Flac: “Stiamo sempre attenti a ciò che ci circonda” | Intervista

Impossibile dare un’etichetta a questi ragazzi di Palermo che rispondono al nome di Flac. Un acronimo, ma anche un’onomatopea: somiglia infatti un po’ ad un click, come quello che è scattato dentro di loro durante la pandemia. Il loro nuovo singolo “Niente è più reale” è nato, infatti, in pieno lockdown, e porta in sé un messaggio di speranza e rivalsa, nonostante la negatività che ha sfiorato un po’ tutti.

Il 3 luglio è uscito “FESTA”, un brano che parla del vuoto emotivo lasciato da una relazione che finisce: un’esperienza di vita vissuta in cui potersi rispecchiare.

Intervistando Flac

Ciao! Come mai “Flac”?

Ciao! Beh, volevamo essere un po’ provocatori. “Flac” è l’acronimo di Free Lossless Audio Codec, il formato audio compresso ad alta risoluzione, sinonimo di ottima qualità. Quindi, da parte nostra, sinonimo di buona musica.

Come è nata l’idea di un collaborazione con il rapper Spika?

Dopo aver scritto il brano abbiamo capito che mancava qualcosa, una spinta in più. Così abbiamo chiesto al nostro amico Francesco (Spika) se gli andasse di fare un feat. Siamo sempre molto attenti a ciò che accade nel panorama musicale intorno a noi, e già in passato abbiamo dato spazio ad artisti della nostra città, facendo aprire i nostri concerti a diverse band locali emergenti.

“Niente è più reale, niente è più reale di me”. Un messaggio negativo che diventa positivo?

Assolutamente sì. Durante il lockdown abbiamo sentito il bisogno di riversare in parole tutto il nostro malessere, ma la voglia era quella di una rivalsa. Nessun messaggio negativo, per intenderci, ma solo volontà di scrivere nero su bianco ciò che si vedeva nelle strade tutti i giorni già da prima della pandemia.

“Niente è più reale” è stata realizzata in piena fase 1. Come avete vissuto la quarantena e cosa avete tratto da questo periodo così delicato?

Vivere in Sicilia, essendo questa un’isola, ha i suoi pro e i suoi contro, ma amplifica qualsiasi esperienza. Anche in questo caso è stato così. Questo periodo di chiusura ci ha permesso di riordinare le idee a livello personale, ma soprattutto musicale. Pensiamo di avere ricevuto impulsi inaspettati per un nuovo slancio creativo.

Se “Niente è più reale” si avvicina al sound dei Subsonica, ma anche di rapper come Salmo, “FESTA” si avvicina più all’Indie Pop. Come definireste il vostro genere?

Non abbiamo mai amato le etichette, anche se proveniamo dal rock alternativo, quello fatto di ore e ore di prove in garage e chi ci segue dagli albori lo sa. Tuttavia abbiamo sempre tenuto le antenne drizzate per captare i suoni e le tendenze musicali del momento. Riteniamo sia fondamentale per noi mantenere il nostro timbro ben definito, riuscendo allo stesso tempo ad essere contemporanei nei suoni.

Parliamo di “FESTA”, vostro ultimo singolo in uscita oggi. Un titolo che trae in inganno, perché parla della festa che è impossibile fare se stai morendo dentro per via di un amore perduto. È così?

Sembra un po’ macabra come cosa, ma avete quasi colto nel segno (ahahah). Beh, in verità l’obiettivo era quello di raccontare un’esperienza vissuta (realmente) in cui chiunque potesse immedesimarsi, ovvero quella di un amore estivo che sebbene lasci un po’ di malinconia alla fine dà anche ricordi che rimarranno indelebili nella mente e ti porteranno a pensare che, in fondo, la vita non è altro che una fantastica Festa da vivere!

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