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Vince: “Quando vai è l’ultimo sguardo sulla porta prima di andare” | Intervista

Quando Vai è il pezzo che fa incontrare le due anime di Vince: quella tendente all’urban (Ultima Volta e Can’t Feel My Face) con quella indie-pop (Luna e Un Altro Giro).

Il brano, pubblicato il 26 Giugno da Vincenzo Leone, cantante, chitarrista, produttore romano classe 1996, è il racconto di un amore sbagliato, vissuto  sì con passione e intensità, ma destinato a spegnersi.

Specialmente il ritornello con i versi Chiudi la porta quando vai oppure resta tra i miei guai, descrive quel momento di una relazione dove bisogna scegliere se si è ancora in grado di cedere a compromessi oppure l’unica soluzione possibile è quella di separarsi prendendo strade diverse.

Vince ha dichiarato che Quando Vai rappresenta il ritorno di quella sua anima malinconica che, forse, anche a causa della quarantena è tornata a farsi sentire, dando vita a un pezzo che sa di alba, rossetto e sigarette spente.

Un insieme di esperienze autobiografiche accomunate dall’immagine dell’ultimo sguardo sulla porta prima di andare.

INTERVISTANDO VINCE

Sei una persona che riesce ad accettare i compromessi?

Accetto compromessi ogni giorno con me stesso, è l’unico modo che ho trovato per portare avanti i lati di me. Però diciamo che non amo scendere a compromessi con gli altri e soprattutto cerco di evitarli il più possibile per quanto riguarda le cose che amo, come la musica.

Chiusa una porta si apre un portone. Sei d’accordo con questo proverbio o quello che si è perso, la maggior parte delle volte, non può essere sostituito?

Penso che una volta che un qualcosa si è perso non sia più possibile ritrovarlo, anzi, anche trovandosi nella situazione precedente sarebbe comunque tutto diverso. La vita è fatta di scelte e di cambiamenti, fermarsi a pensare al passato ti rende solo immobile. La nostra strada è piena di porte, bisogna solo sapere quando è il momento giusto di entrare, e soprattutto quando è il momento giusto di uscire.

Un Altro Giro, Quando Vai e Ultima Volta sono collegate, visti i temi trattati?

Tutte le mie canzoni penso siano collegate dallo stesso filone, che altro non è se non la mia vena malinconica e sognante. Tutti questi pezzi parlano di donne, ma spesso le donne di cui parlo nei miei pezzi non sono altro che la personificazione di altro.

Ultima Volta, in realtà parla della musica e del mio periodo più buio. Il mio blocco dello scrittore, uno dei momenti più difficili della mia vita.

Un Altro Giro invece penso sia uno dei pochi pezzi che ho scritto che parla veramente di una ragazza in particolare,  con il viso nascosto nell’etichetta della birra in copertina.

Quando Vai  invece è un insieme di esperienze che mi hanno toccato in questi anni, racchiusi da l’unica immagine che le ha accomunate: l’ultimo sguardo sulla porta prima di andare. A volte avrei voluto, forse dovuto, fermare delle persone, ma si sa siam tutti bravi a parlare del passato. Il presente poi è difficile da capire.

Vince

 

Scrivendo canzoni hai imparato a conoscerti meglio?

Scrivere canzoni per me è sempre stato l’unico modo di comunicare con gli altri, ma soprattutto con me stesso. Ritrovarsi davanti a un foglio bianco e riempirlo di parole vuol dire mettersi a nudo, riportare a galla emozioni e sensazioni che pensavi lontane, ma che in realtà ti restano addosso come tatuaggi. L’unica cosa che provo a fare quando scrivo un testo è cercare me stesso nelle parole e tentare di rendere il soggettivo universale. Far vivere un’emozione in maniera diretta a una persona mediante le tue parole penso sia una delle cose più incredibili che si possano fare con la musica. Si vivo per questo.

Cosa vorresti confessare alla Luna?

Non penso di doverle confessare nulla, lei vede la mia vita da lassù continuamente.

Essendo un “animale notturno” quasi tutte le esperienze che mi porto dentro sono avvenute nel buio della notte e so che lei è lì con me in ogni momento in cui ho bisogno.

Qual è l’emozione che provi più spesso?

Penso la noia, se possiamo definirla un’emozione, altrimenti direi l’apatia. Non sono una persona molto emotiva, direi più empatica, ma quando mi sento vivo, vivo fino in fondo.

Che sonorità ha Roma?

Roma è caos, ma un caos positivo. È un’armonia di motorini, mezzi pubblici, amici che discutono al bar e ragazzi ubriachi nelle piazze più o meno ogni sera. Roma è il colpo di cannone del Gianicolo, le campane delle chiese la domenica. Il rumore del pallone sul cemento delle piazze e i tacchi di una ragazza che va ad un primo appuntamento. Roma è una città così variopinta che non ha un solo suono, ma è come un’orchestra di persone che non dorme mai.

Forse è per questo che da Roma escono artisti di ogni tipo, dal cantante puramente pop come Ultimo, ai rapper incazzati come il Truceklan. Dal cantante indie come Tommaso Paradiso al compositore di fama internazionale come Ennio Morricone.

Roma ha la sua voce, bisogna ascoltarla.

Vince

Dopo aver pubblicato vari singoli è il momento di far uscire un album?

Sto mettendo insieme i pezzi, a breve il puzzle sarà completo.

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