Il lato oscuro di Chicco è una principessa da salvare | Intervista

Nelle favole medieovali spesso il protagonista era un cavaliere che era pronto a salire a cavallo e a sconfiggere qualunque mostro possibibile e immaginario per riuscire a salvare la principessa dal pericolo.

Chicco, ha scelto di fare qualcosa di simile attraverso la musica, esplorando i suoi lati oscuri senza paura, in modo da liberare la sua anima e trovare la felicità.

Il nuovo brano gli permette di scoprire una nuova parte di se stesso più femminile e piena d’insicurezze, con le quali deve imparare a trovare un compromesso rabbioso per non annegare dentro pensieri ingombranti.

INTERVISTANDO CHICCO

 “Chicco” è più angelo o diavolo?

Chicco è.

Angelo e diavolo sono due parti complementari che compongono parte della mia personalità. Uno non può esistere senza l’altro e viceversa. Bene e male sono soggettivi. Sta a noi scegliere da che parte andare e in che modo farlo.

Che caratteristiche deve avere oggi una “Principessa”?

Ciò che mi preme maggiormente è rendere chiaro che il modo in cui pensiamo influisce sulla nostra realtà. Il mio desiderio è che ognuno di noi riesca a salvare se stesso da ciò che è limitante. Ciò che ci limita  non sono  fattori esterni, bensì sono l’insieme dei costrutti e delle paure che col tempo ci siamo creati ed in cui ci identifichiamo. Ma c’è sempre tempo per cambiare.

Cosa s’impara cercando la felicità?

La felicità non va cercata, va sentita.

Essa non è che un piccolo granello che compone la spiaggia di sensazioni che possiamo provare. La felicità è introvabile nel mondo esterno,per questo non ha senso cercarla, bisogna innanzitutto piantare un seme in se stessi, curarlo e farlo crescere; quando in te ci sarà una solidità interiore, troverai la felicità in ogni cosa.

Crescere è un gesto punk?

Crescere è inevitabile. È il modo in cui lo si fa che rende questa esperienza “punk”, se così si può definire.

Come si sconfigge la paura di ricevere dei no?

Essendo consapevoli che “Dio non gioca a dadi col mondo”, e che qualsiasi evento che si intreccia con il nostro cammino è portatore di esperienza e offre grandi opportunità.

Sta sempre a noi decidere il modo in cui guardare ciò che ci succede. Qualsiasi cosa che a primo impatto reputi negativa, più che vederla come punizione, è a mio parere necessario vederla come una parte della nostra preparazione. Le ferite fortificano.

Il rap è un genere ribelle e per questo motivo è apprezzato soprattutto dai più giovani?

Il rap è un genere. Se scrivi da ribelle lo rendi ribelle. Puoi rappare parlando d’amore, di problemi ,di pensieri esistenziali…

È invece il ritmo, l’intreccio di parole e frasi, la cultura che ci sta dietro a rendere il rap affascinante.

La musica ha dei lati oscuri?

La musica è energia, come tutto del resto. È molto potente. Senza oscurità non c’è luce. La musica rispecchia la nostra interiorità, e l’ombra e una parte di essa.

Va accettato.

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