Inge

Riccardo Inge: cosa fare quando i DPCM vietano l’amore? | Intervista

Ho bisogno d’amore, ho bisogno di te. Ho bisogno di quelle cose che mi fanno stare bene.

Sono queste parole, che escono fuori in maniera decisa sul finale di “Mose”, riassumono il concetto della canzone stessa: come si fa a stare distanti dalla persona che amiamo?

Riccardo Inge dopo la delicatezza di “Fulmicotone”, (qui l’intervista) sforna un altro tormentone  nato mettendosi le mani sul cuore.

Chi, come me, ha un congiunto fuori regione, una volta comunemente chiamata relazione a distanza, s’identificherà in questo brano, con il rischio di arrivare alla fine con gli occhi lucidi.

INTERVISTANDO RICCARDO INGE

Cosa significa avere bisogno d’amore?

Credo sia uno degli elementi che ci tiene in vita. Banale a dirsi, ma difficile da dare e da avere. Un po’ come la felicità. Sono quei concetti sulla bocca di tutti che in fondo in fondo tutti quanti cerchiamo anche a volte facciamo finta di non averne bisogno.

E invece è solo grazie all’amore delle persone che ci vogliono davvero bene che possiamo sopravvivere durante tutta la nostra vita.

Come si vive una relazione a distanza?

Per me sarebbe molto complicato perché sono molto fisico e ho bisogno del contatto. Anche se ora abbiamo degli strumenti incredibili che ci permettono di sentire un po’ meno la lontananza di una persona, niente può sostituire un bacio o un abbraccio.

Personalmente lo avverto io stesso in questo periodo con il distanziamento obbligatorio che stiamo vivendo. E non vale solo per le coppie che non si possono vedere. Vale anche per il genitore o l’amico con cui non puoi scambiarti neanche un semplice gesto di affetto.

È troppo romantico pensare che “chi è stato uno stronzo” in Fulmicotone è riuscito a ricostruire un rapporto ?

Tutto può succedere in amore. E in un certo senso è quello che racconto. Quindi, perché no? L’amore è talmente complesso e vario che ogni storia è uguale e diversa a tante altre.

L’imprevedibilità è l’elemento che lo rende così intrigante.

Tornare ad abbracciarsi è un desiderio per il prossimo anno?

Ci spero davvero. Indirettamente ne ho parlato senza aver letto ancora questa domanda in un paio di domande sopra. Direi che è sintomatico (oddio, detto in questo periodo non è una gran parola). Diciamo che è evidente la necessità che abbiamo tutti di riprendere ad avere un contatto fisico e l’abbraccio credo sia una delle cose che mi manca di più.

Hai comprato i regali di Natale durante il black Friday?

No, perché  sono falsi! A parte gli scherzi, è un momento dell’anno dove si inizia a pensare a qualche idea per Natale. Quindi sì, lo ammetto, l’ho fatto. Ma non per cercare di fare chissà quale affare. Mi fanno sorridere i geni che passano il tempo a menarsela del super affare che hanno fatto qua e là. Per poi scoprire che il prezzo scontato è uguale al prezzo originale senza il Black Friday.

Quali sono tre cose che ti fanno stare bene?

Un film sul divano con la mia metà, un abbraccio di un amico, una bella parola di qualcuno su una delle mie canzone. Mi basta poco e tanto allo stesso tempo.

Definisci “Mose” la canzone più pop che hai scritto. Anche in futuro continuerai su questa strada?

Il mood rimane quello delle ultime canzoni, con la differenza che in alcuni casi lascio più spazio agli strumenti suonati in studio (chitarre alleluja) e in altri più a synth e suoni digitali.

La prossima, per esempio, avrà la componente rock più incisiva di tutta l’ultima produzione.

Mi piace dare una certa coerenza al lavoro, ma allo stesso tempo poter spaziare senza blocchi o schemi mentali prestabiliti. Il pop in questo senso è molto sottovalutato perché può dare numerosi spunti.

Inge

Potevi partecipare a Sanremo Giovani, ma per questioni di regolamento legate all’età non è stato possibile. Hai comunque seguito Ama Sanremo? Chi è il tuo favorito?

Sì, è stata abbastanza inspiegabile il motivo per cui abbiano abbassato l’età da 36 a 33 anni (io ne ho 34). Peraltro ritengo che ci sia un errore di fondo: Sanremo Giovani dovrebbe essere Sanremo Young (vista anche la traduzione dall’inglese) per i ragazzini, mentre dovrebbe esserci un Sanremo Nuove Proposte senza limiti d’età un po’ ridicoli.

Pensa che con questo regolamento non avremmo avuto alcun DIodato, Ermal Meta, Gabbani, ecc.

Ama Sanremo non l’ho seguito molto, ma spero in Davide Shorty, un artista meraviglioso che merita la visibilità che il suo talento richiede.

Perché in Italia, quando si costruisce una grande opera pubblica, ci sono, spesso  dei problemi?

Siamo italiani, nelle emergenze fenomenali e nella normalità un disastro.

Sono tanto orgoglioso di essere italiano quanto a volte mi vergogno per l’incredibile potenziale in gran parte non espresso da logiche assurde. Dovremmo essere fra le prime tre potenze al mondo e invece siamo lì nelle retrovie.

Stessa cosa per le opere pubbliche che si perdono nel tempo. Per poi diventare già obsolete quando entrano in funzione.