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Il Masu: Gli “ultimi” possono realmente cambiare le cose | Intervista

Il Masu presenta il suo nuovo singolo “Pop Corn”, secondo inedito della produzione dell’artista cagliaritano classe ’92.

Il brano che oscilla tra l’electro-indie e la trap moderna, è un inno alla determinazione e all’andare oltre qualsiasi timidezza per godersi a pieno il presente. All’interno del pezzo i pensieri vengono visti come virus, in quanto il fare produce più del pensare. Ma il pensiero distruttivo è soprattutto quello degli altri, soprattutto se ne sei dipendente e non riesci a spostare il focus su te stesso nonostante il tuo impegno. I misteri vengono visti come limiti umani in quanto ci indeboliscono e in quel preciso istante annullano qualsiasi nostra conoscenza o sicurezza. La produzione è di Il Masu con la collaborazione di Riccardo Caredda alle chitarre.

Intervistando Il Masu

Come è nata l’idea di inserire fraseggi di chitarra tipici del rock/blues in un brano elettronico?

Le contaminazioni blues e rock nell’elettronica e nell’urban sono parte integrante del mio progetto artistico. Credo che la chitarra elettrica non debba mai mancare in un brano. Da leggerezza , da brio e da delle vibes positive. Poi mi fido del talento di Riccardo Caredda , un chitarrista a tutto tondo. Quando trovi un musicista che ha la mentalità aperta a 360 gradi , certe sperimentazioni diventano possibili.

Quali sono gli artisti italiani ed internazionali che ti influenzano maggiormente? Perché?

Parto dal presupposto che ascolto veramente di tutto e non ho un punto di riferimento in particolare. Anche perché avere un punto di riferimento vuol dire limitarsi, non andare oltre, a volte vorrebbe dire anche emulare. Posso però dire che in Italia sto apprezzando molto i percorsi artistici di Achille Lauro e di Ernia. Il primo dal punto di vista del sound e della sperimentazione, il secondo dal punto di vista dei contenuti ma soprattutto della coerenza , cosa un po’ rara in gran parte degli artisti degli ultimi anni. Dal punto di vista internazionale non so proprio scegliere. Ascolto talmente tanta musica straniera che sceglierne anche cinque sarebbe difficile.

 Ti senti più un Morrison o un alieno?

 Sicuramente mi sento un alieno e ne vado più che fiero. Sono sempre stato un tipo un po’ “unconventional”. Ho cercato di seguire sempre le mie ideologie e i miei pensieri. Siamo in un’era in cui tutti cercano un capro espiatorio su cui sfogare la propria rabbia, il “vivere e il lasciar vivere” è un concetto un po’ dimenticato. La gente mi guarda e mi dice che sono “troppo buono”, il problema di fondo sta che viviamo nella cultura della rabbia dove ogni giorno devi svegliarti ed incazzarti per qualcosa. Il problema è che il tempo passa e stai perdendo il tempo per te stesso, e “Pop Corn” parla proprio di questo, di viversi il presente e di pensare solo ed esclusivamente ai propri progetti.
Beh per essere Jim Morrison non basterebbero neanche tre vite, più che altro ho citato lui perché dovremmo prendere un po’la determinazione degli artisti del passato, la loro ribellione nei confronti di una società statica. Questo è il periodo dove gli artisti non credono abbastanza nei propri sogni, è vero anche che tanti (anzi troppi) vorrebbero ucciderceli, non prendendo sul serio ciò che facciamo, ma è proprio questo il periodo dove dobbiamo alzare ancora di più la voce.

I pop corn esplodono dentro il microonde, ma non tutti: forse sono quelli con la corazza più dura che poi potranno davvero cambiare il mondo?

Cambiare il Mondo è veramente difficile ma Io sono uno dei pochi che ci crede ancora. Il pensiero umano del ventunesimo secolo è diventato un pensiero “subumano” a mio parere. Il cosiddetto “Cambiare il Mondo” non vuol dire per forza  fare grandi cose. I grandi cambiamenti sono sempre partiti da piccole azioni. Valori come l’uguaglianza, la compassione, il senso civico , il rispetto e la cura verso il prossimo sono diventati valori utopistici. Se ad uno con l’animo vuoto gli parli di certe cose ti ride in faccia perché ha paura di migliorare e di migliorarsi. L’utopia è la scusa dei mediocri che vogliono stare nella confort zone del negativismo, dell’arroganza e della presunzione di sapere tutto , di sapere chi sta in cima e chi sta in basso , chi deve vincere e chi deve perdere, chi deve essere giudicato e chi no. Voglio fare capire che i cosiddetti “ultimi” sono sempre quelli che fanno più paura, quelli che possono realmente cambiare le cose, devono solo farsi forza nella loro solitudine e crederci di più.

“Pop corn” è il tuo secondo singolo; hai già nuovi brani in rampa di lancio?

Ho un progetto discografico bello ampio in uscita verso metà estate , massimo fine dell’estate. Saranno canzoni scritte e prodotte da me in collaborazione con Riccardo Caredda. A breve darò informazioni più dettagliate.

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