PH: Jakob Sancin

Mathei: “Se non ti ascoltano fai più rumore!” | Intervista

Ultimamente nella scena rap si cerca di esaltare la violenza e sfruttare la rabbia come punto di partenza per dimostrare il proprio valore e sentirsi legittimati a parlare anche di certi argomenti senza pensare alle conseguenze.

Mathei invece si comporta in un modo molto intelligente: il suo nuovo singolo parla di fratellanza, i “Bratovi”, amici che combattono insieme le proprie battaglie, trovando i nemici non negli altri ma dentro se stessi.

Nella società moderna il fallimento viene visto come qualcosa di sbagliato e pericoloso, mentre in realtà commettere errori sperimentando per arrivare all’obiettivo, è un metodo utile per crescere.

PH: Jakob Sancin

Il suo nuovo singolo urla di rabbia verso le mode fittizie e quella perfezione posticcia, che quando proviamo a mettercela addosso si stacca dopo pochi secondi, perché oltre ad essere scadente è finta.

Mathei ci racconta la storia non di una gang, ma di un gruppo di fratelli che ha scelto di continuare a credere nei sogni.

“We dont’t know how to express ourselves

And our hearts are full of spidervebs

We’re a weirdo’s clique dancing in the mess,

Hoods without a face

We’re the ones that fail

Fail Fail Fail Fail”

 

INTERVISTANDO MATHEI

Quanta rabbia c’è dentro “Bratovi” e quale è la sua causa scatenante?

Nei miei testi scrivo ciò che provo e la mia voce e la mia musica mi aiutano a trasmetterlo nella maniera giusta. Sono un ragazzo molto energico (ho un problema serio col caffè) e lo si può sentire indossando le cuffiette. Magari ad alto volume!

Nel video hai nascosto alcuni messaggi subliminali?

Ci sono ci sono, sia nel video che nella canzone! Ma se ve li svelassi sarebbe troppo facile! Qualcuno ne ha già scovati alcuni..

Quali film della vecchia scuola sono diventati tuoi cult?

Tra i film old school (tralasciando la “nuova scuola”) che ho visto e rivisto, fra i miei preferiti ci sono Gioventù Bruciata con James Dean, i classici di Tarantino, Taxi Driver con De Niro e, ovviamente, The Good Fellas con Liotta, Pesci e De Niro. Dai film che guardo trovo costantemente ispirazione anche per i miei prossimi video! Rubacchio idee di qua e di là.

Come si sopravvive alla noia?

Nel mio caso la noia è sempre stata un’emozione da evitare in qualsiasi modo: tendevo a rifugiarmi davanti a un serie tv e uscivo con chiunque, pur di non stare a casa e dovermi annoiare. Poi mi sono reso conto che la musica non mi annoia MAI. Che sia mentre canto, mentre scrivo canzoni o mentre ascolto i Bring Me The Horizon (la mia band preferita, costantemente a loop). Magari fischietto mentre cammino per strada. 

È normale annoiarsi: devi trovare il modo di farlo con stile!

L’amicizia su che regole si basa?

L’amicizia è un vero e proprio nucleo familiare! Non le definirei regole, ma se volete la mia ricetta ottimale per i Bratovi alla Mat è questa: interessi comuni, presenza, fedeltà e sincerità. E magari un bel mucchio di stupidaggini fatte insieme! (e non rubatevi i vestiti).

PH: Jakob Sancin

Bisognerebbe imparare ad accettare i fallimenti?

Assolutamente! I fallimenti sono di cruciale importanza: l’importante è fare, fare, provare, riprovare. Sia nella musica che nella vita di ogni giorno.

Perciò se si vuole crescere al posto di annullarsi a causa dei fallimenti bisogna guardare a loro da un’altra prospettiva e imparare ciò che ci insegnano. Magari facendoci anche una bella risata!

Hai mai avuto la sensazione di essere visto dalla società non come un essere umano ma come un prodotto?

Certo, molto spesso. Con l’avvento di tutti questi social è una sensazione comune e costante nei giorni d’oggi, specialmente nell’ambiente della musica, sempre competitivo. Cerco di dare maggiore importanza alle cose che valuto più fondamentali, per esempio alla stesura delle canzoni e alla ricerca del mio sound! Col tempo però mi sono reso conto che si può trasmettere qualsiasi cosa anche attraverso l’immagine, cosa che tendevo sempre a trascurare. Perciò ho iniziato a valorizzare anche questo aspetto: sono passato dal dire “mi vesto come capita” al dire “mi vesto come voglio!”.

A volte esprimere le proprie idee equivale a sentirsi giudicati?

Molto spesso: dal momento che ti metti in gioco i giudizi cominciano ad arrivare da destra a sinistra, dall’alto e dal basso, magari anche con l’autobus. Bisogna però capire quali sono i giudizi che vale la pena ascoltare e quali sono invece insignificanti: ci vuole esercizio!

Dobbiamo renderci conto che i giudizi ci saranno sempre, anche se si tiene la bocca chiusa. ALLORA TANTO VALE URLARE A SQUARCIAGOLA!

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