New Indie Italia Music Week #73

La musica è l’arbitro della partita della nostra vita: è stridente quando fischia un’ammonizione facendoci vivere momenti che vorremmo solo dimenticare; è dolcemente rumorosa quando fischia un goal che ci regala un’emozione pura!

Siete pronti a scendere in campo per disputare un nuovo match, lasciandovi guidare dalle note delle nuove uscite questa settimana?

I nostri editor Alessandra, Salvatore, Nicolò, Ilaria, Sara, Vernante, Elena, Benedetta, Filippo e Pantaleo ci guideranno a scegliere il pezzo giusto per vivere le nostri “Notti Magiche!

 

Vita

“Tutta qua la felicità sembra semplice. Sei felice o sei complice. Cosa c’è di difficile, non ti perdere. Sei felice o sei complice. Tremare come le foglie. Non avere paura di niente, viviamo sempre. Tutta qua la felicità sembra semplice. Sei felice o sei complice”

“Vita”, il nuovo singolo de La Rappresentante di Lista, è un inno alla gioia di vivere e alla felicità nonostante tutti gli agenti esogeni che possano provare a scalfirla. La felicità è come un palazzo da costruire a partire dalle fondamenta: mattone dopo mattone. Il viaggio verso il raggiungimento della luce interiore non ammette mezze misure: puoi crederci essendone complice per poi goderne appieno, oppure puoi provare a raggiungerla, ma in quel caso i risultati sperati potrebbero deludere le aspettative.

La felicità è intorno a noi, la vita pullula di fiori da raccogliere, spetta a ciascuno di noi aguzzare la vista per assaporare le gioie migliori, diventandone parte integrante.

(Salvatore Giannavola)

La Rappresentante di Lista: 7,5

 

Ragazzo del 2000

Quanto è difficile, quanto è bello, quanto è spaventoso, quanto è straordinario essere giovani?
Questo singolo, per quanto sia intimo e particolare, diventa immediatamente universale.
Vent’anni li abbiamo avuti tutti, si sa, e ora tocca ai “ragazzi del 2000” viverli con ogni sfumatura che si portano dietro.

I Coma_Cose cantavano “Che schifo avere vent’anni, però quanto è bello avere paura”, e oggi Fadi a sua volta canta: “Cerchi un posto speciale dove puoi lasciare il casco poggiato sulla Vespa dove poi ti senti un re”.

E può sembrare facile col senno di poi trovarlo, quello spazio. Può sembrare anche banale, col senno di poi. Ma avere vent’anni significa tutto e niente perché è l’esatto momento in cui si sa cosa si vuole essere e si ha paura di diventarlo. È il momento in cui si è tutto e il contrario di tutto.

E quindi ha ragione Fadi: noi, con lui, non siamo che il “minimo comune denominatore” tra tutte le cose. A noi basta solo che ci sia una musica che ci faccia innamorare. Una musica buona che ci spacchi il cuore.

(Benedetta Fedel)

Fadi: 7,5

 

CHE TI PERDI

“Non voglio fare un cazzo, no”: questa è la verità, e nessuno di noi vuole ammetterlo! Vorremmo che gli altri facessero le cose al posto nostro perché a noi noia far la spesa, portare fuori il cane, lavorare, parlare, organizzare la nostra giornata. Insomma siamo dei lamenti viventi che barcollanno tra i propri pensieri.

“Come stai, come ti senti, chiedimelo tra 100 anni” anche se non è mai il momento giusto perchè la vita “si attacca addosso come il mare mosso come il cane all’osso”.

Meno lagne, più azioni!!

(Alessandra Ferrara)

Giannini: 8

 

Sabato se

Galeotti furono gli amori estivi! Quell’innamoramento istantaneo che ci colpisce tra un drink ed un tormentone, regalandoci sorrisi imbarazzanti al sapore di sabbia: “il tuo sguardo addosso fa sudare”.

Allora iniziano a frullarci in mente mille punti di domanda: come si chiama? Ci incontreremo di nuovo? Mi avrà notat*?

“Mi tuffo coi vestiti e vengo a nuoto a chiederti esci con me sabato sera?”

(Alessandra Ferrara)

Scapigliati: 7,5

 

Sushi Pedalò

Sentirsi atipici nel proprio paese di origine non è sinonimo di assenza di legame con le proprie tradizioni: “io ti parlo in romancio e tu mi parli romantico”. Il sentimento rivoluzionario, quello che ci spinge a pensare di evadere dall’ambiente natio è connaturato con l’uomo e strettamente connesso alla sua curiosità di esplorare il mondo. Non sentiamoci in colpa se “mangio sushi oltre frontiera”, potrebbe solo avere un sapore nuovo!

(Alessandra Ferrara)

SHINDO feat Joyss: 7,5

 

Tango

Si può soffrire per il troppo amore? Ovviamente si, e questo succede quando ormai è troppo tardi per tornare e rivivere l’emozioni di un tempo. Sicuramente ragionando con il cervello dovrebbe venire automatico fare un reset, si la soluzione è drastica e complicata, ma se continuiamo il cuore la testa fa troppo rumore e anche le piccole cose tornano a galla come sentimenti che hanno imparato a galleggiare dentro il nostro dolore.

Rimaniamo così, con lo sguardo rivolto verso il passato e la vita che fatica ad andare avanti, come se fossimo rimasti fermi in coda con i nostri rimpianti e rimorsi che rimangono lì, in mezzo alla strada, come ostacoli impossibili da superare.

(Nicolò Granone)

Erbe Officinali: 7,5

 

Favole (EP)

“Favole, solo favole, stupide le favole.”

Come quelle che ci raccontano, che ci raccontiamo per sperare un giorno di essere felici e di poter asciugare quelle lacrime che scorrono sul nostro volto come lumache.

“Favole” l’EP, racchiude tutto l’umore, la sensibilità, le note, il pianoforte di Gabriele Troisi. “Persa” diventa speculare a “Lumache”, “Favole (le nostre)” è invece l’anima della “Favole” che conoscevamo già. Un EP questo che ha in sé la magia dell’immaginazione e la concretezza della musica, un EP per ricordarci che credere nei propri sogni non è per forza la favola che ci raccontavano da bambini.

(Ilaria Rapa)

Gabriele Troisi: 8

 

Police & Kids

Immaginate un concerto in cui d’un tratto irrompe una pattuglia della polizia, gridando “mani in alto!” ai ragazzi che stanno pogando. Ecco, quei ragazzi senza farsi spaventare rispondono semplicemente “fuck you” e ricominciano a ballare, convincendo perfino i celerini sconvolti a unirsi alla danza.

È qui che quel “put your hands in the air!” gridato dai poliziotti perde il senso della minaccia e diventa la frase di un vocalist gasato che vuole solo far divertire il suo pubblico. Il potere della musica riesce a unire davvero tutti, perfino “Police & Kids”, come vuole il titolo dell’ultimo singolo di Pablo America, l’artista più bipolare della scena italiana.

E dopo questo tormentone dell’alter-ego dance Dr Amerikyll, aspettiamo con ansia la trasformazione di Pablo nel cantautore Mr Americ-Hyde per il brano che completerà la doppietta, sul filone di «Ascoltavo i Nirvana» e «Noi siamo il punk».

(Vernante Pallotti)

Pablo America: 7,5 (come i tipi intelligenti che prendono bei voti senza studiare)

 

Dejavu

Braccio fuori dal finestrino, vento tra i capelli e il nuovo pezzo di Nube: ecco a voi la combo perfetta per un viaggio in auto, in cui i pensieri vengono schiacciati dal potere della musica e la testa vaga altrove.

Un pezzo ballad che ci rende più leggeri, come se “Fossimo aeroplani, tramonti rari su Malibu”.

“Dejavu” è la classica canzone da ascoltare on the road, che ha lo straordinario potere di ridurre le tensioni e di accompagnarci in una nuova avventura.

(Elena Caggia)

Nube: 8

 

I Santi

Dopo tante scottature, non si fa più caso alle bruciature, la pelle muta, cambia forma e nulla sembra toccarci minimamente.

Il nuovo pezzo di Davide Amati e Nicolò Carnesi è il racconto di chi si è lasciato andare alla malinconia, non crede più in niente e inizia a pensare che il buio non è poi così male, anzi, è forse una via d’uscita.

La paura di farsi male una seconda volta è più forte della voglia di ricominciare e, almeno per il momento, la soluzione è quella di chiudersi in sé stessi.

(Elena Caggia)

Davide Amati, Nicolò Carnesi: 7

 

Una canzone del cazzo

A volte, quando è tutto nero, ho bisogno di una canzone. Una canzone a caso, anche una canzone del cazzo, nella speranza che mi spenga il cervello, sapendo benissimo che non lo farà.

Una canzone del cazzo che mi ascolti parlare e non mi risponda. Che mi faccia piangere e ballare, e non sistemi le cose. Solo una canzone così, una di quelle che sta lì quando l’angoscia mi prende e non mi lascia andare. Una canzone del cazzo che mi tenga compagnia e basta, senza insegnamenti. Che ascolti tutti i pensieri dolorosi che ho senza cambiare il loro ordine, senza offrirmi una strategia, mentre sono su questo letto che mi sembra una tomba.

Stasera voglio solo fare così, voglio sbagliare le parole di questa canzone del cazzo come mi sembra di aver sbagliato tutto in questa vita del cazzo.

(Benedetta Fedel)

Le ore: 7,5

 

Bianco

Farsi del male e poi ritornare, anche se siamo coperti di spine. Un pericolosissimo andirivieni di sentimenti che ci portano avanti e indietro, come le onde del mare, in questo nuovo singolo.

Le parole sono amplificate dall’effetto evocativo di una musica pop che si piega vertiginosamente verso l’r&b, perfetta per sussurrare un sentimento così. Una musica leggera che ferisce a morte, che mette a nudo un Ethan che parla chiaro e tondo a chi ha davanti. Che non ha paura di mostrarsi fragile e di parlare onestamente anche a noi.

Bianco non è formata da tante parole, ma si capisce subito di cosa parla.
Bianco è un vortice musicale che ci fa ripensare a quella volta in cui siamo stati noi a dire: “Resto anche stavolta, rompimi le ossa, mentre cado a pezzi per poi lasciarti andare”. Quella volta in cui siamo stati noi a chiudere una porta che sapevamo già che avremmo riaperto, tornando verso casa, sotto lo stesso cielo bianco di prima.

(Benedetta Fedel)

Ethan: 8,5 

 

D.N.A

I ricordi e nostre origini fanno parte del nostro D.N.A e per questo motivo non dobbiamo mai nasconderli, perché indubbiamente ci rendono quello che siamo.

Chi si trasferisce lontano da casa per motivi lavorativi, di studio, o perché ha scelto di cambiare vita proverà sempre una nostalgia verso i luoghi nei quali e nato e cresciuto, sentendosi di appartenere anche anni di distanza ad altre latitudini, e anche se si è integrato nella nuova città dove si è trasferito proverà sempre una certa mancanza. È come se per completare un puzzle, mancasse sempre un ultimo tassello rimasto chissà dove.

(Nicolò Granone)

Francesco Aubry: 7,5

 

San Lorenzo

 

Il nuovo singolo della cantante Lamine rapisce fin dal primo secondo grazie alla qualità della produzione. Davvero complimenti quindi a Simone de Filippis per il gran bel sound creato. Del resto la carismatica voce di Lamine aggiunge quel qualcosa in più che rende il brano davvero avvolgente e immersivo. 

Il paragone immediato che viene in mente è quello con Billie Eilish. Le atmosfere elettroniche, il procedere incalzante del brano, la cura del mix ed alcune sezioni corali accompagnate da chitarre e synth creano un ambiente sonoro simile a quello del duo Billie-Finneas. Il brano mantiene tuttavia la sua originalità senza apparire mai come una semplice imitazione. 

Anche gli altri brani della giovane cantante meritano un ascolto approfondito. Lo stile è quello che funziona alla grande. Il genere è un pop moderno arricchito però da un grande carattere, elemento fondamentale e troppo spesso dato per scontato che Lamine sa rendere tuttavia assolutamente centrale. 

Lamine: 8

Bello

È possibile riprendere tutto da dove ci eravamo lasciati?

Abbiamo tutti una persona nella nostra vita che ci fa pensare che, malgrado le difficoltà, sia stato bello. Sono quelle persone che ci ritroviamo “sotto la pelle”, che ci ricordano tutto ciò che è bello, come l’estate, le belle giornate, “come le stelle”.

NUMB, tramite una perfetta hit estiva super pop, ci parla di quanto sia pericoloso proprio quando è così bello. Perché si corre il rischio di non capire più niente. Si corre il rischio di non riuscirsele a levare di dosso certe sensazioni, certi ricordi, certi occhi.

E la domanda che ci frulla nella testa è sempre la stessa: se era così bello, non è possibile ricominciare tutto da capo?

(Benedetta Fedel)

NUMB: 7

Rosa

Rosa come la voce che viene dal profondo, Rosa come lo spirito che alberga dentro di noi, “Rosa” come il titolo della nuova canzone di Marco Scaramuzza. Il suo testo ricorda una poesia, una dolce memoria che proviene dai tempi del passato e che giunge sino a noi sottoforma di canzone. È proprio vero che tutte le arti sono interconnesse, sì, perché “Rosa” è poesia che si fa musica, che si fa teatro: la descrizione che l’autore fa, infatti, ricorda quella di una pièce, di uno spettacolo, pronto per andare in scena.

(Ilaria Rapa)

Marco Scaramuzza: 8 

 

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