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Martix: “L’isola dei soldi è una canzone contro il sistema” | Intervista

Martix ha da poco presentato “L’isola dei soldi”, suo nuovo singolo, edito dalla label bolognese Fuzz Records e cantato insieme a Nandu Popu dei Sud Sound System.  Avevamo già intervistato il cantautore ticinese per il suo brano “Quello che so” (leggi qui l’intervista) ed eravamo rimasti piacevolmente colpiti; “L’isola dei soldi” è quindi per noi una conferma.

Il brano esprime tutta la voglia di ripartenza dopo il duro periodo che abbiamo vissuto, con una critica al sistema capitalista. «Ho bisogno di raccontare la mia visione post covid» racconta Martix, «ma non solo. La mia insofferenza nei confronti del sistema guidato dal dio denaro si è acuita e l’ho riversata tutta nella canzone. Credo che nonostante tutto sia un dovere alzare la voce contro questo immenso silenzio assordante. In Occidente ci sono troppi personaggi affamati di soldi e di visibilità, disposti a calpestare qualsiasi diritto in nome della ricchezza».

È anche entusiasta della collaborazione con Nandu Popu. «Con l’eleganza del suo dialetto salentino ha omaggiato questa canzone, le ha donato un velo di speranza e leggerezza, sono proprio contento di questo risultato».

Intervistando Martix

Come nasce “L’Isola dei Soldi”?

“L’isola dei soldi” è una canzone di protesta, a mio modo di vedere noi stiamo in questa parte di pianeta privilegiata ,quella che consuma in modo sfrenato e che approfitta della parte povera del pianeta ,quella che produce utilizzando spesso schiavi…questi squilibri non possono più resistere a lungo, insomma queste disparità ci porteranno a un’ inevitabile deriva. Poi ci sono regimi come quello cinese che ormai hanno un’importanza sempre più marcata senza nessuna forma di rispetto dei diritti umani, ma anche questo è prodotto dell’avidità occidentale. Lo so non é una bella visione la mia ma è tutto lì da vedere, la mia è solo una testimonianza di una realtà. Vorrei che tutto questo però prendesse un nuovo corso…

Pensi che la musica sia ancora al giorno d’oggi un mezzo per smuovere le coscienze?

Vorrei che lo fosse, sentire dire da Francesco Guccini che la maggior parte delle canzoni odierne hanno testi inutili è sicuramente un’affermazione pesante ma come darli torto?
Faccio fatica anch’io a sopportare certi testi che parlano sempre delle stesse cose e spesso anche in modo banale.

Parlaci della collaborazione tra Martix e Nandu Popu.

Nandu ha messo in questa canzone la parte più leggera, dà una speranza a questo mondo un po’ traumatizzato della mia visione.
L’ho contattato e ho trovato una persona molto disponibile, c’ha messo tutto l’entusiasmo che lo contraddistingue , poi il suo modo di cantare è semplicemente fantastico, era proprio quello che volevo per chiudere la canzone.

Cosa ne pensi delle logiche che muovono il mercato musicale odierno?

Credo che sia un mercato un po’ alla deriva c’é tanta buona musica che non emerge mai perchè forse gli addetti ai lavori non osano più produrre niente. Ci sono poche eccezioni in Italia mi viene in mente solo Caterina Caselli…
D’altro canto c’è comunque il vantaggio che anche una piccola autoproduzione ha accesso alle piattaforme digitali. Questo una volta non si poteva fare, è un’opportunità interessante.

Come è cambiata la percezione artistica di Martix dagli anni ’90 ad ora?

Sono sempre molto innamorato della musica e quando sento qualcosa d’interessante mi emoziona tantissimo. Forse negli anni novanta c’era più musica sincera, curata nei dettagli. Oggi questa cura non la sento spesso, poi per carità, c’è sempre stata musica buona e musica orrenda. A noi la scelta

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