Lucky Strike | Indie Tales

Lucky Strike | Indie Tales

Sotto al sedile della macchina c’era un cimitero di sigarette. Cenere ovunque e qualche pacchetto di Lucky Strike. Insomma un gran disordine.

Un po’come la vita di Antonio, quarantenne appena licenziato e lasciato dalla fidanzata perché ritenuto troppo immaturo. Per sfogare la sua rabbia, amava fumare mentre guidava in autostrada. Non era certo un comportamento prudente, ma poco gli interessava.

Si sentiva tradito da tutti, sopratutto da chi gli aveva sempre fatto promesse che poi non era stato in grado di mantenere. Il suo capo che lo lodava tutti i giorni, ma poi alle spalle non lo sopportava più.

Lei che gli diceva ti amo, ma poi passava le notti insieme a un altro.

Era stato sedotto ed abbandonato dalla felicità e adesso non sapeva più cosa fare. A volte sperava che un asteroide cadesse sulla terra, pronto a fare esplodere tutto tutti questi di stronzi, lui compreso.

Gli amici provavano a chiamarlo, preoccupandosi per lui, ma Antonio aveva messo  il telefono in modalità silenziosa. Voleva solo sentire il dolce suono delle ruote sull’asfalto durante una notte che sembrava non finire mai.

Voleva scappare, andare lontano, seguire la striscia bianca della strada senza aver una destinazione finale. Lasciarsi cullare dai cattivi pensieri, e aggrapparsi al volante, quella era la sua unica volontà.

Continuava a schiacciare il pedale dell’acceleratore, sempre più forte e sempre con meno paura. Ad un certo punto però senti uno strano rumore la macchina sballottò un po’ e così decise di accostare per controllare.

Scese dalla macchina per verificare i possibili danni, ma con stupore notò che tutto era apposto. Nessun segno di foratura sulle gomme, la marmitta era fissa al solito posto e non c’era nessuna riga.

Stupito, risalì a bordo e riprese il suo folle viaggio.Passato qualche km, ancora quella sensazione. Questa volta decise di girare nel primo autogrill, e lasciare passare un momento.

Dopo 10 minuti, non voleva partire. Iniziò a tremare come una foglia e a piangere a dirotto. Aveva toccato il fondo. Ora doveva scegliere se provare a risalire la corrente o cadere definitivamente dentro il baratro, abbandonando per sempre tutto e tutti.

Ad un certo punto arrivò una macchina nera dalla quale scese una giovane coppia, forse un po’ ubriaca, che appena appoggiò i piedi per terra iniziò a ballare. Era una scena surreale, la vita che sfoggiava i suoi due lati della medaglia. Da una parte una gioia infinita e dall’altra la depressione più totale.

Antonio si pulì le lacrime con la manica della giacca e abbassò il finestrino per osservare meglio i due giovani, quasi come se volesse lasciarsi contagiare da quell’allegria nata all’improvviso.

Ripensò a quando da ragazzino andò per la prima volta in discoteca, finendo la serata correndo sul lungomare. Alle volte che aveva dormito in spiaggia perché troppo stanco per tornare a casa. A quei ricordi che negli ultimi anni aveva trascurato. Forse qualcuno gli stava dando un segnale, doveva soltanto provare a essere più ottimista. Forse la ruota avrebbe ricominciato a girare dalla sua parte.

Doveva ripartire apprezzando le piccole, senza lasciarsi più seppellire dai problemi o dalle ansie. Tutto sembrò leggero come il fumo di una sigaretta che vola via senza lasciare traccia.

Entrò dentro l’autogrill, prese un Camogli  e se lo gustò, morso dopo morso, guardando il cielo farsi sempre più chiaro in attesa del nuovo giorno. Buttò via tutta la spazzatura dentro la macchina e si mise al volante verso casa con una smorfia che in realtà era un sorriso.

Aveva avuto strani pensieri in testa, forse sperava di finire contro un muro anche se non aveva il coraggio di farlo davvero, ma adesso credeva che la vita gli avesse dato una nuova possibilità.

Antonio ora voleva imparare a danzare senza paura.

Racconto liberamente ispirato dal brano Lucky Strike di Nessuno