New Indie Italia Music Week #107

Ami la bella stagione e non vedi l’ora di confondere il giorno con la notte tra un drink e l’altro, oppure le giornate lunghe ti stanno già stancando?

Sì ma, che facciamo quest’estate?! Oh no, ci risiamo.

Anche la bella stagione porta con sé i suoi punti grigi ma noi come sempre, siamo pronti a tramutare i colori più cupi in sgargianti e vivaci tonalità. Come? Attraverso un elemento speciale: la musica.

Alessandra, Vincent, Benedetta, Ilaria, Nicolò, Eva, Filippo, Salvatore, Margherita, Bianca e Vernante hanno la soluzione per voi!

Ecco i brani #IndieItalia più interessanti della settimana appositamente scelte e recensite dalla redazione.

 

Per un attimo

A volte l’amore è incasinato come il disegno di un bambino: un guazzabuglio difficile da interpretare, ma pieno di colori e bellissimo a suo modo. Nel suo nuovo pezzo, “Per un attimo”, Bais ci presenta il disegno di una relazione complicata, che fa sorgere una domanda che si riverbera per tutta la canzone: “Che ne sarà di noi?”

Un testo ermetico che descrive un attimo d’amore ai nostri tempi pieni di contraddizioni. Il singolo che ne risulta è un caleidoscopio di influssi musicali, una bomba di energia alla Tame Impala dei primi tempi. Aggiungiamoci che il singolo precedente, “Trovami una cura”, non ce lo siamo ancora tolti dalla testa… non vediamo l’ora di sentire il nuovo album.

(Vernante Pallotti)

Bais: 8

 

AMIANTO

L’amianto è un materiale tossico si sa, ma quello che lo rende tale è ciò che lo disturba attorno, come il vento che ne trasporta le fibre.

Una metafora perfetta per l’ultimo brano di FURIA dal titolo appunto “AMIANTO”.

La nostra vita è un insieme di cose che ci colpiscono, strattonano o semplicemente ci passano davanti, ma ad ogni stimolo il nostro corpo e la nostra anima risponde, cambiandoci per sempre.

Il brano è cupo, riflessivo e ci pone davanti una serie di diapositive di vita. Come una specie di recap su ciò che siamo stati. Un lavoro sorprendente dal punto di vista della produzione musicale ma anche nel testo.

(Filippo Micalizzi)

FURIA: 8

 

Cori da sdraio (Album)

Il rapper padovano Edoardo Nazari torna dopo quattro anni con un suo nuovo disco, scritto in parte anche durante la pandemia. Ascoltare Dutch è un po’ come fare le parole crociate della settimana enigmistica, in cui i lemmi giocano tra di loro in modo ironico, si incrociano e incastrano perfettamente gli uni con gli altri.

Il percorso che ha portato alla costruzione di questo album è stato costituito da una vera e propria camminata: con alcuni dei suoi migliori amici, tra cui Dargen D’Amico e Burbank, ha intrapreso infatti numerosi cammini in giro per l’Europa, per esplorare un po’ più di sé e colmare un vuoto causato dalla pandemia. Contraddizioni (esce con una influencer, ma ha paura della tipologia!! ndr), schiaffi alla società di oggi, amore per la città di provenienza e considerazioni affilate costituiscono i tasselli del cubo di Rubik di questo progetto.

All’interno troviamo collaborazioni di prim’ordine: Frah Quintale, See Maw, Nayt e persino lo zampino di Valerio Lundini, che fa da voce registrata in una sottotraccia che crea una pausa all’interno della tracklist.

(Bianca Cela)

Dutch Nazari: 8,5

 

Sottopelle

Torna a farci ballare e sognare Elasi col suo nuovo singolo “Sottopelle”, un brano questo che rimarca lo stile elettronico e fantasioso dell’artista e producer alessandrina. Chitarre classiche e suoni che sembrano provenire dal profondo della terra: questi gli elementi attraverso cui Elasi ci permette di entrare in contatto con la parte più ancestrale di noi, come qualcosa che esiste in noi da sempre, “sottopelle” appunto”.

Una canzone che nasce come un segreto sussurrato all’orecchio, come un qualcosa di nascosto e celato, ma che con Elasi non può che diventare un monito in più per ballare.

(Ilaria Rapa)

Elasi: 8

 

Problema

“E sono io il problema, è solo mio il problema”

Quando le cose non vanno per il verso giusto possiamo colpevolizzarci o dare la colpa agli altri, ma comunque patiamo gli effetti indesiderati di un certo tipo di comportamento.

Purtroppo per risolvere ogni situazione non possiamo applicare una formula matematica che ci dia la certezza di sistemare tutto, ma bisogna essere bravi e perché no fortunati, a trovare, nel breve tempo possibile, una cura efficace.

Senza avere fretta prima però bisogna capire le cause, viceversa diventa inutile provare a trovare le giuste risposte per reagire in maniera decisa.

(Nicolò Granone)

Lost Kids: 8

 

Tienatè

Se c’è qualcosa di sicuro è che i Nu Gunea sono il perfetto incontro tra la tradizione e l’innovazione, un binomio tra l’altro che contraddistingue da sempre l’ambiguità della città partenopea. In “Tienatè”  versi in napoletano si fondono in maniera naturale e fisiologica con parole dai suoni mediorientali. Lo stesso accade per le sonorità, di ispirazione libanese e turca ma allo stesso tempo ricordano molto il jazz rock della band anni Settanta Napoli Centrale.

Anche stavolta i Nu Genea hanno fatto centro!

(Ilaria Rapa)

Nu genea: 8,5

 

Diverso/Uguale

“Siamo diventati adulti e non ce ne siamo accorti”

I Botanici ritornano, con la loro usuale carica e con la produzione di Bebo de Lo Stato Sociale, e mentre aspettiamo l’uscita del nuovo album impariamo a memoria “Diverso/Uguale”, che parla di loro, ma parla anche di noi.

Aprire gli occhi un giorno e ritrovarsi a gioire per l’acquisto di un nuovo armadio: come siamo arrivati a questo punto? Arriva sempre il momento di farsi un auto esame di coscienza, è semplice giudicare gli altri, incasellarli dentro determinate categorie, bianche o nere senza sfumature. Siamo tutti degli arcobaleni che camminano per il mondo e ognuno di noi attraverso le proprie scelte contribuisce a migliorarlo o peggiorarlo, ma una cosa è sicura: non esiste diverso o uguale, ognuno ha la propria unicità da scoprire e comprendere.

(Margherita Ciandrini)

I Botanici: 8,5

 

A un passo da te

“Voglio stare a un passo da te, ma non mi muovo”
Fudasca insieme al collettivo bnkr44 ci fa volare dentro un mondo onirico sospeso tra desideri e realtà, dove i ricordi si mischiano con i sogni e ci ritroviamo con una confusione in testa che non ci permette di scindere il vero dall’immaginario.

Quando i pensieri girano in un vortice velocissimo dentro la nostra testa e ci riportano immagini distorte su cui riflettere, perdiamo il sonno e cerchiamo di fermarci un attimo, e mentre ci chiediamo se esiste davvero il caso, individuiamo nella cura al nostro caos proprio la stessa situazione che ce lo provoca.

Ci basta ancora guardare le stesse stelle da due posti diversi, o abbiamo bisogno di non essere più soli? Questa è la domanda che ci affligge mentre ascoltiamo l’assolo di chitarra finale del brano e, finalmente, ci addormentiamo.

(Margherita Ciandrini)

Fudasca, bnkr44: 9,5

 

HERR (ALBUM)

Se nel 2022 c’è ancora chi segue la logica consecutio EP e poi ALBUM allora non possiamo che prenderci una piccola pausa dalle nostre vite frenetiche ed ascoltare. Ogni brano di HERR, il primo LP dell’omonima band, risulta familiare e riporta alla mente quella fantastica epoca in cui i gruppi si chiudevano per ore in sala prove a scrivere, comporre, litigare ed infine suonare, piuttosto che spostare mattoncini davanti ad un PC.

Sia chiaro, non sono mica contro la tecnologia, ma possiamo mettere da parte i nostri trafficatissimi social e dedicare qualche minuto all’ascolto? Per chi ha vissuto i garage umidi e pieni di polvere, sarà un tuffo nel passato…per chi non sa di cosa sto parlando, è un bel ripasso di storia.

(Vincent Hank)

HERR: Voto 7.5

 

Non ti nascondere

La capacità di Meg di prendere un diamante grezzo e trasformarlo in luce stellare torna ad esplodere in “Non ti nascondere” brano psichedelico, dark, introspettivo ed elettronico che ci fa riflettere sulla nostra sensazione di inadeguatezza e tendenza a nasconderci alla prima difficoltà.

“Se io sapessi le regole sicuro te le direi, la sola cosa che devi fare è lasciarti andare” quando passiamo la maggior parte del tempo a sentirci pesci fuor d’acqua e mondi a parte, dobbiamo sempre ricordarci che siamo tutti speciali a modo nostro e che non esiste un giusto e sbagliato, l’importante è sentirsi bene con sé stessi. In un momento storico così pieno di etichette e caselle in cui identificarsi, sentirsi liberi di essere ciò che vogliamo può essere difficile, ma non impossibile: è normale sbagliare tutto e ricominciare, per poi rinascere altre mille volte.

(Margherita Ciandrini)

Meg: 9

 

Comete

“Comete” è il secondo singolo del cantautore pugliese post esperienza ad Amici.

Questo è un brano delicato, che già dal primo ascolto fa trasparire una leggerezza sonora su cui il testo è cucito perfettamente, facendo si che il brano ti rimanga addosso da subito.

Un inno alla vita quotidiana percepita come evento speciale, assaporando tutti quei momenti in bilico tra nuvole in fiamme e diecimila tonnellate di problemi da affrontare. Per far sopravvivere l’amore in mezzo a questo delirio non ci resta che lottare con i denti e costruire una casa, che riesca a rimanere in piedi nonostante le intemperie più forti.

(Sara Pederzoli)

Leonardo Lamacchia: 8,5

 

Baby Blue

I protagonisti di “Baby Blue” sono un po’ animali domestici e un po’ bestie feroci, immortalati mentre cercano di addomesticare le proprie emozioni per cercare di coprire i loro lati più intimi. Allo stesso tempo però finiscono per lasciarsi innumerevoli segni addosso per riempire i loro vuoti.

Caruccio ci regala un brano che sa di domenica, quando è mattina presto, le persiane sono ancora chiuse e i giochi sono ormai fatti, ma a noi piace così. Un pezzo che allo stesso tempo riesce a infonderti un senso di malinconia mentre balli con le cuffie in giro per casa.

(Sara Pederzoli)

Caruccio: 8-

 

Ami Pensi Sogni Senti (album)

VV in “Ami Pensi Sogni Senti” ci mostra un intero mondo in cui “tutto scotta, tutto brilla”. Un pianeta colorato in cui tutto è lecito, pure essere felici, perché una delle regole quando si parla di questa giovane e scoppiettante cantautrice e del suo “metaVVerso” è “no bad vibes, no”. Un mondo arcobaleno, sognante, ideale, tutto a modo nostro, dove non c’è giusto o sbagliato. Non c’è regola, struttura o percorso obbligato con VV, tantomeno musicalmente.

Lei segue un nuovo filone dell’orizzonte indie, basato su influenze sonore di diverso genere, una commistione di sonorità elettroniche e cantautorato: un nuovo e contaminato modo di fare le cose. Un nuovo e colorato – amato, pensato, sognato e sentito – modo di fare le cose. E ci piace proprio perché ci legittima a cercarlo quel mondo pieno di glitter, nuvole, suoni e colori. E VV un po’ lo ricorda quel mondo, perché, come lui, non c’è niente di simile in giro.

(Benedetta Fedel)

VV: 8,5

 

EVEREST

Siamo tutti d’accordo: gireremo le parcelle dei nostri rispettivi terapisti ai Legno dopo l’ennesimo singolo spacca cuore.

Lo scenario è quello intimo di quando ci si accorge che una cosa è finita, ma rimane il cimitero degli oggetti dimenticati in casa a ricordarti che un qualcosa, però, c’è stato e che tu ci sei ancora impigliat* dentro.

“Un letto sfatto, una bottiglia di vino, il tuo rossetto, una camicia di lino, un biglietto con scritto ti amo, cretino. Lo spazzolino, una foto di Berlino, un biglietto con scritto “ti amo, cretino”.

Nel giro di piano che ci ricorda i grandi della musica italiana, i Legno ci portano “sulla vetta di un rimpianto”. Perché, in realtà, l’amore è un po’ come l’Everest: così grande da far paura, con salite stremanti e discese ripide. È che poi da lì la vista è sempre splendida. Tanto splendida che, quando torni giù, ti manca da togliere il fiato e rifaresti tutto da capo.

(Benedetta Fedel)

Legno: 7+

 

20 anni (Andale)

“Andale, questo mondo non è fatto per quelli come me, quelli come te” canta il ritornello del nuovo singolo del rapper Gorka: tutti noi ci siamo sentiti almeno una volta nella nostra vita non appartenenti al luogo in cui viviamo, non adatti alle persone di cui ci circondiamo.

Il desiderio di fuga, seguito a quello di curiosità e ribellione è intrinseco in noi e soprattutto lo è a “20 anni” quando la voglia di conquistare il mondo supera ogni altra cosa.

“Conosco a memoria queste strade da quando le giravo con le figu da scambiare”. Forse è arrivato il momento di cambiare qualcosa a quella routine che non ci appartiene più!

(Alessandra Ferrara)

Gorka: 7,5

 

Tra le luci

Un brano intimo, delicato il nuovo singolo di Solo Pietro dal titolo “Tra le luci” in cui il il contrasto tra luce e buio è metafora di un rapporto ormai giunto al capolinea.

“Rimango nell’ombra ti guardo il viso ma vedo una maschera” recita una strofa del testo a sottolineare come la perdita di sincerità e fiducia nell’altro è proprio causa del declino di qualsiasi tipo di rapporto. Inutile nascondersi dietro un falso sorriso, una carezza che non si voleva dare o un dolce sguardo: una volta creato il muro di ghiaccio è complicato romperlo.

(Alessandra Ferrara)

Solo Pietro: 7,5

 

Ferite

Quanto ci può far male non sentirsi più amati, desiderati? È una lama che ci trafigge il petto: “ho il cuore a pezzi dentro una tempesta” suggerisce il duo TB nel loro nuovo singolo dal titolo “Ferite”.

Sì, sono proprio ferite quelle che ci lasciano sulla pelle degli amori bellissimi che si spengono prima di prendere davvero il volo. E noi siamo lì a sperare e sperare ancora che quella persona torni da noi, ma “ormai sei un cliché”.

(Alessandra Ferrara)

TB: 7

 

Focus on the Crash

Quando avevo da poco compiuto 18 anni ed ero fresco di patente, mio padre (guidatore esperto con un passato da pilota professionista, ndr) mi disse che, per guidare in modo più preciso e spedito sulle strade di montagna, non dovevo guardare ciò che avevo subito davanti ai miei occhi. Il suo consiglio era quello di volgere lo sguardo il più lontano possibile, fissando le curve che sarebbero arrivate dopo duecento/trecento metri, ripetendomi: “rimani concentrato sul tuo obiettivo nel lungo termine e nel frattempo il tuo cervello saprà come reagire a tutto ciò che succede in mezzo, senza che tu te ne accorga”. Ma adesso mi chiedo? Se guardando sempre più avanti, fossi in grado di vedere il momento in cui succede l’irreparabile…il mio cervello continuerebbe ancora a concentrarsi sull’obiettivo oppure sarebbe focalizzato sull’impatto e come evitarlo? Forse la risposta alla mia domanda (per fortuna) non la troverò mai, ma di sicuro i QVINTESSENCE con “Focus on the Crash” non fanno che gettare benzina sul fuoco dell’inconsapevole…

(Vincent Hank)

QVINTESSENCE: 7,5

 

APOLLO 11

“Cielo chiama Terra e Terra rispondi, volevo uscire fuori orbita pochi secondi”

La missione spaziale de I Le Lucertole si è compiuta con successo: il loro nuovo brano, intitolato “APOLLO 11”, è un viaggio cosmico all’insegna di un’ovattata delicatezza che ci porta a considerare le cose da un altro punto di vista. Osservati dal cielo altro non siamo che degli irrilevanti puntini e tali sono anche le nostre preoccupazioni, i nostri problemi che ben avvinghiati alla terra subiscono la forza di gravità. Questa visione cosmica della realtà si accorda perfettamente con la dimensione onirica ben presente nel brano.

“Lasciami sognare in pace”

(Eva Ceccarelli)

I Le Lucertole: 9

 

In Bilico Coi Piedi Nel Po’

Trasferirsi in una nuova città può provocare instabilità emotiva, con tutti i pericoli che ne derivano. Diventa così possibile cadere e affogare dentro tentazioni facile e, allo stesso tempo pericolose.

Jack Out in questo brano racconta il suo sentirsi in bilico tra sogni e paure, definendosi un giovane senza speranze, indeciso se lasciarsi andare e cadere a terra o trovare un appiglio al quale rimanere aggrappato con tutto se stesso.

“Ho fatto tante cose, sembra ieri fra” sta alla coscienza di ognuno giudicare le conseguenze di tutte le scelte fatte, anche quelle che sono state prese in maniera istintiva senza pensarci neanche un secondo.

(Nicolò Granone)

Jack Out: 7,5

 

Tacco 9

È il racconto di una storia d’amore finita il nuovo brano di M.E.R.L.O.T.

Molto interessante è l’ottica alternativa con cui ci viene presentato quello che è uno dei temi più cari al cantautorato italiano: M.E.R.L.O.T, infatti, assume un punto di vista contemplativo rispetto a questa figura femminile di cui ci fa conoscere solo i contorni e i cui passi, con quel tacco 9, fanno un rumore assordante, quasi fastidioso.

Con le sue strofe rappate e i ritornelli cantilenati, M.E.R.L.O.T dimostra ancora una volta di essere un artista molto attento all’ascoltabilità dei suoi prodotti: non possiamo che attendere con ansia l’uscita di nuovi lavori e, chissà, magari di un album?

(Eva Ceccarelli)

M.E.R.L.O.T: 8,5

 

SOLI

È letteralmente un’opera di redenzione quella di MYDRAMA con SOLI, il suo nuovo singolo.

Possiamo affermare senza troppi indugi che la musica, non solo italiana, ormai da tempo predilige un certo tipo di tematiche e, soprattutto, la trattazione di un certo tipo di dolore. Ciò implica che alcuni temi rimangano fuori, ma non è un problema per MYDRAMA che ha deciso addirittura di raccontare la sua storia, una storia che parla di sofferenza, di solitudine, ma soprattutto della forza che serve per scegliere di salvarsi e di intraprendere un viaggio all’interno di sé stessi. Un contributo importante di cui credo avessimo bisogno.

(Eva Ceccarelli)

MYDRAMA: 8

 

James Dean

Matteo torna con un singolo più riuscito rispetto a quello precedente, Vampiro, quasi ai livelli del suo primo GBYE. Se negli altri brani la passione del bresciano venticinquenne cinematografica era già capibile da alcuni passaggi dei testi, questa volta non lascia più alcun dubbio mettendo addirittura per titolo l’attore simbolo della ribellione senza meta, “Gioventù Bruciata”. Rimane anche il suo tratto tipico di permeare le canzoni con similitudini legate a cultura pop (come pop il genere a cui si riferisce di più, grande appassionato di Michael Jackson infatti) e figure di facili rimandi: ’’sono la luce, mi schianto come un tuono’’ e ancora ‘’Pericolosa, forza di un uragano, come una droga, fegato spappolato’’.

La canzone tratta di un rapporto con una ragazza a cui però l’autore non vuole nascondere i suoi demoni e vuole che lei non se ne vada malgrado il suo mettersi a nudo. Si percepisce anche una lite avvenuta tra i due all’interno del ritornello.

“Sentirsi invincibili è una caratteristica dei vent’anni e l’iconica figura di James Dean ritorna in vita come emblema stesso dell’essere giovani vivendo al massimo, del tutto inconsapevoli di quelli che sono i rischi del nostro vivere quotidiano”, spiega Ytam.

(Bianca Cela)

YTAM: 7,5

 

Mi gira la testa

Una ricerca spassionata dell’amore finito, talmente frenetica da “far girare la testa, un solo minuto mi resta, ma che mi resta di te’’. Il ritornello appena citato ricorda molto alcune canzoni di Jovanotti, e si scrina in un testo pieno di rimandi, evidentemente importanti per la storia della ex-coppia, di luoghi e di sguardi.

Il giramento di testa avviene ovviamente non solo a livello fisico ma anche interiore: dilania infatti una situazione di caos dettato dal fatto che quella persona importante non vuole uscire, sia dalla mente che dalla vita. Così i rimorsi, soprattutto di quella parola non detta, prendono vita in ogni parte della città natia dell’autore (anche se in questo caso sono tre le mani ad averla composta)

La band padovana da poco nata ci presenta insomma lo stesso tema del precedente brano, “Sarà che”, evidentemente o a qualcuno di loro è stato spezzato il cuore di recente oppure in passato è stato vissuto con talmente tanto ardore da aver lasciato un inchiostro così indelebile nella testa (che gira).

(Bianca Cela)

Greta: 8-

 

Vecchi Pensionati

I giovani d’oggi andranno in pensione?

Damiank si ritrova così in una divertente sagra della pesca, dove arzilli vecchietti si scatenano tra danze, risse e romanticismo di una volta.

I più fortunati fanno conquiste, ma poi cosa succede?

Ecco la vena ironica utile a ricordare che spesso chi ha il pane non ha i denti e viceversa, perfetta metafora per una discussione tra chi ha tutto il futuro davanti, ma ha paura di crescere e chi ormai pensa di aver vissuto tutta la propria vita, sognando di tornare, anche per poche ore, nel passato.

(Nicolò Granone)

Damiank: 7,5

 

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