente non emergono.

Il mio approccio alla scrittura lo testimonia, posso decidere a tavolino di scrivere qualsiasi cosa e non riuscirò mai, per poi sedermi un giorno a strimpellare mentre parlo al telefono o faccio altro e dal nulla vengono fuori le idee migliori senza accorgermene, frutto magari di esperienze vissute recentemente che mi hanno in qualche modo colpito.

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