Malpensa: Grand Prix è una corsa contro il tempo | Intervista
Grand Prix è il nuovo brano autoprodotto con cui i Malpensa proseguono il loro viaggio attraverso l’analisi dei problemi quotidiani, non per questo banali, che si vengono a creare nel microcosmo delle mura domestiche.
Situazioni al limite del paradossale, in bilico tra problemi di salute, “di fede calcistica”e doveri non rispettati che generano tensioni familiari, ci si ritrova infine ad immaginare se stessi in tutta la propria inconcludenza, con accanto solo le bottiglie.
L’attesa diventa così un momento nel quale da una parte si vuole riordinare le idee, ma allo stesso tempo causa di ansia e stress.
Se il treno passa una volta sola, bisogna aver la capacità e la fortuna di trovarsi al posto giusto, altrimenti si avranno solo rimpianti.
Con un sound decisamente influenzato dalla matrice Indie-Rock britannica (Arctic Monkeys, Bombay Bicycle Club, Glass Animals, Foals), i Malpensa alzano lo sguardo verso i confini della musica elettronica Nord-Europea (Kiasmos) unendovi alcuni elementi di musica etnica e della dance universalmente considerata un culto (Paul Kalkbrenner, M83). In una costante ricerca di nuovi stimoli, che trova nella sperimentazione la sua massima espressione, i loro brani sono caratterizzati in prima istanza da fortissime venature pop.
INTERVISTANDO I MALPENSA
Il concetto di pensare male e volare vi hanno dato l’ispirazione per chiamarvi Malpensa. Possiamo dire che la vostra musica può essere a tratti malinconica, ma anche allegra e spensierata?
Certamente! La nostra musica si pone proprio con quel tipo di mood. Nei nostri brani è presente una vena nostalgica, mista a picchi euforici tipici del soggetto malinconico. Cerchiamo di donare leggerezza e spensieratezza con le nostre parole e la nostra musica. Crediamo sia una chiave molto importante
Sai che a volte mi sento a disagio in tutta questa wave. Questa frase ci ha incuriosito, cosa significa?
È un gioco di parole, riferendosi a una pagina presente sui social (Disagio Wave). Un forum dove si parla di musica indipendente dove spesso e volentieri ci siamo trovati fuori luogo.
In realtà può anche essere letta come una condizione di disagio all’interno di un mondo che spesso e volentieri diventa un mare in tempesta, le cui onde, avverse, ci portano a vivere nascosti.
I protagonisti del video vivono l’attesa in maniera diversa?
È la nostalgia a pervadere gli animi dei personaggi del video. Scelta voluta, in quanto rispecchia le sensazioni della canzone in un’estate diversa da tutte le altre. Adriano Giotti è riuscito sapientemente a rendere il concetto, legandolo alla speranza per una vita che, seppur piena di curve, è una corsa a cui non ci sentiamo mai di rinunciare. L’atmosfera è sognante, si mescola ai sorrisi nascosti di chi non smette mai di credere nei propri obiettivi.
Un arbitro che assegna un di rigore contro la propria squadra del cuore. Avete mai fatto la cosa giusta sapendo che comunque ne avreste pagato le conseguenze?
Si. Seguire il proprio istinto, il cuore, la propria natura. Sempre.
Vi appassionano di più le gare di formula 1 o Moto Gp?
In realtà non siamo veri appassionati né di Formula 1 né di Moto Gp. Qualcuno di noi ricorda le domeniche di fine estate col padre sul divano a tifare occasionalmente Ferrari, ma questa è un’altra storia. La nostra Grand Prix è più un circuito di vita: una corsa contro il tempo, la malinconia, che combattiamo attraverso i sorrisi, le nostre speranze, la nostra creatività e i nostri obiettivi, sempre con l’acceleratore schiacciato sul cuore.
Qual è il film più noioso che avete visto?
Sicuramente qualcuno di noi ricorda un film visto durante un corso di cinema all’università. Il settimo sigillo di Ingmar Bergman! Beh ecco, non guardatelo! eheh.
Come la state vivendo quest’estate, immaginiamo diversa, rispetto a quando siete stati a Ypsos?
Un’estate sicuramente diversa…piano piano si sta ritornando alla normalità e la musica è sicuramente di grande aiuto.
Cosa bisogna fare Prima di andare a scrivere una canzone?
Vivere.
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