Gassa D’amante: “Saldi come un nodo ben fatto” | Intervista

Per chi non lo sapesse, la Gassa D’amante è un nodo di facile esecuzione ma molto saldo e viene spesso utilizzato in situazioni d’emergenza. È anche il nome di un progetto nato nell’estate 2019 da quattro ragazzi con gusti ed esperienze molto diverse tra loro. Come il nodo, anche loro si sono in qualche modo uniti ancora di più nella situazione d’emergenza che ci ha visti tutti protagonisti quest’anno. Un sound anni 80 che accompagna il racconto di situazioni sentimentali negative. Come quella di “Onirica”, il loro primo singolo uscito il 3 luglio 2020, che parla di idealizzazione e disillusione nelle relazioni amorose.

Intervistando i Gassa D’amante

Ciao! Come mai avete scelto il nome di un nodo?

Ciao! Abbiamo voluto associare la nostra ventennale amicizia e il nostro rapporto con la musica alla “gassa d’amante” che, per l’appunto, è un nodo molto saldo che si usa spesso in situazioni d’emergenza. L’estate scorsa Roberto e Daniele, durante un’uscita in barca, si sono imbattuti in questo particolare nodo e l’hanno proposto alla band come nome ufficiale.

Un unico singolo per ora: “Onirica”, uscito il 3 luglio di quest’anno. Un brano dal sound anni 80. Proseguirete su quest’onda?

Sì, un po’ tutto l’album sarà improntato su sonorità anni ‘80. Per noi questo tipo di sound è il punto d’incontro tra in nostri diversi stili e gusti musicali, in linea con la passione che abbiamo in comune per la cinematografia di quell’epoca.

“Ti ho sentita scivolare, diventare un ideale”. Come mai secondo voi si tende così tanto ad idealizzare le persone?

Spesso la voglia di uscire da uno stato di solitudine ci porta a vedere nelle persone con cui iniziamo un rapporto sentimentale qualità che effettivamente non esistono. È facile cadere in questo errore e non è così facile accorgersene.

Da cosa partono i Gassa D’amante, dalle parole o dalla musica?

Generalmente partono dalla musica, composta e arrangiata insieme. I testi in realtà sono nati precedentemente come poesie scritte da Marco Antonio, presenti in una raccolta pubblicata la scorsa estate e riadattate sotto forma di liriche.

Vi siete mai esibiti live?

Purtroppo non ancora, a causa della quarantena siamo rimasti bloccati, come tutti d’altronde. Abbiamo però colto l’occasione per lavorare sull’album. Una volta uscito ci dedicheremo anche al discorso live, non vediamo l’ora di presentare il nostro lavoro.

A quale (o quali) panorama musicale sentite di appartenere di più?

Non è facile definirsi, ci sono tante sfumature che ci caratterizzano. Sicuramente sentiamo di appartenere di più all’indie rock e al cantautorato italiano.

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