New Indie Italia Music Week #83

Dalle equazioni matematiche impariamo che l’identità è una condizione di uguaglianza valida incondizionatamente: una uguaglianza tra due espressioni che risulta valida a prescindere dai valori assunti dalle eventuali variabili che in esse compaiono.

Ma cosa ne è di questo concetto una volta trasposto sui piani irrazionali delle vite reali di noi umani, fatti di carne, di ossa e di pregiudizi? Le variabili che ci circondano sono davvero irrilevanti come per la matematica?

“Tu sei quello che tu vuoi, ma non sai quello che tu sei” recita il Maestro(nrd) Franco Battiato, nel brano intitolato “Il Vuoto”: rispettare l’identità di un essere umano, o di qualsivoglia essere vivente o oggetto presente in natura è un diritto, quindi una libertà.

Per nostra fortuna, la musica non conosce barriere. Trafigge e colpisce le identità di soppiatto, senza fare troppe domande divenendo parte integrante della formazione e del vissuto di ognuno. Rock, pop, metal, punk: non c’è differenza alcuna.

Scopri i migliori brani della settimana selezionati dai nostri editor Alessandra, Salvatore, Nicolò, Ilaria R., Margherita, Ilaria C, Sara, Benedetta, Elena e Pantaleo.

Qual è il brano in cui ti identifichi di più?

 

Giorni Felici

La nuova canzone di Giorgio Poi sembra uscire dal diario di qualche sopravvissuto che ogni giorno vaga per città deserte e abbandonate alla ricerca di una piccola traccia di umanità.

La cosa più tragica è che in tutto questo disastro, ripensa all’amore provato per una persona di cui ha perso completamente le tracce, non ne ha più nessuna notizia, ma nonostante tutto continua a vivere dentro di lui, e questi ricordi gli danno la forza per andare avanti anche ora che tutto è perduto.

E vogliamo parlare di quando sia struggente il ritornello?

“Ma dedicami un’ora dei tuo giorni felici
Di quеlli che si contano
Di quelli in cui sorridi
Senza nascondеrti”

(Nicolò Granone)

Giorgio Poi: 9+

 

Eurocasbah

Suoni elettronici mischiati a musica tribale, il sound è tutto per “Eurocasbah”, brano di Bawrut featurnig Cosmo che unisce numerose culture e le proietta verso il futuro. “Eurocasbah” è volutamente confusionario, il testo passa totalmente in secondo piano e sembrano frasi dette a caso, ma dopo qualche ascolto si ritrova il filo del discorso e riconosciamo il tema di fondo dell’album in uscita di Bawrut: la metafora del Mediterraneo, in cui si mescolano culture, linguaggi e storie diverse.

Cosmo in questo featuring è inconfondibile nei suoni elettronici, che rendono tutto più futurista, e si sposano perfettamente con il progetto di Bawrut. “Eurocasbah” è perfetto da ascoltare in una silent disco, ballando ad occhi chiusi al centro di una piazza, uno dei punti di incontro più antichi del mondo.

(Margherita Ciandrini)

Bawrut, Cosmo: 7,5

 

Mal di testa

Il racconto di un dolore cronico, supportato da un sound alternato rispetto alla voce di Giumo, ci fa quasi provare fisicamente il “Malditesta” che racconta l’artista: non dobbiamo dare troppo peso alle cose, altrimenti le ritroveremo sempre come un tarlo dentro la testa.

“Se mi guardo in faccia penso sono morto, ho perso troppo tempo, adesso ho solo sonno” siamo tutti sospesi in una bolla, indecisi su cosa ci possa riservare il futuro e intanto preghiamo che non sarà come il passato, chiusi tra quattro mura con solo i pensieri a farci compagnia, e ne siamo usciti, si, ma ne siamo davvero usciti migliori?

Giumo vorrebbe comprare il tempo come compra il tonno, e non possiamo che allinearci a questo desiderio: quanto sarebbe bello avere più tempo, per fare tutto quello che vogliamo? Ma non si può, e allora lottiamo contro i pensieri ossessivi e il mal di testa.

(Margherita Ciandrini)

Giumo: 7,5

 

Mostri  (Album)

Mostri, i miei, quelli degli altri. Quelli che impari ad amare e ad odiare in ogni storia d’amore.

Sì, che poi l’amore sembra un cerchio. Si riparte sempre dallo stesso punto.  

Quei mostri che si guardano per la prima volta di nascosto ad una festa. Si prendono per mano, si capiscono. Poi si promettono eterno amore, di essere diversi dagli altri, perennemente “un verbo al futuro”. Si incastrano. E le sue maglie, le canzoni, i balli, io e te, io e te, io e te. Finché non iniziano a parlare lingue diverse. Si prendono, si lasciano. Si vogliono, ma non si possono avere. Si danno segretamente appuntamento nell’unico posto in cui hanno senso di esistere, “Il giardino del torto”. Sempre in universo, in un presente, che non è questo. Fa male, ferisce. Così tanto che ci si abitua a vivere con questo dolore, perché, dopo averlo combattuto allo stremo delle forze, ci si convince che non possa semplicemente passare. Che sia diventato parte di noi. E quando improvvisamente, senza essercene veramente resi conto, non lo vediamo più arrivare, ci chiediamo: “Ma chi sono io se non mi manchi tu?”. E in quel momento ci si trova faccia a faccia con i propri, di mostri. E si accetta di essere “Tempesta”, cataclisma, “tutto quello che mi va”.

L’amore è un cerchio. Si riparte sempre dallo stesso punto. Ma ogni volta più consapevoli di chi siamo. 

(Benedetta Fedel)

Giorgieness: 8

 

Che sarà mai

La vita, è un campo di sfiga

Già la prima frase del brano del duo toscano Legno, con il featuring di Albi (Lo Stato Sociale) ci fa presagire un brano ironico, che gioca su scene di quotidianità e le alterna a situazioni legate alla politica (“Presidente?!”) alla cultura generale ed i social network dei nostri tempi.

Un ritmo accattivante ci permette di assaporare ogni frase pronunciata all’interno del brano e abbiamo un sorriso costante sul volto, mentre ascoltiamo tutte le “sfighe” e le giornate no che ci propongono gli artisti, dopotutto, non possiamo fare altro che dire “eh, che sarà mai” e ritornare in fila al McDrive, perché nessuno riesce a cambiare il mondo a stomaco vuoto, e nel frattempo, “è tutta salute, che se ne va”.

(Margherita Ciandrini)

Legno, Lo Stato Sociale: 8,5

 

Bisogno

“Se vuoi darmi una mano, non me la dare che ci penso da sola a stare male”

Avete mai sentito la necessità di staccarvi da tutto? Di voler stare da soli con le vostre idee? Di lasciare spazio ai vostri pensieri? Beh… se vi siete sentiti così allora sicuramente questa è la canzone che fa per voi. Con questo nuovo singolo Asia Ghergo ci lascia entrare nel suo mondo, ci spiega una sensazione che tutti abbiamo provato. Insomma, una canzone di cui avevamo davvero “bisogno”.

(Ilaria Cantoni)

Asia Ghergo: 8

 

Flashback

Immergersi nell’acqua del mare, quasi fredda, di fine ottobre regala un brivido di dolce nostalgia come il nuovo singolo del rapper ed artista romano Gemello.

“Flashback” è una lettera per chi ci ha riempito di un amore incondizionato, ma che adesso “se resto in silenzio, cadi dentro le nuvole”. Andrea, con il suo urban flow ci accompagna verso la consapevolezza che se l’amore provato dovesse tornare non sarebbe lo stesso, noi stessi saremmo diversi e lo vivremmo in un nuovo modo.

Facciamoci accarezzare dalla nuova brezza, senza alcuna paura: possiamo innamorarci ancora?!

(Alessandra Ferrara)

Gemello: 8,5

 

Columbo

Per sentirsi “felici col mundo” non dobbiamo apparire chi non siamo: sarebbe solo una guerra contro noi stessi da cui ne usciremo sicuramente sconfitti.

Nasciamo con la libertà di pensare, di essere critici, di indossare cosa vogliamo, di amare chiunque, anche se “sembro un po’ distratto anche se ho già capito tutto!” come canta nel suo nuovo singolo il cantautore siciliano, torinese di adozione (ndr), Rudy Saitta utilizzando proprio l’immagine del celebre, trasandato, ma astuto Tenente Columbo.

(Alessandra Ferrara)

Rudy Saitta: 7,5

 

I Suicidi

Raccontare un gesto estremo con una certa dolcezza mista a paura rende il brano di gIANMARIA un dramma che sconvolge già al primo ascolto. Spalanca gli occhi su macchie di sangue rimaste sempre invisibili sotto la nostra indifferenza, solo perché questa scelta estrema veniva fatta da persone con cui non abbiamo mai avuto nulla a che fare.

In questo gesto disperato rimane la lucidità di chi passa in banca a prelevare per l’ultima volta, prima di salire sul tetto del palazzo perchè dal terazzo di casa non ci riusciva, come se i ricordi e l’esperienze vissute dentro la propria casa fossero  un legame emotivo impossibile da spezzare anche con la morte.

Il modo in cui queste storie vengono descritte è la dimostrazione del talento di gIANMARIA che con coraggio, e un pizzico di follia, ha scelto di presentarsi in un talent come X Factor, mostrando il marcio senza sentire il bisogno di costruirsi un immagine fittizia, ma più digeribile dal grande pubblico.

Se rimarrà sempre fedele alla realtà, senza cadere nell’equazione di musica commerciale uguale fare più soldi, siamo sicuri che nascerà un’artista unico, il Fabrizio De Andrè dei nuovi anni 20′.

(Nicolò Granone)

gIANMARIA: 9

 

Altro

 

Il giovanissimo Edoardo Spinsante, in arte Baltimora, lancia il suo primo inedito dal palco live di X-Factor. La qualità della produzione si unisce al talento canoro del ventenne, portando alla riuscita di un buon brano dalle sonorità pop molto contemporanee. 

Il testo è denso di piccoli racconti e si infila in una metrica mutevole che scioglie il pezzo e lo fa suonare più spontaneo. Inoltre l’espressività del cantato aderisce alla forma del brano e del testo per rendere i diversi piani coesi e più incisivi.

Un primo lavoro di buona fattura e che funziona per Baltimora. Un giovane alla prima pubblicazione che farà sicuramente parlare di sé nella nuova edizione di X-factor.

(Pantaleo Romano)

Baltimora: 8

 

​​Amore vero

Un alieno dalla voce angelica è piombato sul palco di XFactor e ci ha dannatamente stregato.

La prima volta che l’abbiamo visto non ci saremmo mai immaginati che avrebbe tirato fuori una simile voce, in grado di trasportarci dritti nell’iperuranio.

Durante i bootcamp, con “Amore vero” non solo Manuel Agnelli ha avuto non poche difficoltà a nascondere gli occhi lucidi: noi tutti abbiamo pianto come dei ragazzini alle prese con la prima cotta adolescenziale.

Un pezzo delicato, intimo, a tratti sussurrato che descrive un amore che, probabilmente, esisterebbe anche se non fosse corrisposto e se la persona amata finisse per invaghirsi dell’altro.

Erio sei il talento di cui avevamo bisogno.

(Elena Caggia)

Erio: 8,5

 

Amnistia (Album)

Alcune guerre possono essere inutili da combattere, l’unico problema che si capisce questa lezione contando morti e feriti che si sono sacrificati ingiustamente.

Al giorno d’oggi capita spesso di sentire la frase ” Ognuno ha i suoi mostri da combattere, non giudicare le persone per le scelte che fanno” e 99paranoie, fa proprio questo: mostra le sue ferite fregandosene di come sarà visto dagli altri, facendo pace con il proprio incoscio, non fuggendo ma andando dritto incontro alla sua storia personale e artistica.

(Nicolò Granone)

99paranoie: 7,5

 

Stripper

Atmosfera super chill e ballo da andamento lento, questo è in poche parole la “Stripper” di Golden Years e Gabriele Troisi. Eppure, ogni volta che la si ascolta c’è sempre una sfumatura in più che prima non abbiamo colto.

“Stripper” è anche il risveglio dopo una sbronza, è un amore finito male, è il rimorso per non aver avuto rimpianti.  Le note psichedeliche ti accarezzano e ti riconduco in quel mondo onirico dove tutto è perfetto, anche quando ci si ritrova una stripper dentro casa e non si sa il perché.

(Ilaria Rapa)

Golden Years, Gabriele Troisi: 8

 

Sto perdendo me stesso

Il nuovo singolo di Dellacasa Maldive racconta i nostri tempi incerti, in cui capita di sentirsi smarriti e senza direzione. La musica di Sto perdendo me stesso accompagna l’ascoltatore in giro per le strade di una Parigi rarefatta, descritta con pochi dettagli. Un misto di dance anni ‘70 ed elettronica, ricca di chiaroscuri e con tanti synth reggono l’atmosfera a tratti cupa del brano.

 L’io narrativo è uno stagionale che di ritorno dal lavoro è come perso tra i vicoli e le route.

Nella strofa  spoken word del cantato si alterna ai ritornelli quasi urlati. 

La vera forza di Sto perdendo me stesso è la capacità di raccordare musica e parole per restituire quella sensazione di smarrimento che prova il protagonista e che fa un po’ parte della quotidianità di ognuno di noi. 

(Pantaleo Romano)

Dellacasa Maldive: 9

 

Senza te

Neverbh potremmo definirlo come il poeta degli amori infranti e, anche stavolta, con “senza te” ne abbiamo avuto la conferma. Con al fianco Erbe Officinali, l’artista veronese ci racconta di un amore straziante, non corrisposto, quasi irrealizzabile.

Una storia questa in cui ognuno di noi può rivedersi, chi dice il contrario mente. Un brano scritto a quattro mani, composto con il cuore e che parla d’amore proprio quando questo svanisce. E intanto lo sfondo si colora dell’arancione scuro e del giallo pallido dell’autunno…

(Ilaria Rapa)

Neverbh, Erbe officinali: 7,5

 

Domenica Flânerie Pt. 2

 

Ho perso il tuo viso, mi sono distratto un attimo e non c’è più. Era qui un secondo fa, e non riesco più a vederlo con tutta questa gente che mi fissa.

C’è qualcun altro che lo starà guardando? E tu starai guardando il suo? “A quali occhi avrai regalato un sorriso?”

Ti ho cercata ovunque, ma sei sparita. 

Però, se in questo ammasso di persone e di rumori, ascoltando il suono di una chitarra che ha sempre parlato di te molto più di quello che hai mai saputo vedere, vorrai tornare sulla strada di casa, tu lo sai dove sono. Non sono mai stato bravo con le promesse, ma…

Magari ci incontriamo nel nostro angolo perfetto. E ti terrei le mani con dolcezza, come sempre farò qualora tu lo vorrai”.

(Benedetta Fedel)

Gibilrossa: 7,5

 

Caramore

Una vera e propria dichiarazione d’amore, quella di Boreale, che ha il sapore di futuro.

L’atmosfera creata dal cantautore è quella di magia e speranza; un susseguirsi di immagini che associate al volto della persona amata non possono che riempirci il cuore.

Boreale non ha paura a decantare i suoi sentimenti e in Caramoreci apre il suo cuore, facendoci sognare una dichiarazione come la sua. La canzone perfetta da ascoltare con i finestrini abbassati durante un road trip con la propria metà. Un’immagine un po’ estiva, ma funziona anche a fine ottobre.

(Sara Pederzoli)

Boreale: 7+

 

Che resta

Che resta è il secondo estratto dal prossimo EP in uscita di Jesse the Faccio. È un brano da ascoltare in autobus con le cuffiette mentre la pioggia scivola lungo il finestrino. Visto il momento, visto l’autunno che avanza prepotente direi che un brano intimo e malinconico era forse proprio quello che stavamo aspettando!

(Ilaria Cantoni)

Jesse the Faccio: 7

 

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