New Indie Italia Music Week #63

Il sottofondo musicale è il più caro compagno di tutti i lavoratori nel mondo, assumendo l’estensione dell’intera scala cromatica: dai suoi più gravi di coloro che lavorano in linea in fabbrica o in un cantiere edile, a quelli più latineggianti nei negozi di abbigliamento, fino a passare ai suoni decisamente più soft di un ristorante o a quelli della natura.

La musica lavora con noi e noi con lei: sentiamo il ritmo dentro, canticchiamo in mente o con il labiale. È la nostra carica magica, meglio di un caffè ristretto!

Scoprite i vostri suoni magici tra le uscite proposte questa settimana dai nostri editor Alessandra, Nicolò, Salvatore, Ilaria, Vernante, Sara, Elena, Benedetta, e Federica!

 

Semplice (Album)

Motta ha un dono raro, quello di tradurre i brani in immagini; che poi è il fine stesso del concept album:  obbligarti al rispetto della musica senza interruzioni.

Ascoltare musica, alimentare la bellezza, dedicare del tempo ad alimentarla è una condicio sine qua non per condividere. Ecco perché un album come Semplice va ascoltato nell’ordine in cui l’artista lo ha pensato, che non è un ordine casuale, ma proposto come la trama di un film.

Non sorprende quindi che ascoltare i suoi dischi sia come guardare un film autobiografico che ha come protagonista un ragazzo che tira le somme sulla fine dei vent’anni e successivamente sul resto della vita, quella con meno pose e più verità. Quella fatta di un sacco di zone grigie.

Semplice è la continuazione di questa lunga storia che non è mai finita ma si è solo fermata per un po’, perché plasmare un lavoro artigianale richiede tempo, precisione, dovizia e correzioni. 

Semplice, infatti, non è neanche dal punto di vista musicale: il suono è stratificato, violini, viola e violoncello si muovono vorticosi in un lavoro intenso, in cui si incastrano alla perfezione il rock – non privo di chitarre acide ed echi dei Radiohead, Lou Reed e The Cure – con i modelli nostrani, da Luigi Tenco a Francesco De Gregori, chiara influenza in “Qualcosa di normale”. 

Perché come ha affermato lo stesso Motta – facendo proprio il saggio Lezioni Americane di Calvino – “la leggerezza non è una piuma che cade, che è pesante perché cade, ma è l’uccellino che batte le ali per rimanere su. Quindi la leggerezza è faticosa, deve essere una conquista, non un punto di partenza.” 

Via il superfluo, avanti l’essenziale; così la cover di Semplice si spoglia di tutto e non vi compare neanche Motta stesso in copertina: l’autore lascia che siano le parole e le canzoni a parlare, questa volta con meno astio e rabbia rispetto ai lavori precedenti.

Vedere Motta in una luce diversa, pronto a raccontare e destrutturare la sua verità e soprattutto a riscattare un anno e mezzo di fermo per chi si nutre di musica come lui – che è uno che il palco se lo mangerebbe – fa bene al cuore.

(Federica Vinciguerra)

Motta: 9

 

bim bum bam

se per myss keta dovremmo vivere una vita in caps lock, per i rovere è appropriata una recensione che rifiuti l’utilizzo delle lettere maiuscole: la band indie bolognese le ha abolite dal proprio nome e da tutti i titoli, compreso quello dell’ultimo singolo “bim bum bam”, omonimo dello storico programma per bambini andato in onda tra gli anni ‘80 e ‘90.

preparatevi a sculettare senza lettere maiuscole sulle note di un pezzo dance pop che sembra voler sfidare dua lipa e ci regala 3 minuti di spensieratezza con un’iniezione di ricordi dell’infanzia.

guardavi i cartoni in mutande con in bocca un oro ciok, stringendo il pupazzo di uan. giocavi ad essere già grande ed ora sogni di tornare là. 

il presente non è il massimo? I rovere ci cantano il passato, ma riescono in qualche modo a farci pensare al futuro: alla speranza di un’estate leggera della quale un pezzo del genere sarà la perfetta colonna sonora.

(Vernante Pallotti)

rovere: 8

 

Autostrade

“Cercare le risposte alle tue domande nei distributori automatici”, il confine tra città e periferia, tra i chilometri percorsi e quelli persi, tutto questo è “autostrade”, il nuovo coinvolgente singolo di Miglio. L’artista nata nella città industriale di Brescia, ci regala anche stavolta un collage emotivo fatto di foto sbiadite e polaroid comprate sulla bancarella dell’usato, di pianti e di risate e di canzoni cantate a squarciagola mentre si guidava in autostrada.

Una commistione di ricordi piacevoli o acri come “l’odore di urina nei bagni della stazione o delle aree di servizio”, riluttante ma anche immancabile elemento che accompagna chi nella propria vita è abituato a vivere di viaggi e autostrade.

(Ilaria Rapa)

Miglio: 7,5

 

Solow

Da solo si sente così “so low”, afferma Wrongonyou nella sua nuova canzone “Solow”, una crasi questa di solitudine e sentirsi giù di morale (so low in inglese). Con l’intento di farci compagnia il buon Wrongonyou, ha scritto una canzone in grado di darci un momento di conforto quando non ci sono i nostri amici o parenti a poterlo fare.

Poter sentire la vicinanza di qualcuno, seppure non sia un nostro caro, nei momenti in cui ci sentiamo davvero in down è sempre qualcosa che ci riempie il cuore di gioia e ci fa sentire meno soli. Quindi grazie Wrongonyou per accompagnarci nelle giornate più vuote.

(Ilaria Rapa)

Wrongonyou: 8

 

Taxi Driver (Album)

Come nel capolavoro di Martin Scorsese, interpretato dal brillante Robert De Niro, nel suo nuovo album Rkomi è un tassista che guida dal tramonto all’alba, protagonista di un viaggio incredibile con alcune delle voci più interessanti del panorama italiano.

A bordo del taxi Gazzelle, Gaia, Sfera Ebbasta, Irama, Tommaso Paradiso, ARIETE, Ernia che non sono solo delle comparse che supportano l’artista, anzi, completano i pezzi e sono parte integrante delle storie narrate.

In “DIECIMILAVOCI” le voci di Rkomi e ARIETE si fondono perfettamente, creando un’atmosfera molto romantica, “LUNA PIENA” con Irama è super orecchiabile, una collaborazione che non ci saremmo aspettati e di cui non sapevamo di avere bisogno.

“10 RAGAZZE” con Ernia è un chiaro riferimento all’omonima canzone del grande Lucio Battisti, di cui l’artista dimostra di essere molto affascinato, come lui stesso ha dichiarato.

Dulcis in fundo, “TAXI DRIVER”, brano malinconico, che risulta essere perfetto per il termine della corsa: dopo aver incontrato tante persone, dopo aver ascoltato, vissuto tante storie, il cantante tira le somme, ammettendo di aver spesso indossato i panni di qualcun’altro.

La fine è bang, canta Rkomi e un progetto così innovativo, in cui convivono tante anime e diversi suoni, non poteva chiudersi con canzone migliore.

(Elena Caggia)

Rkomi: 8,5

 

Profondamente (Album)

Ritorna il duo romano con un nuovo EP che esplora i sound più disparati in maniera unica.

“Goleador” apre le danze con un ritmo incalzante, anche “La Clique” è più energetico rispetto a “Profondamente” o “Ci sono Anche io”, certamente più riflessivi.

“Profondamente racchiude molti degli stati d’animo che abbiamo vissuto per anni. In questi mesi siamo riusciti a tirare fuori il nostro mondo interiore, cosa che non potremmo esternare in nessun altro modo se non con la musica”.

Hanno senza alcun dubbio compiuto passi da gigante e non potevano renderci più soddisfatti, mostrandoci le loro fragilità e il loro mondo, che seppur complesso, ci ha decisamente affascinato.

(Elena Caggia)

Sierra: 7,5

 

Mr Wolf

“Sono il Signor Wolf e risolvo problemi”, alzi la mano chi ricorda la celeberrima scena di Pulp Fiction, e quanto sarebbe bello avere anche noi un Mr Wolf personale che ci bussa alla porta ogni volta che abbiamo un problema che non riusciamo a risolvere.

Magari ogni volta che si fa “fuori e dentro” con la persona che amiamo ma che poi ci abbandona soltanto perché non ha il coraggio di ammettere di essere stanchi di noi. Gli Antartica, un po’ nostalgici un po’ accusatori, ci ricordano che potrà esserci qualunque Mr Wolf per noi, ma se non riusciamo a risolvere il problema che è dentro di noi, ogni aiuto sarà vano.

(Ilaria Rapa)

Antartica feat. Cogito: 7,5

 

Le Pause

L’indie, il rap, lo spirito del grunge, il cantautorato. L’amore, le delusioni, la paura, l’ansia del domani e la determinazione. Tante emozioni e tanti generi che sembrerebbe difficile mettere insieme ma che invece convivono nella musica di Veramentebravo.

Veramentebravo, all’anagrafe Filippo, non ha ancora 18 anni eppure la sua musica risulta estremamente matura, figlia del suo vissuto e specchio delle sue ansie e della sua speranza.

Il tempo è alleato di questo giovane artista che è pronto a ritagliarsi uno spazio nella scena dell’urban che verrà.

(Salvatore Giannavola)

Veramentebravo: 8

 

Vietnam

Sogniamo un amore genuino, senza barriere, senza filtri: dalle mie parti quando dicono “sottoni” spesso alludono a dei cuori sottomessi ad amori un po’ incerti.

Un amore che se mi guardi mi imbarazzo, un amore che non ci fa chiudere gli occhi prima di addormentarci anche se tu sei più sbagliata della guerra in Vietnam. Esiste un amore così in una società in cui precarietà, discriminazioni di genere, pessime prospettive future prenderono il sopravvento sui sentimenti sentendoci stranieri di noi stessi?

Facciamo quattro passi,  non so giocare a scacchi, ma posso disegnarti, tenere fede ai patti, guardarti dentro adesso perché a me basta questo!

(Alessandra Ferrara)

Giuse The Lizia: 8

 

BLU

Esiste il diritto di provare tristezza? Letto così può sembrare forse un controsenso, anche in se realtà potrebbe aver il suo senso. Quando le cose non vanno come avevamo immaginato perché dobbiamo fingere la felicità, senza ammettere la verità?

Oggi mi fa di stare giù, è un pomeriggio blu, perché la noia mi guasta la fame mi passa, uccidimi e basta ma per fortuna siamo in due

(Nicolò Granone)

Flaconedivetro: 8,5

 

Senza vento

Innamorarsi non deve diventare una fonte di stress: come onde si cercano, ma non si incontrano mai. L’amore deve essere lasciare senza fiato in modo costruttivo, scoppiare come due meteore in cielo per la passione. In mancanza di questi elementi, tutto si riduce come il mare aperto, come vele senza vento. 

Rilassiamoci! Mettiamo da parte paure, paranoie per riprendere il ritmo dei sentimenti. Non ha alcun senso perdere tempo nel pensare, capire!

Scialla!! Peace & Love!

(Alessandra Ferrara)

Caleido feat COMETE: 7,5

 

Quello che so

Un tuffo nel mare dei ricordi della fanciullezza spensierata di corse in mezzo ai prati e capanne segrete. Andare indietro nel tempo, però, può spaventare: crescendo perdiamo l’ingenuità tipica di alcune fasi della vita che a volte potrebbe anche salvarci la vita.

Scavare nei ricordi, allora, può essere la chiave per ritrovare uno spirito che pensiamo di aver chiuso in un cassetto a doppia mandata di cui abbiam gettato la chiave.

La memoria non è un mobile impolverato: anzi è viva, e fin quando non si oscura è la nostra fonte di emozioni più pure, più intime.

(Alessandra Ferrara)

Martix: 7,5

 

Acqua

Sei bella come l’acqua di domenica mattina

È così che si apre il nuovo singolo di Paul Giorgi, che ci vuole far capire cosa prova fin dalla prima strofa di questa ballad romantica.

Con sonorità old school di una tastiera che ci accompagna per tutta la durata del pezzo, il cantautore ascolano dice alla ragazza in questione che non pretende nient’altro da lei se non soffiare via la nebbia.

Paul Giorgi ci regala un’immagine un po’ “stilnovista” di questa ragazza che arriva, fresca come il Polo Nord, capace di portare altro vento, capace di far passare la sete, di essere mare, di togliere le stelle dal cielo…

Tuttavia, come nella gran parte degli incantesimi, questa apparizione dura solo una notte.

Solo prima che diventi giorno.

(Benedetta Fedel)

Paul Giorgi: 7+

 

In mille pezzi

In mille pezzi” è la conseguenza del primo disco 1989 perché dopo la rabbia e la distruzione rimangono solo i vetri rotti e il caos. Dai detriti si può solo ricostruire, magari con un  diverso progetto architettonico che può rendere il nuovo ancora più bello dell’originale. Dopo un “Addio” e porte sbattute, bisogna lasciar da parte il passato e provare a correre incontro al futuro, con la speranza di incontrare altre persone per stare ancora meglio.

Conoscendo la storia e la passione di Elso per la musica, nata da una rock band liceale, nascosta in un deserto  o in una fabbrica,  s’incastra come pezzi di un puzzle in questo nuovo lavoro che ha dovuto pure subire tutta la crisi del settore, visto che la sua pubblicazione è rimasta bloccata per molto tempo.

Finalmente tutti possono ascoltare queste 7 canzoni malinconiche, ma allo stesso tempo piene di speranze, che diventano complicate istruzioni utili per far pace con noi stessi.

(Nicolò Granone)

Elso: 8-

 

 

Quanti te ne fai

Cardo vuole sapere tante cose in questo ultimo singolo e in particolare una, come suggerisce il titolo.

In questo mood un po’ alla Vasco, irriverente da sempre e per sempre, Cardo ci canta il suo ultimo ironico e insolente singolo.

Su una serie di “dimmi, dimmi, dimmi”, il cantautore fa un sacco di domande a questa donna che un po’ vuole e un po’ respinge, perché sa bene di non essere l’unico per lei.

E in un altalenante andirivieni di decisioni perché, credevo fossi vera quando restavi qui la sera, sai, ti facevo più matura, dimmi, sei libera stasera? si arriva con fatica alla decisione finale.

Non ne vale la pena, vai e non tornare più.

Però, prima di andare, un’ultima domanda – la sola che sia mai contata.

Quanti te ne fai?

(Benedetta Fedel)

Cardo: 7,5

 

Siamo seri

Andrà tutto bene? Siamo Seri

Diventerò la persona che volete? Siamo Seri

Realizzerò i miei sogni? Siamo Seri

Abbandonerò le mie cattive abitudini? Siamo Seri

Potrei continuare  a farmi altre domani, quasi all’infinito, e la risposta sarebbe la stessa o forse facciamo tutto questo perché in realtà siamo insoddisfatti e ci sentiamo SAD.

(Nicolò Granone)

Vipra:8

 

Maltempo

In questo “Maltempo” dentro il quale ognuno di sta vivendo può capitare di sentirsi schiantati a terra come le gocce di pioggia che esplodono toccando l’asfalto e spesso guardandoci allo specchio ci siamo promessi che vogliamo fare nuovi progetti, cambiare dentro e fuori per trovare illuminare la nostra storia con raggi di un sole nuovo.

Eames ha il coraggio di buttarsi dento questa tempesta emozionale con il rischio si di affogare, ma anche di rinascere!

Eames: 7,5

 

Un nuovo mondo

Valerio Fedele nel suo secondo singolo ci racconta di un mondo diverso in cui ha perso il cuore.

Un posto dove tutto va al contrario: il mare non c’è, la spiaggia è diversa, si dorme sui marciapiedi e la gente intorno non la vedi, non c’è riparo dall’acqua e le stelle sono le uniche che ti fanno sentire meno solo. Persino l’estate è diversa, perché non fa caldo.

Ed è tutto proprio a causa dell’amore, che sembra aver spaccato in due questo luogo, dove non c’è né lei, né lui, né il mondo. Tutto sembra scomparire per lasciare posto solamente a un mondo introspettivo e malinconico – sebbene cantato con leggerezza – in cui resta Valerio a ricordarsi del niente, a riempirsi il cervello di caffeina.

E glielo canta bene quando dice guarda che fine faccio, guarda che fine fa il mio mondo, senza lei, la sola luce che illumina, lei, senza la quale preferisce non svegliarsi proprio.

Però poi, alla fine, si deve sempre fare i conti con la realtà.

Però poi, alla fine, tutti dobbiamo affrontare da soli, sia pure con la paura che il tempo passi, ripensando a tutti i discorsi che ci siamo fatti, un nuovo mondo.

(Benedetta Fedel)

Valerio Fedele: 7+

 

Pianure

L’agorafobia è la paura degli spazi aperti perché non si sa cosa ci sia al di là di quello che vediamo e questa sensazione rende le persone insicure e indifesi. Adesso trasliamo questa cosa nella gioventù di oggi, piena di ragazzi che non sanno cosa aspettarsi con il futuro che da opportunità si trasforma ogni giorno in rimpianto per i momenti passati. Ibisco vorrebbe fuggire dalla sua generazione, perdendosi dentro suoni discodance mentre i suoi punti di riferimento oscillano tra macchine che passano e scie di fumo che si alzano dalle pianure.

Ci penso e ripenso a quello che non sono.

(Nicolò Granone)

Ibisco: 8+

 

Atto II – Disordinato spazio

Joanita torna dopo il primo atto della sua operazione metafisica per farci riflettere sul tema dello Spazio con una nuova coppia di singoli: “Tuta blu” e “Scilla”. Pur affondando le radici nella contemporaneità in fatto di sound e di linguaggio, in qualche modo la sirena del Garda riesce a elevare tutto con un sapore mitologico.

In questo senso il rimando a Scilla, il mostro marino dell’antica Grecia, esplicita la volontà di Joan di superare i temi quotidiani che affollano la musica stanca che esce ultimamente, aggiungendo un nuovo livello di lettura alle nostre giornate.

Consiglio di ascoltare durante la blue hour guardando il cielo da una posizione privilegiata, magari  riflesso in un fiume, fumando una sigaretta sul balcone o sdraiati nell’erba di un prato.

(Vernante Pallotti)

Joan Thiele: 9

 

Routine (Ep)

Dammi quel qualcosa con cui mi addormento. Quella roba che la notte non mi tiene sveglio. Scaccio via la noia giuro in un momento. Se mi dici che sei sola nell’appartamento. 

“Routine” è una di quelle parole che nell’ultimo anno si sono caricate di nuovi significati: c’è chi vi si è aggrappato per non impazzire durante il lockdown e chi non vede l’ora di dirle addio per sempre, sostituendola con una vita spericolata.

Frambo fa della routine il titolo del suo primo EP, una sveltina indie di 13 minuti che mette il buonumore e dà la carica per ricominciare. L’angioletto ricciolo de La Clinica Dischi inaugura così il suo  vivace e spensierato progetto musicale, con echi di Frah Quintale e Galeffi.

(Vernante Pallotti)

Frambo: 7+

 

Il primo bacio

“Il primo bacio” racchiude quello che tutti facciamo per stare bene, anche quando capita che ci pentiamo il giorno dopo. Soprattutto noi giovani non siamo bravi a restare fermi, facciamo di tutto per non abituarci, a volte ci abbracciamo e a volte ci prendiamo in giro. È la stessa Cara a parlare così del suo nuovo singolo.

Un brano che ci riporta con la mente alle classiche relazioni estive, fatte di baci inaspettati nelle serate calde e di viaggi in macchina con destinazioni ignote. Un inno ai primi baci, quelli che sanno di granita e serotonina. Un’artista giovane e fresca, che sa parlare dei suoi coetanei e ai suoi coetanei.

L’estate è alle porte, ma già si iniziano ad avere  le basi per la perfetta colonna sonora.

(Sara Pederzoli)

Cara: 8

 

Senza Elettricità Non Trovo L’Interrutore

Le parole hanno la capacità di cambiare a seconda della posizioni in cui sono messe in una frase, o addirittura se si modifica un accento o il tono della voce con le quali si pronunciano varia anche il loro significato. lvca ama sfruttare questa qualità della lingua italiana, usando anche la parola con più lettere, (precipitevolissimevolvemente), per raccontare storie che parlando di città notturne,  di baci e di persone che confondono, a causa dell’economia globale, lavatrice e lavastoviglie.

Una nota di merito la merita senza dubbio il brano “lvca non esiste” perché l’artista racconta, anche in maniera cruda la sua adolescenza, senza vergogna o commiserazione, trattando temi spinosi come morte e malattia.

(Nicolò Granone)

lvca: 7,5

 

MERCOLEDÌ/GIOVEDÌ  

Dopo “Lunedì” e “Martedì”, Bluem ci regala “Mercoledì” e “Giovedì”, dittico che anticipa l’album Notte, in uscita il mese prossimo. Un brano per ogni giorno della settimana, per accompagnarci giorno dopo giorno. Due facce della stessa medaglia, un duplice specchio sonoro, emotivamente denso ma al contempo scarno.

“Mercoledì” è un singolo che va controcorrente rispetto alle altre canzoni, perché invece che cercare di trattenere qualcosa o qualcuno, cerca in qualsiasi modo di lasciarlo stare. “Mercoledì” pone fine a un confronto, un punto fermo, che riconosce e respinge con successo un elemento tossico.

Giovedì” rappresenta proprio il momento in cui si decide di fare attivamente qualcosa per liberarci dalle catene che ci immobilizzano. È una confessione, sussurrata ma anche un giuramento, con cui ci si impegna a non tornare più indietro.

(Sara Pederzoli)

BLUEM: 8,5

 

Boh

Quante volte ci è capitato di vivere delle situazioni surreali e di essere a corto di parole per spiegare quanto stava accadendo?

Quante volte abbiamo avuto una cotta per una persona che, ripensandoci, non era assolutamente fatta per noi?

L’unica risposta plausibile? BOH.

Il singolo del Solito Dandy, prodotto dal Maestro Simone Guzzino, nasce da queste riflessioni e anticipa il suo nuovo album. Forse dovremmo smettere di cercare ossessivamente delle risposte e concederci un BOH come risposta.

(Elena Caggia)

Il Solito Dandy: 7

 

La nostra Playlist ti accompagnerà anche durante la tua giornata lavorativa: non perderla!