AimaD: Guerre interiori e ferite da cucire con il rap | Intervista

Quando si pensa alla guerra ci vengono in mente le immagini violente, il sangue e i soldati morti lontano da casa.  Spesso ci sembra qualcosa che accade lontano da noi e quindi facciamo finta di nulla, continuando a vivere normalmente senza troppa attenzione a quello che sta succedendo.

In realtà ci sono anche molte guerre interiori che combatte ognuno di noi, spesso da solo e invisibile agli occhi della gente.

AimaD, esce dalla sua trincea mostrando la sua anima ferita da molte battaglie, da scelte sbagliate  amori tossici e comportamenti di cui non si sente di andare fiero, come quelli che lo hanno spinto all’uso di droghe.

Con il lockdown ha avuto l’esigenza di pubblicare “Soldier Mixtape”, uscito su tutte le piattaforme il 23 Febbraio, nel quale sente il bisogno di sfogarsi e buttare fuori i sentimenti come se fossero pallottole pronte a colpire chi l’ascolta.

Tra flow tagliente, barre crude, Aimad si mette a nudo, partendo alla scoperta di una nuova visione di se stesso, arrivando a definirsi un sopravvissuto che torna pronto a riprendersi la propria vita, come tutti quei soldati che tornano a casa cercando di dimenticare gli orrori della guerra.

INTERVISTANDO AimaD

Che guerre hai combattuto per dar vita al tuo nuovo mixtape “Soldier”?

La guerra che racconto in questo capitolo di canzoni è solo una parte dei miei conflitti personali, la mia musica è il riflesso di me stesso, non voglio stare a qui a parlare di fatti personali che ad oggi con tutti i personaggi che si vedono in giro, la mia potrebbe sembrare una storia come le altre. Mi distinguo nel modo di descriverla nel modo più autentico possibile e credo mi venga bene.

Il conflitto è padre di tutte le cose, nel mio caso il mio lato artistico ha dato suono a queste riflessioni e le ha messe all’interno di questo mixtape.

“Damiano” è la tua autobiografia?

Quel Damiano che ha scritto questa canzone si stava perdendo, fortunatamente l’ho ritrovato in fretta.

Rilassati è un periodo è la frase che abbiamo sentito più spesso negli ultimi mesi?

La frase che ho più sentito negli ultimi mesi è “siamo stufi di questa situazione”, ma nessuno si presta ad attuare alcun tipo di provvedimento.

Decisioni governative a parte,  l’ ultimo anno è stata una prova del nove per l’italiano medio che si accontenta di piangersi addosso al maglione firmato…

Sono accanto a tutte le persone che lavorano nel mio settore che da un anno non riescono a trovare una soluzione, se vuoi sentirti rilassato questo periodo devi pensare a te stesso e concentrarti sul tuo campo d’azione con più determinazione di prima, o finisci per fare la fine degli altri. Io voglio finire come dico io.

Con che strofa di una tua canzone ti piacerebbe definire il significato di libertà?

Così a freddo ti rispondo “Mi son perso, primo, e secondo mi schifo, ma è sempre meglio saperlo per primo”

Sbagliare è umano bisogna solo essere consapevoli di ciò che si fa e che si vuole, quando le cose andranno bene nessuno e tutti avranno da ridire, sii libero di intraprendere la strada che vuoi.

Credi nel concetto di karma?

Credo che ognuno riceve ciò che si merita (a volte).

I giovani sbagliano perché si sentono invincibili?

I giovani di oggi sbagliano come i giovani di prima, la differenza è che oggi siamo tartassati di informazioni sbagliate e di cattivi esempi, a partire dai nostri signori politici.

Noi giovani siamo il risultato di una società da anni troppo incoerente.

E ti dico facciamo bene a sentirci invincibili, almeno ci è rimasto di credere in noi stessi.

In fondo amare è da pazzi?

Amare è da pazzi e tra pazzi ci si ama di più.

I cambiamenti ti spaventano o ti  rendono curioso?

Finché sarò io a decidere per me sono solo curioso di quello che riuscirò a creare.

Quale critiche vorresti fare al mondo del rap?

Se mi parli di cultura ti dico nessuna, amo questo genere in ogni sua forma e sfumatura.

Avrei qualcosa da ridire sulla gestione imprenditoriale del rap italiano ma sentirete come la penso nei miei prossimi progetti, preferisco scrivere piuttosto che parlare.

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