Raimund Mathias Hepp | Recensione Album “Chapter One”
Il disco – Chapter One
La realizzazione dell’album “Chapter One” è iniziata quando Raimund Mathias Hepp ha sentito il desiderio di comporre musica che gli desse l’esperienza emotiva che stava cercando.
Ogni pezzo di questo album è un segmento di una storia, i titoli e il loro ordine possono dare qualche vago accenno. Raimund descriverebbe la natura della musica come “traurig-schön” che potrebbe essere tradotto come “malinconico ma in un modo bello e piacevole”, un po’ simile al sentimento della nostalgia. Tuttavia, spetta agli ascoltatori godere delle proprie associazioni. Il titolo dell’album “Chapter One” è eloquente: questo è solo l’inizio e che c’è molta più musica in arrivo.
L’artista – Raimund Mathias Hepp
Raimund Mathias Hepp è un compositore, polistrumentista e artista austriaco. Le sue radici sono nella musica da film, dove ha affinato la sua abilità nell’esprimere emozioni attraverso ampi paesaggi sonori e melodie narrative.
Come artista solista Raimund compone musica minimalista, strumentale e sperimentale, con influenze che vanno dal neoclassico, al minimalismo e alla musica elettronica contemporanea. In questo caso, è il regista di sé stesso, creando nella sua mente la musica per i film che guidano l’ascoltatore attraverso un viaggio visivo interiore unico. I suoi album solistici includono spesso contributi di alcuni dei migliori musicisti del mondo della musica da film e della musica classica. Quando non compone, Raimund cerca continuamente nuove ispirazioni con delle passeggiate sotto la pioggia.
Chapter One – La recensione
Se nella sua biografia Raimund Mathias Hepp non avesse specificato che ama le passeggiate sotto la pioggia, con Harm e Rustling Leaves Pt.1 non avremmo avuto dubbi che buona parte della sua ispirazione arriva proprio da quello. Il senso di malinconia, ma in un modo bello e piacevole (“traurig-schön”) è una di quelle parole di stampo teutonico che perfettamente si addicono al compositore austriaco. Non c’è tristezza tra le note che si susseguono, a volte come un picchiettio leggero, a volte come una tempesta impetuosa – Always. Ogni suono, ogni melodia ed armonia composte da Raimund Mathias Hepp rimandano ad un’immagine chiara, ad un momento ed un paesaggio. E’ ovvio che la maestria dell’autore nel comporre musica per il cinema si rifletta anche sui brani nominalmente slegati dallo schermo.
Ueberlebenskuenstler – Il bimbo e l’equilibrista
Ueberlebenskuenstler che in italiano potremmo tradurre come “L’equilibrista” è l’unico brano dell’intero album che mi riporta ad un mondo indoor, una sensazione di protezione. Che siano esse pareti, soffitti o, perchè no, il tendone di un circo. C’è familiarità, c’è l’abitudine a cadere e rialzarsi, camminare piano raggiungendo la meta, passo dopo passo. Ho immaginato un bambino che muove i suoi primi passi, un bambino che cresce e prende consapevolezza di se stesso e della forza. Un bambino che con il solo ausilio delle gambe, si affaccia su un mondo nuovo ed infinito.
Looking back, che ironicamente è anche il brano di chiusura di Chapter One, è senza ombra di dubbio il brano più controverso, almeno musicalmente parlando. Le atmosfere protettive di un’emozionante passeggiata sotto la pioggia vengono meno. Il pianoforte non avvolge l’ascoltatore con la sua pienezza ed il violino solista di Aleksey Igudesman risveglia da una certa comfort zone, invitandoci a riguardare (o riascoltare) tutto ciò che c’è stato, magari sotto un’altra chiave.
Insomma, con Chapter One, Raimund Mathias Hepp ha mostrato al mondo un lato di se che forse, guardando indietro (Looking Back), non può e non deve essere l’unica chiave di lettura della sua arte e di ciò che sarà il suo prossimo capitolo.
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