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Graman: Dentro “Anedonia” c’è tutto quello che ho perso | Intervista

Dentro “Anedonia”, il primo album di Graman, c’è una ragazza che si è portata via tutte le sue emozioni migliori lasciandolo solo con il suo dolore e i suoi pensieri.

Attraverso la musica il cantautore si racconta senza censure, trovando il coraggio di descrivere le proprie paure e mancanze.

Graman spiega così cosa ha ispirato  questo disco: “Nasce sempre tutto da una melodia che invade il mio cervello e annienta ogni altra attività cerebrale. Il filo conduttore di questo lavoro è, appunto, l’anedonia, la patologica incapacità di provare qualsiasi forma di piacere.

Ad ispirare il titolo una chiacchierata con mio fratello che è stato capace di sintetizzare in un’unica parola il micidiale mix di sensazioni che mi tormentava”.

INTERVISTANDO GRAMAN

Il titolo “Anedonia” è usato come una provocazione oppure è dovuto al fatto che grazie alla musica sei riuscito a superare alcuni momenti difficili?

In verità nessuna delle due, la musica non ha eliminato purtroppo le difficoltà, però il termine “Anedonia” riusciva ad esprimerne al meglio quella sensazione di vuoto cosmico.
Così ho deciso di dare questo nome all’album.

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“Quello che sei” lo troviamo dentro le tue canzoni?

Quello che sono lo troviamo in tutte le canzoni.

“Quello che sei” è stata l’ultima traccia che ho registrato e a differenza delle altre canzoni è una dichiarazione di gratitudine per chi resta invece di allontanarsi davanti alle paure.

“Anedonia” oltre ad essere un disco molto personale permette a tutti di identificarsi in alcune situazioni. Universale e malinconico possono essere due aggettivi per descrivere il tuo mood?

Ti ringrazio per l’universale e in ogni caso credo che non potevi trovare due aggettivi migliori per descrivere quest’album.

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“Occhi China” cosa comunicano con un solo sguardo?

Occhi china è uno slang che utilizzo per descrivere gli occhi da orientale, ma non potevo assolutamente rubare questo titolo a Daniele Silvestri così ho inventato un termine più “grezzo” che andava quasi a scontrarsi con una melodia dolce e leggera della canzone. La canzone attraverso la metafora degli occhi china, descrive la nostalgia la malinconia e l’attaccamento verso una persona.

A quale domanda ti viene naturale rispondere “che ne so”?

Quando ti passa il tuo malessere? Come mai non sei finito in nessuna playlist editoriale, come mai sei sempre agitato ? e a molte altre domande risponderei “che ne so”.

Quali “Escamotage” sono concessi per conquistare una persona?

Nessuna escamotage, forse la spontaneità è un’ottima arma anche se quando sono spontaneo le persone scappano da me.

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“Ho la testa altrove” canti in “Bunker”: quali sono i pensieri con cui ti distrai di più?

Purtroppo più che pensieri sono ossessioni, in questo periodo soffro di disturbo ossessivo compulsivo che mi logora la testa quindi sono distratto purtroppo da mille ossessioni e paranoie.

Abbiamo scoperto che apprezzi Travis Scoot. La Trap italiana invece ti piace? Sei in fissa per qualche artista?

Non vado molto dietro alla trap italiana, ma alcuni rapper che fanno trap sono per me le nuove rockstar, vedi tutto l’immaginario di Sfera, sembra un rocker degli anni 70 e questo lo ritengo sicuramente molto figo.

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