Fusaro: Lasciarsi cullare dalla dolcezza di una buonanotte | Intervista
Fabrizio Fusaro è un cantautore torinese classe 1997 molto bravo a descrivere con parole e voce alcuni dettagli che nel casino di tutti i giorni, spesso corrono il rischio di passare inoservati.
Nel suo ultimo brano, “Dormi serena” ci illustra la storia di un ragazzo che guarda la sua ragazza mentre si sta per addormentare e lui la culla sottovoce ripensando ad alcuni momenti che i due hanno vissuto insieme.
Fusaro ci permette di riscoprire il valore della dolcezza, facendoci allo stesso tempo ritornare bambini a quando i nostri genitori ci leggevano le favole della buonanotte prima di spegnere la luce.
Ascoltando le sue canzoni mi viene da pensare che il suo modo di fare musica sia di una gentilezza estremamente, unica qualità che ne esalta tutta la sua produzione.
Mi raccomando Fusaro continua così e non lasciare corrompere il tuo cuore dalle ingiustizie del mondo esterno.
INTERVISTANDO FUSARO
Prendiamola con ironia. Qualcuno ti ha mai confuso con il politico /filosofo Diego Fusaro?
No, confuso no. Certo si tratta dello stesso cognome, ma ci si accorge abbastanza istantaneamente che non abbiamo nulla a che fare l’uno con l’altro.
Per un cantautore è più importante esplorare i propri ricordi o vivere di fantasia?
Per me in particolare più che importante è più bello vivere di ricordi. Poter associare dei suoni, delle parole, delle immagini ad un momento passato mi regala l’opportunità di viverlo ogni volta che canto quel brano. Penso comunque che può essere molto utile ad un cantautore saper lavorare con quello che ha, utilizzando la fantasia come strumento supplementare, utile ad arricchire la realtà dove può essercene bisogno.
Cosa fai prima di dormire?
Quasi sempre ascolto musica prima di dormire, spesso artisti o brani che ho conosciuto di recente, ma altrettanto spesso mi lascio accompagnare dai vari algoritmi e dalle varie playlist che negli anni mi hanno imparato a conoscere, più o meno. In particolare l’algoritmo di YouTube mi ha fatto conoscere tantissimi artisti che ad ora amo, come Phoebe Bridgers o ai tempi gli Young The Giant.
Nel tuo nuovo brano ci sono tante immagini evocative. Ne hai una a cui sei particolarmente legato?
Sì, l’immagine a cui forse sono più legato è quella della “ricetta di quella pasta che ti ricorda tanti ricordi”. È la frase che piace di più alla diretta interessata e questo la rende ancora più speciale. Anche il “lenzuolo ad asciugare sul corrimano delle scale” per quanto possa sembrare banale, mi fa vedere proprio quell’asciugamano su quelle scale di quella casa. Insomma è un piccolo mosaico di ricordi a cui tengo tantissimo.
Qual era il tuo giocattolo preferito?
Il mio giocattolo preferito era un pupazzetto di Venom, uno degli antagonisti di Spiderman, particolarmente snodabile e curato nei dettagli. Purtroppo mio fratello gli ruppe involontariamente entrambe le braccia in due situazioni differenti, ma ci ho giocato comunque nonostante questi piccoli difetti, finché è sparito nel nulla chissà dove. I giocattoli di Woody e Buzz però quelli ci sono sempre e li conservo tutt’ora.
Da bambino eri uno di quelli che sognava di fare l’astronauta?
In realtà da bambino non avevo la minima idea di cosa mi sarebbe piaciuto fare da grande, anche ora non è che sia così certo di averlo capito fino in fondo. Lo spazio e le stelle le ho sognate spesso, grazie anche all’immaginario di intrattenimento a cui sono stato esposto. Certo diventare uno Space Ranger sarebbe stato bello ripensandoci.
A chi è dedicata “Vile (A Riva”)?
“Vile (a riva)” la scrissi ispirandomi al componimento di Guido Gozzano, “Invernale”, che studiai qualche anno prima alle superiori. Il componimento in questione racconta la storia di due innamorati che pattinano sul dorso di un lago ghiacciato, finchè delle crepe e dei rumori poco rassicuranti spaventano ed allontanano tutti i pattinatori. La “lei” in questione si riferisce al “lui” in questione (Guido Gozzano), dicendogli “resta, se tu m’ami”. Ma lui dopo qualche istante di paura, guadagna riva sentendosi sussurrare dall’amata: “vile!”
Hai condiviso il palco con artisti come Bianco, Eugenio in Via di Gioia, Ministri ecc. Che emozioni hai provato?
Sono state tutte esperienze uniche ed indimenticabili, spero torneranno ad essere non così rare, ma per ora conservo gelosamente tutti quei ricordi. Ho conosciuto la fantastica fanbase degli Eugenio, ho suonato davanti a un foltissimo pubblico per la prima volta prima dei Ministri ed ho suonato prima di Bianco, un artista che con le sue canzoni mi ha accompagnato per anni e a cui a cui sono fortemente legato.
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