Per Asja “L’arte del procrastinare” è la sintesi di una concezione spazio-temporale. Se essere in ritardo viene visto come un difetto, procrastinare in realtà è arte, ma attenzione non tutti sono capaci di agire in questo modo.
Questa canzone è stata scritta durante la pandemia, quando per tutti, ma soprattutto per gli artisti era impossibile mettersi lì a programmare impegni futuri, concerti o l’uscita di nuovi dischi perché vivevamo dentro una bolla d’incertezza costante, costretti solamente ad aspettare.
Ora la situazione sembra essere leggermente migliorata, però attenzione a non correre il rischio di dover accelerare per recuperare tutto il tempo perso, dato che la fretta rischia di diventare cattiva consigliera.
Asja, vuole ricordarci che ogni cosa ha bisogno di tempo che cambia a seconda del nostro fuso orario interiore, per questo motivo solo ognuno di noi può conoscere se stesso e non deve sentirsi in dovere di essere reperibile 24 ore su 24. Piuttosto sarebbe meglio riflettere sempre di più sull’importanza di trovare dei momenti per godersi la vita come preferisce, lasciando da parte lo stress di vivere in funzione dell’orologio.
Ed io risponderei: e perché non dopodomani? Scherzi a parte, non credo sia molto una questione di cosa sia meglio o peggio, quanto di un modus operandi e di flusso d’incoscienza, come definisco io, che mi caratterizza. Preferirei essere molto più pragmatica e definita in uno spazio temporale ma il mio modo di essere me lo impedisce.
Vivo in un tempo tutto mio di cui scandisco io stessa le lancette.
Sono affezionata ad ogni momento che ha saputo e che saprà di transizione. Cambiare ed evolvere è per me linfa vitale quindi adesso sono in attesa della nuova Asja 2.0 Vi rispondo così per spiegarvi, da buona citazione degna dei baci perugina, che ogni fase (passata, presente e futuro) è imprescindibile per la mia maturazione personale ed artistica.
Ho imparato a domarlo. Mandarlo giù quando serve e lasciarlo libero, in espansione, quando si fa più grande di me. Ho imparato a lasciar andare per lasciarmi andare e a trattenere per non perdere tutta me stessa
Tutte e nessuna. Io sono per la contaminazione genuina, in ogni campo. Odio i canoni imposti e sono solita amare le cose quando passano di moda, non per essere per forza quella che va controcorrente, ma perché ne apprezzo il vero gusto dopo che tutti ci hanno posato gli occhi sopra.. io me la studio libera dalle tensioni. O forse è solo il mio procrastinare.
Potrei risponderti riallacciandomi alla seconda domanda: in base alla transizione, all’evoluzione che in quel momento l’artista sta vivendo, o almeno io la vivo così. Ci sono brani che ho scritto due anni fa che per il mio universo interiore, per assurdo, possono essere più vicini alla me di adesso rispetto a brani prodotti pochi mesi fa. Si cambia sempre ma a volte com’è che si dice? Certe transizioni fanno dei giri immensi e poi ritornano.
Oddio no, non credo. Non tendo ad accostare il processo di maturazione con il distacco totale dal “nido”. Credo che l’evoluzione risieda in noi e non fuori di noi; dunque ciò che è sempre stato il contorno tale rimarrà accompagnandoci durante il percorso. Siamo noi che con le nostre esperienze impariamo a gestire sicuramente in maniera diversa.
Prendetevi il vostro tempo, siate padroni della vostra scansione interiore; non fatevi limitare. Abbiate il coraggio di evolvere senza fretta, il viaggio sarà magnifico. Ah e soprattutto.. Ascoltate “L’arte del procrastinare”
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