CIAOXADDIO | Indie Tales
Hai presente quando bluffi? Dai, quando giochi e fingi di avere carte che non hai. Con Francesca ho sempre fatto così. La nostra relazione era esattamente come una partita di poker, non si poteva mai abbassare la guardia. Ho sempre scelto ristoranti e mete per le vacanze facendole credere fossero idee sue. Deve sempre pensare di avere il controllo su tutto, il coltello dalla parte del manico.
E tutto ciò ha reso me un abile, abilissimo, stanco giocatore. Così stanco che un giorno le ho detto “ciao”. Ma lei, orgogliosa com’è, mi ha lasciato. La mia era solo l’ennesima mossa astuta, eppure ho perso tutto. Ho giocato male. Sapevo volesse sempre vincere, ma non a tutti i costi. Non a costo di porre fine alla nostra storia d’amore. Che poi, già il fatto che paragoni la nostra relazione al poker, significa che, forse, vero amore non era.
Il fatto è che mi manca. Mi manca guardare Netflix insieme a lei la sera dopo il lavoro, litigare, fare l’amore.
Da quando mi ha lasciato non l’ho più sentita. Le ho provate tutte, un giorno le ho anche scritto che se guardava ancora Netflix usando il mio account, un motivo c’era, forse dovevamo tornare insieme. Non l’ha presa bene. Cioè, non l’ha proprio presa. Non ha mai risposto.
Se solo potessi tornare indietro e trasformare quel “ciao” in un “ti amo” o in un “mangiamo cinese stasera?”, se solo avessi l’occasione di parlarci un’ultima volta.
Sono convinto che anche lei mi ama, che anche lei sa che due persone non possono lasciarsi per orgoglio.
E allora perché non mi chiama? Perché non risponde ai messaggi? Forse è morta. No, non devo neanche pensarle certe cose.
Mia nonna ieri mi ha cucinato le pappardelle al ragù, le mie preferite. Me le fa sempre quando sente che c’è qualcosa che non va. Amo la mia nonnina, è la donna più saggia che conosca. E poi da giovane era bella da perdere la testa.
Insomma mi mette il piatto di pappardelle fumanti davanti al naso e le racconto dell’accaduto, del perché sto così giù.
Lei mi guarda negli occhi e mi fa: “Eh, chissà che mi pensavo io! Quella se la sta solo tirando un po’”. Vedrai che tornerà. Ora mangia a nonna, che si fredda.”
Anche se sapevo che nonna si sbagliava alla grande, ho apprezzato quelle parole. E ho fatto il bis di pappardelle.
Mia nonna mi ha cresciuto. Mi ha educato e tirato su, visto che i miei erano sempre a lavoro. E, ovviamente, mi ha insegnato a giocare a poker. Forse è per questo che vedo la vita come un’enorme partita. Mi ha insegnato a fare la cosiddetta poker face con i professori e con chiunque volesse sovrastarmi. E poi mi sono sempre innamorato di donne che mi dessero del filo da torcere, dei degni avversari insomma. Il punto è proprio questo: dovrei smetterla di vedere gli altri come avversari, soprattutto le persone che amo. La vita non è una partita a carte, e se lo è siamo tutti dalla stessa parte. Questo vorrei dire a Francesca, se solo rispondesse ai miei messaggi. Anche se probabilmente mi manderebbe a quel paese.