Pellerossa: In viaggio verso la musica con le “Quattro frecce” accese
La musica spesso è come un viaggio. Ci permette di arrivare in luoghi lontanissimi anche senza spostarsi di un millimetro. Per chi poi la musica la crea il viaggio dentro di essa assume dimensioni ancor più profonde.
E così i ragazzi della band nata in provincia di Novara, a fine novembre ci rendono partecipi, con l’EP d’esordio, di una parte del loro viaggio musicale, che come loro stessi dicono lo affrontano ” con la macchina ferma e con le quattro frecce accese”.
“Quattro frecce” è proprio il titolo dell’EP dei Pellerossa pubblicato il 27 novembre su tutte le piattaforme digitali.
L’EP è composto da sei tracce che, in modo diverso fra di loro vedono ricorrere un tema comune, “il viaggio“, che come un sottile fil-rouge lega i brani l’uno all’altro.
Il background musicale dei quattro ragazzi novaresi fatto di emerge tutto nel sound di “Quattro frecce”. In brani come “Sandro” l’influenza del brit-pop e dell‘indie-rock anglosassone è evidente, mentre in canzoni come il primo singolo estratto “Piantagrane”, sale in cattedra la propensione della band verso il cantautorato italiano.
Di “Piantagrane”, canzone che ha anticipato di qualche settimana l’uscita dell’EP, è stato girato anche un video-clip disponibile su You-tube. Così come tutto il disco anche il video è auto-prodotto, infatti è stato ideato e realizzato dal batterista della band.
In attesa di tempi in cui potremmo tornare a sentire musica dal vivo e magari anche aver l’occasione di ascoltare live i Pellerossa, abbiamo contattato i quattro ragazzi della band per parlare un po’ con loro dell’uscita di “Quattro frecce”.
INTERVISTANDO I PELLEROSSA
Ciao ragazzi. Parlateci un po’ di voi. Come nasce il progetto Pellerossa?
Ciao, il progetto nasce nel 2013. Avevamo un nome diverso, inizialmente facevamo qualche cover, come tutti i gruppi che si trovano a suonare insieme per la prima volta. Tanto cantautorato italiano, band inglesi e americane. Abbiamo pubblicato alcuni nostri brani nel 2017, ma è con l’uscita di Fisherman a inizio 2019, che abbiamo deciso di cambiare nome e dare una nuova veste, anche grafica, al progetto. Sono nati i “Pellerossa”. Suoniamo live da un po’ di anni ormai e abbiamo un po’ di gente che ci segue.
Da poco avete pubblicato il vostro primo EP “Quattro frecce”. Quali sono i primi riscontri e le primissime sensazioni? E quali sono le vostre aspettative?
Si esatto, il 27 novembre è uscito “Quattro frecce”, il nostro primo EP. Siamo innanzitutto molto felici che abbia visto la luce, considerando che siamo riusciti a portarlo a termine e a ultimarlo in una situazione non semplice. I primi riscontri sono positivi, stiamo ricevendo delle buone recensioni e questo ci permette di ampliare la fan base, che poi è il nostro obiettivo primario.
Nell’EP affrontate varie tematiche. Quanto le vostre esperienze personali hanno caratterizzato i testi delle canzoni? E c’è un brano al quale siete particolarmente legati?
In ogni brano di un artista, c’è di riflesso quello che gli capita attorno, o almeno così ci piace pensare. Sta poi alla sensibilità del singolo decidere quanto di ciò che vive, della propria quotidianità lasciare entrare nelle canzoni e soprattutto in che modo. Nel nostro caso e, nello specifico per questo EP, abbiamo sempre approcciato con spontaneità alla musica, senza mediazioni o filtri, consapevoli del fatto che prima di fare musica per gli altri, la facciamo anche per noi stessi, per trovare di continuo quelle sensazioni positive che ci rendono felici.
Quindi, dopo tutto questo sproloquio, la risposta è chiaramente sì, le esperienze hanno influenzato i temi delle canzoni, che risultano pertanto personali e forse paradossalmente, più facilmente fatte proprie da chi le ascolta.
Poi per concludere, il tema che accompagna un po’ tutto l’EP ruota attorno all’idea che il viaggio verso la musica, noi lo affrontiamo con la macchina ferma e con le quattro frecce accese. Per quanto riguarda il brano, non ti diremo che le canzoni sono dei figli e tutto il resto, però effettivamente per motivi differenti, siamo legati ad ogni pezzo.
Avete collaborato con qualcuno durante le fasi di produzione dell’EP?
Questa risposta sarà più sintetica.
No, ci siamo occupati personalmente delle varie fasi di pre-produzione e produzione, con i vantaggi e gli svantaggi che questo comporta, in maniera realmente indipendente, tanto per restare in tema.
Chi si è occupato del video di “Piantagrane” e da dove nasce l’idea?
L’idea del video nasce in realtà da una necessità, vale a dire realizzare un lyric-video, o qualcosa di simile, che potesse con delle immagini chiare, evocative, restituire le sensazioni che Piantagrane suscita. L’ha realizzato Ciolo, il nostro batterista.
E’ in programma qualche altro video-clip dei nuovi brani?
Si, stiamo lavorando al nuovo video-clip de La modella e l’artista, che possa muoversi più o meno su binari simili al precedente. Sarà un video-clip più animato rispetto a quello di Piantagrane, con una maggiore componente grafica e ci saranno ancora dei richiami al testo della canzone.
Come state vivendo come band questo particolare periodo in cui la musica live è bloccata da un po’?
Purtroppo è un periodo complicato per tutti, stiamo cercando delle modalità differenti dal live, per pubblicizzare l’album e far conoscere le canzoni nuove. Speriamo si possa tornare presto a suonare in tranquillità.
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