HIJAB

Mico Argirò: “Hijab”è una canzone contro gli stereotipi | Intervista

Mico Argirò  è un cantautore e compositore di musiche per il teatro. Negli anni ha saputo creare  un mondo di personaggi e tipi umani non convenzionali, i quali prendono vita nelle sue composizioni in bilico fra momenti malinconici e ritmi energici.

Il nuovo singolo, Hijab, racconta di una notte di sesso con una ragazza araba, con indosso il velo che l’autore descrive in questo modo:

“So che è un tema che potrebbe aprire cento dibattiti, ma mi ci sono buttato affidandomi alla passione. Magari  ho usato anche con un pizzico di irriverenza, ma, di certo,con tanta sincerità.

Hijab segna un grande cambiamento nella mia musica, sia nel modo di fare che nei contenuti: ho sperimentato nella forma, mi sono divertito a mischiare i suoni elettronici a quelli acustici e ho affrontato un tema nuovo per me. Gli unici strumenti suonati dal vivo sono la chitarra, il flauto traverso di Letizia Bavoso e le voci;tutto il resto è sintetizzato. Questa è la via delle mie prossime canzoni. Ho voluto sperimentare  tra il digitale e l’acustico”

INTERVISTANDO MICO ARGIRÒ

Come è cambiato Mico Argirò da Tra le rose ed il cielo e Hijab?

Sono cambiato tantissimo eppure rimango fedele a me stesso… che è poi l’unico modo in cui so vivere, prima ancora che scrivere e cantare.
Sono cambiato nei suoni, nel modo in cui scrivo, si sono ampliati un po’ i temi, ma credo di avere conservato quello spirito che avevo da adolescente di scrivere canzoni per necessità, per bisogno, per cambiare qualcosa nel mondo, seppure minima.

Nelle mie prime cose ero molto più acerbo, oggi si vede una crescita, ma l’orgoglio mio più grande è quello di aver mantenuto lo sguardo del bambino (oltre che la testa, come mi ripetono in troppi).

Per Hijab puoi vantare la collaborazione con Pietra Montecorvino, Eugenio Bennato ed Alvaro Vitali: come ci si sente a lavorare con simili professionisti?

Quando questo insieme di collaborazioni ha preso forma sono passato dallo stupore all’ansia, fino poi alla felicità.

Pietra ha una delle voci più incredibili che io abbia mai ascoltato, mescola insieme elementi di varie culture, è terra, caverna, violenza… l’ho fortemente voluta e lei ha creduto in questo pezzo. L’effetto delle nostre due voci insieme ancora mi sorprende.

Eugenio Bennato, che ha registrato la voce di Pietra,  per me è un maestro: sono cresciuto formandomi sulla sua musica e forse un po’ si sente in questo pezzo che mischia il nostro Sud all’Africa, suoni acustici ed elettronici.

Alvaro Vitali è poi un onore insieme enorme ed assurdo: la sua presenza dà un tocco in più e porta il video verso quei B-movie italiani del passato che io ritengo dei capolavori unici.

Quando persone di questa entità, che hanno lavorato e lavorano a livelli stellari, credono in un tuo progetto, in un tuo racconto, significa qualcosa di importante, anche a livello di consapevolezza di quello che si sta facendo.

Hijab è un’esperienza fantastica anche per questo.

 

Il brano racconta in modo irriverente e diretto un argomento quasi taboo: cosa ti ha spinto a scriverlo? 

Parto sempre da un’esperienza diretta e poi mi prendo qualche licenza nel raccontare: la donna di Hijab esiste davvero e ne esistono tantissime che vivono libere pur portando l’hijab, il velo.

È una questione insieme di Memoria, ma anche di futuro, nella quale si inserisce poi l’istinto naturale e selvaggio, il gusto del proibito.

Volevo raccontare una donna libera di essere ciò che vuole, al di fuori degli stereotipi, com’è anche la mia musica in questo periodo.

Religione, sessualità, scandalo, 11/09: che reazioni ti aspetti negli ascoltatori?

In questi giorni già mi stanno scrivendo di tutto, dagli entusiasti agli haters… mi sono accorto che, pur essendo una canzone semplice, divide tanto e accende dibattiti.

Io volevo solo raccontare una sfaccettatura dell’amore, mischiare gli elementi e fare una canzone nuova per me nella forma e nel contenuto.

Hai in programma già altre uscite, magari un disco o un EP? 

Hijab fa parte di una serie di mie nuove canzoni che vogliono diventare un disco, sperando fortemente che il Covid non le rallenti ancora.

Sono canzoni molto diverse tra di loro, accomunate da collaborazioni importanti, suoni distanti mischiati insieme e un pizzico di irriverenza.

Spero davvero di farvele ascoltare a breve!