Ghendo: Mi sento diverso da quello che ci vogliono imporre | Intervista

Ghendo: Mi sento diverso da quello che ci vogliono imporre | Intervista

“Poi, ogni giorno, scopro nuovi dischi bellissimi che non riesco ad approfondire perché,
ogni giorno,
scopro nuovi dischi bellissimi che non riesco ad approfondire”

Prendendo in prestito questa strofa di  Attenti al Loop, brano con il quale Naip ha stupito il pubblico e i giudici di Xfactor, si può spiegare quello che sta succedendo oggi nel mercato musicale, ricco d’interessanti uscite che dovrebbero venire approfondite con più attenzione.

Tra queste sicuramente troviamo il primo singolo di Ghendo, rapper toscano che esordisce con il singolo “Temporale”, apripista di un percorso che lo porterà nei primi mesi del 2021 a pubblicare anche un album dal titolo “Forma Mentis”.

“Temporale” racconta di una società che impone modi asfissianti che rischiano di far annegare la creatività in un mare di conformismo e omologazione. Ghendo, aiutato da Marco Scaramella chitarrista dei Piqued Jacks, vuole nuotare con forza  tra le onde, seguendo la sua strada e gli ideali della sua musica.

“Questa vita è uno show, dove tutti sorridono, tutti puntano al top, quasi tutti falliscono. Non cambiare pe loro, ho la faccia da mostro perché i buoni gli uccidono.”

Con questa rabbia, ma allo stesso tempo voglia di provarci buttandosi nella mischia, inizia la storia di Ghendo, dimostrando di non aver paura di ballare anche sotto un forte  “Temporale”.

INTERVISTANDO GHENDO

Chi è Ghendo?

Ghendo é un rapper ed autore toscano, classe 1994. Il resto vorrei che lo raccontasse la mia
musica.

Ascoltando il tuo brano ci ho trovato un po’ la rabbia del Salmo degli inizi, quando era
incazzato con il mondo, ma soprattutto si sentiva un ribelle. È stato uno degli artisti che ti ha
fatto venire voglia di creare un tuo progetto?

Salmo é sicuramente tra gli artisti che mi hanno influenzato di più, ho un grandissimo
rispetto per tutto quello che ha raggiunto nella sua carriera.

Io non mi sento un ribelle, ma sicuramente mi sento diverso dal canone di artista che la
moda oggi vuole imporci.

Com’è nata l’idea di collaborare con la band rock Piqued Jacks?

In realtà collaboro ufficialmente soltanto con Marco Sgaramella, uno dei componenti
(chitarrista) della band. Ci siamo conosciuti e avevamo lo stesso modo di intendere la
musica, così é nato un progetto artistico di cui Marco fa parte tanto quanto me.

La tua vita che show potrebbe essere?

La mia vita potrebbe essere una grande rivincita, in pieno stile tarantiniano, o anche una
grande beffa.

Il futuro é imprevedibile.

Che cos’è questo temporale che non vuoi più?

Tutte le difficoltà che fanno parte del percorso di ognuno di noi, tutte le nostre incertezze.
Essere un artista nel 2020 significa anche rinunciare ad una vita stabile.

La moda più stupida di cui sei venuto a conoscenza?

Ce ne sono così tante che rispondere é molto difficile.
Credo che comunque la moda più grossa e radicata dentro la massa come un’abitudine
malsana sia ostentare ogni traguardo, come se la vita fosse una competizione.
Lo trovo stupido.

Ti sarebbe piaciuto essere un pirata?

Mi sarebbe piaciuto essere libero come loro

Cosa può fare la musica per salvare una persona?

La musica ha salvato me, quindi credo che possa fare moltissimo.
Penso che a volte la canzone giusta, le parole giuste, aiutino chi si trova in difficoltà a
sentirsi meno solo nell’affrontare i propri problemi.

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