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Andrea: “La Magnitudo di un vulcano in eruzione” | Intervista

Andrea Pasqualini, in arte semplicemente Andrea, ci racconta il suo singolo “Magnitudo” con l’intento di rilasciare una forza intensa in musica. Realizzare che ogni istante della vita è importante e va vissuto con pienezza, amando ogni singola sfumatura.  L’origine del brano scaturisce da un bisogno di raccontare un periodo dell’adolescenza, quando Andrea con il suo carattere timido, anche se forte allo stesso tempo, viene messo in ombra dalle relazioni con il resto dei coetanei ed amici.

Questo sentirsi “fuori posto” o “un gradino inferiore agli altri” porta Andrea a riflettere e cercare di capire cosa effettivamente era sbagliato in lui. Risultato: nulla! Arriva così la “giusta spinta” per superare ogni ostacolo. Un bisogno forte, che lo fa andare oltre quel “gradino”, dove impara a farsi scivolare addosso i commenti sull’aspetto fisico o il carattere troppo ingenuo. “Magnitudo” è dunque il frutto di questa “rivoluzione”, una sorta di terremoto interiore di vita, di libertà e ribellione. Un canzone che simboleggia per Andrea un manifesto della vittoria personale nel superare qualsiasi tipo di limite, di giudizio e di pregiudizio.

Attraverso questo brano Andrea vuole veicolare un rilascio di energia, un messaggio per scuotere chi come lui si sente o si è sentito inadeguato. La sua parola d’ordine è “Libertà” e chiunque raggiunga la consapevolezza di “essere se stesso in tutto e per tutto” ha il diritto di manifestare la propria libertà, con una “Magnitudo”, che non ammette più freni e paure.

Intervistando Andrea

Qual è stata la scossa che ti ha portato a scrivere “Magnitudo”?

Magnitudo è il mio nuovo inizio, la mia festa. È un brano nato dalla consapevolezza di se stessi, di ciò che siamo e che dobbiamo apprezzare in ogni nostra singola sfumatura. È la celebrazione della mia vittoria personale e di chiunque ci si rispecchi. La vittoria nell’aver superato qualsiasi tipo di limite, di giudizio e di pregiudizio.

Magnitudo è la mia evoluzione che avevo bisogno di raccontare. Questa forza di cui parlo, questo terremoto, nasce dal bisogno di raccontare un periodo dell’adolescenza, quando ero molto timido , ma forte allo stesso momento, e venivo messo in ombra dalle relazioni con il resto dei coetanei ed amici. Questo sentirmi “fuori posto” o “un gradino inferiore agli altri” mi ha portato a riflettere e cercare di capire cosa effettivamente era sbagliato in me. Alla fine nulla era sbagliato. Improvvisamente arriva così la “giusta spinta” per superare ogni ostacolo.

Un bisogno forte, che mi fa andare oltre quel “gradino”, dove imparo a farmi scivolare addosso i commenti sull’aspetto fisico o il carattere troppo ingenuo. Magnitudo è quindi il frutto di questa rivoluzione, una sorta di terremoto interiore di vita, di libertà e ribellione. Un canzone che simboleggia un manifesto della vittoria personale nel superare qualsiasi tipo di limite, di giudizio e di pregiudizio.

Ti rivedi più in un vulcano in eruzione o in un terremoto sotterraneo?

Sicuramente mi rivedo in un vulcano in eruzione. Sono una persona molto trasparente, istintiva e senza freni, ma in ogni cosa che faccio e dico. Se prendo il via non mi ferma nessuno. Ho un obiettivo? Può cadere il mondo ma non smetto di rincorrerlo. Ho qualcosa da dire, anche scomoda? La dico e basta. Senza sviare troppo e fare tanti giochi di parole.

Credo che nella vita la verità sia sempre molto meno dolorosa di una bugia che viene scoperta dopo e credo anche che il tempo scorri così veloce che non ci si può permettere di aspettare quando si vuol dire, fare o provare qualcosa.

Come è iniziato il tuo percorso artistico? Quando hai capito che volevi fare della musica la tua strada principale?

La passione per la musica e per l’arte in generale secondo me è innata. Vedo l’arte come una vera espressione individuale, una sorta di linguaggio puro che comunica senza dar conto a regole sociali e culturali. Ne sono da sempre rimasto affascinato. Sin da quando sono bambino ho sempre amato la musica, pensate che i miei genitori mi hanno fatto crescere con Laura Pausini e Gino Paoli.

All’età di 13 anni ho capito che il canto e la musica fossero la strada giusta per il mio futuro, perché sentivo che attraverso questo potevo riuscire a fare qualcosa per il mondo. Sentivo già a quell’età che avevo qualcosa da dire, qualcosa di importante da fare e che non potevo più tener dentro. Da qui ho deciso di iniziare a studiare da autodidatta. Dopo, un anno, ho iniziato a studiare con insegnanti di canto molto validi e, grazie a loro, alla mia costanza e alla mia voglia di migliorare sono riuscito ad ottenere ottimi risultati ed essere soddisfatto di me stesso.

Oggi, grazie alla mia costanza e tenacia, sto costruendo piano piano, mattone per mattone, il mio sogno. È proprio vero, se credi in ciò che fai riuscirai a raggiungere ciò che vuoi. I sogni non hanno limiti, la scalata può essere anche difficile ma alla fine il panorama è stupendo. Questa, non a caso, è una citazione alla mia più grande fonte di ispirazione, artistica e personale, Miley Cyrus.

Qual è il rapporto che c’è tra musica e cinema? Come si riflette il tuo amore per il cinema all’interno dei brani che scrivi?

Il rapporto tra musica e cinema penso sia molto forte. Sono due arti già complete da sole ma che insieme, unite, possono trasmettere qualcosa di potente. Per esempio amo moltissimo i videoclip musicali perché li vedo come una sorta di “doppia lettura” di un pezzo, dove attraverso le immagini puoi esprimere altre sfaccettature di un brano e ampliare ancora di più il suo significato. È come se gli stessi dando un viso, dei lineamenti più chiari. E poi hai mai provato a vedere una scena di un film con e senza musica? È diverso.

Questi due elementi insieme ti penetrano dritto al cuore e ogni emozione ti arriva senza filtri. Nei miei brani forse la mia passione del cinema si rivela proprio all’interno della scrittura: vado molto per immagini. Mi piace quando qualcuno ascolta i miei pezzi ed è come se si trovasse esattamente dentro ad un cinema, dove scorre un’immagine dopo l’altra.

Dopo “Messico” e “Magnitudo” quali sono i tuoi obiettivi per il 2022?

Tanti. Sono pieno di obiettivi e sogni. Ora sto scrivendo moltissimo, alla ricerca del prossimo pezzo giusto. È difficile perché mai come in questo momento mi sento influenzato da tantissime tendenze artistiche che mi portano ad essere indeciso sulla prossima direzione da prendere. Intanto, insieme a tutto il mio team, stiamo realizzando un’altra piccola perla per Magnitudo. Manca poco e non vedo l’ora!