Vivie White

VIVIE WHITE: Sul pavimento del locale c’erano i miei problemi| Intervista

È inutile nasconderlo, è capitato a tutti di prendere una sbronza, perdere il controllo, svegliandosi il giorno dopo con il mal di testa e un po’ di vergogna per le cose combinate sotto effetto di qualche bicchiere di troppo.

VIVIE WHITE racconta con il  suo nuovo brano sul pavimento del locale, interamente prodotto con il suo Iphone, un periodo difficile nel quale ballare fino a tarda notte era l’unico modo per non pensare ai problemi.

In questo modo l’artista vuole ricreare la sensazione che si ha alla mattina, con quel pensiero tipo ieri sera ho fatto un casino, ma io volevo solo ballare.

La ricerca di una via di fuga diventa a distanza di anni, un pretesto per imparare dagli errori del passato e tirarne fuori un ispirazione positiva, che si trasforma in un sound perfetto da gustare comodamente in un’atmosfera rilassata.

INTERVISTANDO VIVIE WHITE

VIVIE WHITE è il tuo nome d’arte, che cosa significa e come è nato? 

Allora la storia del nome d’arte è del tutto ridicola haha,

Io sono un appassionato di moda e design, tutto quello che è espressione artistica visiva e ovviamente musicale.

Il nome VIVIE  viene ripreso da Vivienne Westwood, una delle mie designer preferite, inoltre nel 2011 facevo parte di un gruppo rock folk (di cui trovate ancora il primo pezzo che avevamo fatto su SoundCloud) le iniziali dei nostri nomi facevano proprio VIVIE

Il “cognome” WHITE nasce più avanti, quando stavo scrivendo il mio primo progetto in inglese che si sarebbe intitolato “total black”. 

Insomma niente di particolarmente profondo, anzi, mi fa anche un po’ ridere a volte, non sono uno che si prende troppo sul serio.

Sul pavimento del locale che cosa vuole rappresentare?

Sul pavimento del locale è il mio primo pezzo in italiano, dopo averne scritte a decine in inglese. 

Parla di un momento della mia vita in cui ovviamente bevevo molto, e facevo uso di sostanze, il tutto per scappare da una realtà scomoda. 

La canzone è letteralmente ispirata all’idea del ricordo della sera prima, quella mattina in cui ti svegli con i flash di tutte le merdate che hai combinato e quel senso di vergogna inevitabile. 

Più facile non sbagliare o imparare dagli errori? 

Mettiamola così: io sono convinto che è impossibile decidere chi si è e rimanere fedeli a se stessi. Posso dire però a trent’anni di aver capito chi non sono, e questo processo lo ottieni solo sbagliando. 

A questo punto citerei Dagli sbagli si impara di Elisa e Fabri Fibra, adoro quel pezzo.

Andare in un locale per ballare fino a tarda notte ha lo stesso principio di andare in vacanza per non pensare ai propri problemi? 

Volenti o nolenti i problemi ti trovano, è inutile nascondere lo sporco sotto il tappeto. 

Comunque penso che non è tanto cosa fai, ma come lo fai che fa la differenza. 

Quali sono le canzoni che ti piace cantare a squarciagola? 

Gospel, Gospel, Gospel. 

Ho cantato in un coro gospel per anni, e ogni volta che mi metto a cantare a squarciagola viene sempre fuori Swing Low Sweet Chariot, o la sigla del cartone di Batman degli anni novanta, quello si che è un pezzone! BAAAAAAATMAAAAN

Come è stato scrivere in italiano? 

Molto più facile di quanto credessi. Fino alla quarantena avevo scritto sempre e solo in inglese, ma avevo la frase sembra più facile lasciarsi che trovarsi infilata in testa e sono partito da lì. Il processo poi è stato estremamente fluido e ho già 4/5 brani pronti. Ne stanno arrivando altri.

vivie white

Hai prodotto questo brano interamente con l’iPhone,  necessità o scelta artistica?

Decisamente necessità, non ho amici musicisti che mi diano una mano, e pagare un produttore con uno stipendio da fame diventa una cosa abbastanza impossibile. Per riassumere la cosa, come diciamo da me in Brasile: chi non ha il cane caccia col gatto.

È il momento di una domanda polemica: il governo ha dato più libertà alla riapertura dei concerti rispetto all’apertura delle discoteche?

Non credo, bisogna considerare la natura delle due cose. Per un concerto le persone si spostano da tutta Italia, e non solo, (io a luglio dovevo andare a vedere i My Chemical Romance a Bologna). Le discoteche hanno un pubblico più locale, spesso ristretto alla regione, quindi in teoria il rischio di diffusione dovrebbe essere più basso… io comunque non sono né un politico ne un epidemiologo, ma penso sia ancora un po’ presto per riaprire determinate situazioni. 

Posso dire però che mi piacerebbe vedere più live nelle discoteche e che non vedo l’ora di fare un po’ di casino!

ASCOLTA VIVIE WHITE NELLA PLAYLIST DI INDIE ITALIA MAG