Rouge

Rouge: “Fanculo le regole, vivo come mi pare” | Intervista

Rouge ha appena pubblicato il suo terzo singolo SIGA ROTTE. Il brano racchiude in pieno le sonorità Synthwave che richiamano il mondo ’80s, abbracciato dall’artista già nei sui ultimi progetti e perfettamente attinenti con la sua ambientazione narrativa. In questo pezzola fuga, l’isolamento e il dolore notturno verso una situazione tossica che si sa tentando di abbandonare con tutte le forze, sono la chiave di lettura, per arrivare a mostrarci un baratro che potrebbe racchiudere un nuovo inizio.

SIGA ROTTE è un grido disperato , ma allo stesso tempo una panoramica cinematografica su quanta forza abbiamo ancora da dare. Il testo racconta uno scambio rapido, letale, tra persone complesse. Lo dimostra lo stesso artista, prima del ritornello finale, aprendosi del tutto con “odio le barre e il mio testo, odio le merde che ho intorno, poi passo io per lo stronzo, ma per te sono già morto“.

SIGA ROTTE è una passeggiata nell’oscurità, con un ritmo incalzante ma allo stesso tempo morbido. E’ un singolo potente e armonicamente epico. Un film che va visto a tutti i costi, e lo si capisce già dai titoli iniziali.

INTERVISTANDO ROUGE

Due “Siga Rotte” per molti sono la fine di qualcosa, per altri l’inizio…cos’è per te “Siga Rotte”?

Siga Rotte è un nuovo inizio, una traccia che grida alla libertà ma che soprattutto dà vita a un team vincente che ha lavorato sodo per rendere il brano così importante. Questo pezzo per me rappresenta quanto è difficile amare una persona. È un brano che è servito da sfogo personale, e che mi ha fatto venir voglia di dire “fanculo a tutte queste regole, vivo come mi pare”

Come è iniziato il tuo amore per la musica? Raccontaci il ROUGE degli inizi e come è adesso

È iniziato dalle poesie, durante l’adolescenza. È stato un periodo parecchio difficile, non sono stato molto bene, tendevo ad evitare spesso relazioni sociali con chiunque . A volte mi mettevo in camera e scrivevo poesie, solo per puro sfogo.
Successivamente le poesie si sono evolute in rima, fino a poi diventare veri e propri testi. Ad oggi lo trovo addirittura terapeutico scrivere, mi alleggerisce i pensieri.

Il Rouge degli inizi era già una persona forte, determinata e ambiziosa, con la differenza che non era ancora capace di ascoltarsi profondamente. Prima facevo hip-hop, parlavo delle mie realtà ma mai dei miei sentimenti. Il nuovo Rouge riesce a padroneggiare gran parte dei suoi sentimenti e metterli nei testi.

Da cosa nascono le tue canzoni? Come affronti il processo di scrittura e composizione?

Le mie canzoni nascono dal bisogno di dover far immedesimare ed emozionare chi mi ascolta. È molto importante per me riuscire ad essere quell’artista che riesce a far star meglio le persone con la musica.

Il mio processo di scrittura nasce principalmente dagli eventi che vivo,
Sono solito scrivere in momenti totalmente casuali. Appena mi scatta la scintilla mi devo mettere a scrivere, non importa dove io sia, se non lo faccio subito perdo l’ispirazione fulminea del momento.

Quali sono le tue ambizioni per il futuro?

Il mio futuro deve essere sopra un palco, mi voglio svegliare al mattino e andare in studio di registrazione finché non mi esplodono le orecchie. Voglio girare il mondo, emozionare le persone… Non mi serve altro, voglio vivere di musica.

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